Oreste Nardi è un povero muratore sposato ad una signora più anziana e più brutta di lui che viene lasciato indietro persino dai compagni di partito alla festa dell’Unità (chiaro simbolismo di come la classe operaia si stesse disgregando in un turbine di egotistico piacere ed anticipatore del distacco tra la dirigenza e la base).
Proprio quando Oreste sembra soccombere al peso dell’esistenza riverso sopra un cumulo di macerie e rifiuti, ecco che la fioraia Adelaide Ciafrocchi viene a riversare in maniera ossessiva e confusionaria quell’amore che tanto mancava nel suo cuore, tanto da portarlo ad abbandonare il tetto coniugale nella vana speranza di ricostruirsi una vita felice.
Ma il sogno svanisce presto quando il pizzaiolo Nello Serafini, grande amico di entrambi, insidia Adelaide e riesce a portarsela a letto alle spalle del muratore, comunista con tutto, ma non con i sentimenti.
Pellicola divertente e non superficiale, nonostante il tono scanzonato, che siede un po’ tra due mondi: la vecchia Italia provinciale, povera e ignorante ed una nuova, ricca, arrivista e goffamente esterofila (buffe e per nulla inutili le frecciatine ai corsi d’inglese e all’architettura post-moderna).
Il tema del triangolo amoroso che il film dichiaratamente appioppia ai “moderni” popoli scandinavi viene quindi visto sia come influenza esterna e destabilizzante alla cultura italiana, ma anche profondamente propria grazie al comportamento solo apparentemente bislacco della romanissima Adelaide, lacerata e stralunata da due amori diversi e complementari.
La pazza rassegnazione di Oreste ad una vita o falsa o infelice rispecchia i sentimenti politici della sinistra dell’epoca, già proiettata verso il suo epilogo nonostante gli importanti numeri dentro e fuori il parlamento.
E il conflitto col personaggio di Nello Serafini, scapestrato ed irruento toscano con cui Oreste si contende l’amore della fioraia, rappresenta il conflitto interno ad una sinistra lacerata da correnti opposte che avevano portato negli anni al disconoscimento ufficiale del partito comunista delle tante fazioni cosiddette estremiste ma che in realtà volevano portare la guerra a chi la guerra la stava facendo a discapito della classe operaia, ovvero la borghesia.
Coincidentalmente il borghese critico cinematografico Morandini non l’ha gradito.
VOTO:
3 fiori e mezzo
Titolo indegno inglese: The Pizza Triangle
Regia: Ettore Scola
Durata: 107 minuti
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