Detenuto in attesa di giudizio (1971)

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Il geometra tiburtino (nel senso abitante di Tivoli) Giuseppe Di Noi è emigrato in Svezia, da parecchi anni gestisce una fiorente azienda edile, si è sposato e ha costituito famiglia con una bella bionda locale.
Una vita giunta ai vertici delle possibilità quindi; una vita felice e per questo perfetta per essere distrutta.

Rientrato in Italia per far vedere il bel paese a moglie e figli piccoli, viene arrestato alla frontiera ed entra improvvisamente in un labirinto kafkiano fatto di detenzioni immotivate senza capi d’accusa, trasferimenti continui in vagoni ferrati come deportati ai campi di concentramento (la seconda guerra mondiale era ancora fresca all’epoca), umiliazioni e vessazioni continue da parte dello Stato che nelle persone dei suoi rappresentanti (avvocati, giudici e poliziotti) lo riducono all’ombra di sé stesso disumanizzando progressivamente una persona buona e socievole (emblematici i suoi slanci iniziali verso un altro detenuto che non crede ai suoi occhi per la generosità dimostratagli) e spingendolo verso la follia.

Detenuto in attesa di giudizio (1971)
il geometra Calboni tenta di sturarsi Alberto Sordi

Un’altra opera cinematografica di denuncia sociale dallo stesso regista di quel bellissimo Café Express e magistrale interpretazione di Alberto Sordi che giustamente si portò a casa l’Orso d’argento di Berlino.

La storia di un incubo italiano fin troppo realistico per essere riposto nell’angolo del fittizio credo che all’epoca abbia scontentato più di un sostenitore del dio patria famiglia tanto caro agl’infantili pecoroni che si trovano bene sotto l’ala protettrice dello Stato padre-padrone alla cui base si fonda la dottrina fascista.
Gli insulti delle persone alla stazione Termini verso un poveraccio che si è beccato 4 anni e mezzo per aver rubato 3 chili di olive sono simbolici di un giustizialismo forte con i deboli e debole con i forti.

Perché quando si tratta di calpestare il piccolo spacciatore o il ruba galline la gente e i loro politici di riferimento (tipicamente di destra) esplodono di rabbia ed invocano la mano dura (durissima) dello Stato, mentre quando c’è da tagliare le mani agli evasori fiscali che portano i soldi all’estero o ai latifondisti che sfruttano i braccianti facendoli morire sotto il sole cocente per 10 euro al giorno ecco che d’improvviso questi stessi linciatori si ritrovano di colpo garantisti e sputano in bocca ai 5stelle o ai vari Marco Travaglio chiamandoli giustizialisti e statalisti.

Voi che siete sempre pronti a dire signorsì sissignore ad un uomo in divisa, fate gli applausi alle frecce tricolori ed evadete il fisco, voi siete la feccia di questa terra e io vi disprezzerò sempre perché siete la vergogna dell’umanità.

E questa stessa sudicia terra che voi amate alla follia verrà lavata col vostro sangue.

VOTO:
4 sudici

Detenuto in attesa di giudizio (1971) voto

Titolo: In Prison Awaiting Trial
Regia: Nanni Loy
Anno: 1971
Durata: 102 minuti
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I film sono visti rigorosamente in lingua originale.
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Autore: un Film una Recensione

I was Born, I Live, I will Die

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