Questo è un film complicato: complicato e per la trama, apparentemente semplice e invece piena di intrecci narrativi e (più o meno) importanti colpi di scena, e per il senso generale, diretto e sincero nell’esposizione da parte dello stesso protagonista e al contempo insoddisfacente e quindi sicuramente stratificato sotto livelli di emotività intellettuali che farebbero invida anche a Cronenberg.
Perché la storia di Abel Morales, un immigrato sud americano che ha fatto fortuna a New York nell’industria del trasporto carburanti da riscaldamento e che si trova a dover racimolare 1 milione mezzo di dollari in 30 giorni per chiudere un contratto per l’acquisto di un molo d’attracco sull’East River (Brooklyn and Queens) che gli permetterà di espandere enormemente il suo giro d’affari e di conseguenza il suo patrimonio, non è una storia come se ne vedono spesso.

A Most Violent Year è un bellissimo film su un immigrato che crede nell’ ‘American dream’, cioè la possibilità di farcela da soli in un sistema molto competitivo ma giusto, un sistema che premia chi si impegna di più.
E Abel sono anni che si fa il culo per raggiungere il suo status sociale: da umile guidatore di camion, è riuscito ad acquisire la sua compagnia di carburanti da un gangster newyorkese che gli ha anche donato sua figlia, un’intelligente e pericolosa donna che si fa carico dei registri contabili della compagnia e che presto metterà nei guai il marito con la sua gestione dei soldi non proprio ortodossa.
Oscar Isaac, già apprezzato in Ex Machina, interpreta Abel e lo fa in maniera magistrale: partendo dal semplice nocciolo caratteriale di un uomo con un sogno più grande di lui ed una volontà di ferro è riuscito a creare un personaggio di una statura morale altissima, un industriale che si preoccupa dei suoi guidatori come si preoccuperebbe delle sue figlie, una sorta di padrone tardo romantico che crede nella giustizia interiore e che quindi dedica tutta la sua esistenza a non cadere nel facile tranello della malavita.
Jessica Chastain invece continua a macinare ottime interpretazioni eseguite con tutta la grazia e la modestia di una grande attrice; già apprezzata in Take Shelter e in Zero Dark Thirty (film pessimo sotto certi punti di vista), Jessica è una di quelle che sanno recitare ma che non vengono osannate come Julia Roberts o Scarlett Johansson solo perché portano la prima di reggiseno e probabilmente non si scopano i produttori hollywoodiani.
Ma a noi ce ne frega poco, ci basta sapere che il mondo continuerà a creare belle pellicole come questa e che il regno di terrore del Vaticano giungerà presto alla sua naturale fine.
VOTO:
4 olio Cuore e mezzo
Titolo originale: A Most Violent Year
Regia: J. C. Chandor
Anno: 2014
Durata: 125 minuti
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