Serie britannica incentrata su Hercule Poirot, famoso personaggio fantastico protagonista di 33 libri, 2 piece teatrali e 50 storie brevi scritti dalla produttrice di salsicce Agatha Christie. In questa prima stagione abbiamo un po’ di tutto: dall’intrigo nobiliare alla meta esotica passando per casi (solo apparentemente) meno importanti e quindi il materiale per la Top 3 non manca.
Episodio 5 – The Third Floor Flat
Poirot vorrebbe scoparsi la giovane inquilina del piano di sotto, ma i suoi piani diabolici vengono scombussolati quando quella di due piano più in basso viene trovata morta con la faccia sfondata da una pallottola. Calmatosi con un’eiaculazione veloce nella tromba dell’ascensore di servizio, l’investigatore belga metterà in moto le sue cellule grigie per risolvere il caso della gatta morta.
Episodio 6 – Triangle at Rhodes
Puntatina esotica per Poirot che si reca nell’isola italiana (all’epoca) di Rodi. Intrighi amorosi e avvelenamenti faranno da corollario a quello che resta l’elemento centrale dell’episodio, ovvero gli imbarazzanti siparietti con gli attori di contorno che urlano, gesticolano e straparlano in un italiano maccheronico perpetrando l’intramontabile pugnalata al cuore italico da parte del mondo cosiddetto civile.
Episodio 10 – The Dream
Un ricco e bastardo padrone d’industria sogna ogni notte di darsi una revolverata in testa e caso vuole che la cosa si avveri. Un idillio proletario direte voi, ma certo; purtroppo Poirot tifa liberale e tenterà di svelare cosa si cela dietro la faccenda. Nella sceneggiatura si fa presente che le inglesissime torte di carne di porco fanno cacare.
Titolo originale: Agatha Christie’s Poirot Adattatore: Clive Exton Stagione: prima Durata: 10 episodi da 50 minuti Compralo: https://amzn.to/3RFUmCa
Si concludono le sanguinose battaglie per le terre dell’hinterland milanese con la vittoria schiacciante dell’oblio che riesce ad imporre una pace romana fagocitante i ricordi e le memorie di un intero popolo ipnotizzato per 3 anni dalla serie culto in questione.
Dopo aver esplorato un po’ tutto lo scibile umano, gli sceneggiatori non riescono a risultare smaltati come all’inizio e i soliti teatrini di battibecchi tra i caratteristi che compongono l’allegra combriccola di 40enni che si fingono 20enni, anche se tutt’oggi resta 70 spanne sopra il 99% di quello che passa in televisione, vengono purtroppo un pochino a noia.
Non mancano comunque i momenti cult come quando Tisini, contravvenendo alle reprimende dell’abate francese Oddone di Cluny, prende un pesce vivo, se lo introduce nel sesso fino a che non muore, lo cuoce e lo dà da mangiare a Chicco come filtro d’amore.
Ma bando alle ciance; ecco la Top 3!
Episodio 6 – La sfilata
La figlia di papà, figlia degli anni ’80, figlia di miniera Sharon Zampetti vuole fare la stilista d’alta moda come i suoi idoli Valentino e Armani.
Siccome però non è un uomo frocio, Sharon deve fare affidamento unicamente sul suo (inesistente) talento grafico e gli amici di sempre, i ragazzi della terza C, che si mettono in moto per organizzare una bella sfilata nel corridoio dell’appartamento dove vivono, reclutando come modelle Chicco e Massimo travestiti da donne.
Sfortunatamente è il 1989 e la moda dei travelli non è ancora arrivata in Italia, quindi Massimo riuscirà a rimorchiare solo il suo vecchio professore d’Italiano che finanzierà la sfilata, salvando i ragazzi dai cravattari usurai, in cambio di una schiacciatina fiki fiki birim bam bam.
La frase:
Come l’acqua al ruscello, come la pubblicità a Berlusconi.
Episodio 7 –Il baby
I nostri prodi virgulti vogliono la grana e pensano, come l’Anonima Sarda, che i soldi stanno nel business dei bambini.
A differenza però dei rapitori isolani, i ragazzi della terza C s’improvvisano babysitters finendo col concentrarsi su un ragazzino in particolare, figlio di gente coi piccioli, che purtroppo è un treno in corsa senza freni molto difficile da gestire.
Fortunatamente Bruno riuscirà a conquistare il suo piccolo cuore portandoselo a villa Borghese, dove lo priverà della pesante verginità anale.
La frase:
Mio papà mi ha detto che qualche volta la mamma morde.
Episodio 11 – Dieci anni dopo
Nell’ultimo episodio della serie, a farci da Cicerone abbiamo il cicciotto Bruno Sacchi che vive l’incubo di risvegliarsi dopo 10 anni di lungo sonno per trovare i suoi compagni di scuola invecchiati e cambiati nell’animo. Tra chi è diventato padre e chi è diventato frocio, Bruno non riconosce più i suoi vecchi amici e vive con profondo senso d’angoscia questo spaesamento temporale inaspettato.
Poi però si risveglia dall’incubo e tutto torna come prima nei fantastici anni Berlusconiani: feste, musica, alcool, vandalismo urbano, cocaina, mignotte, sacrifici umani e fiocchi d’avena per colazione.
Da segnalare, Bruno Sacchi che conclude la stagione con un sorriso alla telecamera ed un candido: “Avete capito ragazzi? Forse l’anno prossimo ci rivediamo qua!”
…e il telefilm fu cancellato per sempre.
La frase:
A Bruno, c’hai vent’anni; sei del 1969!
Titolo: I ragazzi della terza C Regia: Claudio Risi Stagione: terza Anno: 1989 Durata: 11 episodi da 45 minuti
La seconda stagione del telefilm fantascientifico per eccellenza vira la barra verso il pop semplicione senza però abbandonare realmente quel velo di sobrietà e serietà proprie delle società pre-sessantottine che si credevano capaci d’interpretare un futuro molto poco prossimo mettendo in scena un futuro molto pieno di stivaletti in pelle e tutine di flanella.
Considerando che questa seconda stagione conta ben 26 episodi, di decrescente bellezza, è stato alquanto difficile giungere ad un trittico che potesse rappresentare degnamente la squadra, ma stringendomi forte i testicoli tra 2 mattoni ho potuto esprimere al meglio il dono della sintesi.
Episodio 1 – “Amok Time”
Mr Spock viene improvvisamente colto dalla fregola della schiacciata, della fregata, della smorzata, della ficcata, del bunga bunga, del fiki fiki, del mondo di mezzo le cosce… sì insomma non riesce a tenere il pitone nei pantaloni tanta è la voglia di farsi una scopata.
In suo soccorso arrivano il capitano Kirk e il dottor McCoy i quali accompagneranno Spock sul pianeta Vulcano per farlo partecipare alla cerimonia Kunat-Kafili alla fine della quale potrà reclamare la giovane Depring, manco fosse al mercato del pesce, la quale però ha in serbo una clamorosa sorpresa che metterà seriamente a repentaglio le copiose erezioni di Kirk.
La frase:
T’Pau: Live long and prosper, Spock. Spock: I shall do neither: I’ve killed my captain and my friend.
Episodio 4 – “Mirror, Mirror”
Mentre il capitano Kirk, il dottor McCoy, il tenete Uhura e l’ingegnere tenente Scotty stanno trattando l’acquisizione di dilithium crystals dagli Halkaniani, una civiltà profondamente pacifica e per nulla convinta degli usi non-bellici dei loro potenti cristalli da parte della Federazione, una strana tempesta magnetica manda in tilt il sistema di teletrasporto dell’Enterprise dirottando i nostri quattro sventurati verso un malefico universo parallelo nel quale la Federazione è un Impero sanguinario e tutto sembra girare attorno la regola del “cane mangia cane”.
Alle prese con un crudele e barbuto Mr Spock e un equipaggio votato a fottere il prossimo, i nostri poveri amici tenteranno di far ritorno al loro “pacifico” universo senza causare l’estinzione dell’intera razza Halkan.
La frase:
Kirk: In every revolution there’s one man with a vision. Mirror Spock: Captain Kirk, I shall consider it.
Episodio 6 – “The Doomsday Machine”
L’Enterprise incontra uno spaziale sigaro meccanico lungo qualche chilometro il cui unico scopo è distruggere tutto quello che gli capita a tiro per poi ingerirne i resti e rimpinguare così la sua riserva energetica; tipo Giuliano Ferrara… ma meno spaziale.
Il capitano Kirk lo ribattezza subito “ordigno fine di mondo” mentre il commodoro Matt Decker, unico sopravvissuto della nave Constellation che aveva provato senza successo a fermare questo sigaro infernale, si fa prendere dalle paranoie suicide e tenta in tutti i modi di ficcarsi con tutta l’Enterprise dentro quest’enorme distruttore cosmico nella convinzione di poter fermare un simbolo fallico con una penetrazione, invertendo chiaramente gli addendi.
Mr Spock, dal canto suo, passa l’intero episodio a trattenere con olimpica calma una pericolosissima scarica di peti dovuta alla magnifica fagiolata della sera prima.
La frase:
Matt Decker: You’re bluffing. Spock: Vulcans never bluff.
Special Mention: Episodio 15 – “The Trouble with Tribbles”
L’Enterprise viene chiamata di gran corsa a sorvegliare un carico di grano transgenico, temporaneamente stoccato nella stazione spaziale K7, che sarà a breve trasportato sul pianeta Sherman nell’ambito di accordi interplanetari volti all’espansione della Federazione.
Ma a noi che ce ne frega? Qua la cosa interessante è l’avanzata dei Tribbles, una specie aliena batuffolosa completamente innocua ma altamente prolifica che sta rapidamente invadendo ogni pertugio, sia della stazione spaziale che della nave Enterprise.
Uno degli episodi più amati in assoluto dai fan della serie e sicuramente uno dei più comici: vedere il capitano Kirk che cerca di mantenere il suo solito piglio serio e fascinoso mentre da fuori inquadratura gli vengono tirate in testa queste palline di pelo è impagabile.
La frase:
Chekhov: Scotch? Scott: Aye. Chekhov: It was invented by a little old lady from Leningrad.
Titolo retronimo: Star Trek: The Original Series Creatore: Gene Roddenberry Stagione: seconda Anno: 1966 Durata: 26 episodi da 50 minuti circa
Inauguro, con questa seconda stagione dell’esperimento di controllo mentale targato Fininvest, la TOP 3 di un Film una Recensione; una sezione nella quale elenco brevemente i 3 migliori o peggiori episodi tv… o qualsiasi altra stramba cosa mi venga in mente per fottervi il cervello.
Episodio 6 – Corso di sopravvivenza
Siccome le ragazze della 3ª C si fanno venire i conati di godimento vaginale guardando i bei fusti delle riviste per sole donne, i compagni di classe decidono di partecipare ad un corso di sopravvivenza stile campo di concentramento nazista nel quale ci sarà ovviamente anche il prigioniero ossobuco che tenterà con ogni mezzo di farsi inculare dal rosso proletario, e quindi comunista, Bruno Sacchi. Alla fine, grazie all’aiuto di un gruppo di giovani scout capitanati da Elias e Tisini in versione pornostar, i nostri liceali faranno una fuga per la vittoria.
La frase:
Ci penso io ad aggiustarti, mio ricciolone cicciolone.
Episodio 10 – Scuola guida
Bruno si stufa di svegliarsi all’alba per prendere il treno in tempo per l’entrata a scuola e si fa convincere dai superficiali compagni di classe a prendere la patente per venire in macchina, proprio come il più perfetto delle teste di cazzo. Passato però l’esame per il rotto della cuffia, si ritroverà con una vecchissima Fiat 500 che nel 1988, a differenza dei contemporanei tempi hipster, è considerata una vecchia macchina di merda. Dopo aver capito l’insensatezza di spostare un ammasso di ferro per traslare la propria posizione nello spazio, il giovani Sacchi inforcherà infine una bici con l’idea di perdere 20 chili, fallendo miseramente.
La frase:
Ci faremo quattro risate quando le loro auto ci porteranno al disastro ecologico, mentre noi con le nostre biciclette sfideremo il vento, il sole, la fatica, i gas, il traffico, i pericoli, la morte.
Episodio 11 – Gli esami di maturità
Dopo aver frequentato per due volte l’ultimo anno di liceo per pure ragioni d’auditel, i ragazzi della 3ª C affrontano il temutissimo esame di maturità; quella tragica e spaventosa soglia da superare per passare d’un sol colpo dalla fase anale a quella adulta. Verranno tutti clamorosamente promossi tranne Tisini, l’unica che se lo meritava; probabilmente per sottolineare quanto in una società votata al consumismo e all’arroganza individualista non sia tanto importante essere, ma apparire.
La frase:
E’ quasi come il David di culatello. Eh eh, culatello mi esalta. La parola culatello mi esalta!
Titolo: I ragazzi della terza C Regia: Claudio Risi Stagione: seconda Anno: 1988 Durata: 11 episodi da 45 minuti