Il golem Banana Joe è un pacifico orfanello alto 2 metri e pesante un paio di quintalate che commercia banane in un indefinito paese sudamericano; ogni settimana Joe prende il suo barchino di legno e trasporta le banane del suo povero villaggio di Amantido fino alla cittadina di Limas, dove scambia il suo carico con generi di prima necessità come farina, uova e medicinali.
Il suo sogno nel cassetto sarebbe impiantare una scuola ad Amantido per i tanti bambini analfabeti del villaggio a cui lui ha contribuito personalmente sfornandone una dozzina; quello che invece arriverà sarà il turbo capitalismo, nella figura del corrotto industriale Torsillo, un impomatato mafiosetto disposto a corrompere ministri e polizia pur d’impiantare la sua moderna industria di confezionamento banane e addirittura un casinò in mezzo al primitivo villaggio di Banana Joe.
Da qui le disavventure di un enorme candido sudamericano alle prese con il logorio della vita moderna.
Simpaticissima commedia tutta incentrata sui buoni sentimenti (ed alcuni argomenti populisti quali valori tradizionali, politici corrotti, froci marpioni e scuola pubblica) che rendono il film godibile, anche grazie alla verve comica del suo burbero protagonista dal cuore d’oro.
Non si tratta certo di un capolavoro e nemmeno di un gioiello della commedia all’italiana, ma a distanza di tanti anni conserva una freschezza inaspettata… perché purtroppo le ingiustizie esistono ancora e il sol dell’avvenire non è ancora arrivato.
VOTO:
3 sol dell’avvenire e mezzo
Titolo serbo: Banana Džo
Regia: Steno (Stefano Vanzina)
Anno: 1982
Durata: 96 minuti
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