DuckTales – Avventure di paperi (1987-1990)

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Paperino si arruola nella marina americana, dando finalmente un senso al suo vestito e tacendo al contempo tutte quelle voci che lo davano frocio perso, e decide di lasciare i nipoti Qui Quo e Qua allo zio Paperone, un disgustoso capitalista ricco sfondato con una fissa incredibile per l’oro.

Circondato da questa nuova e giovane linfa vitale che suggia con frequenti visite notturne al cloroformio, zio Paperone si lancia in incredibili ed entusiasmanti avventure dando sfogo ai suoi istinti più bassi quali avarizia, ingordigia, cupidigia e generando parallelamente un’incredibile mestizia nel giovane spettatore che si ritrova catapultato dentro un mondo distopico che premia i miliardari e il loro storto modo di vedere la realtà delle cose terrene.

A far da contraltare alla “giustizia” finanziaria di zio Paperone, abbiamo comparsate a rotazione delle classi più povere e minoranze etniche varie.

DuckTales - Avventure di paperi (1987-1990)

E’ stato veramente un colpo al cuore rivedere questo vecchio cartone animato dopo una vita d’oblio; un cartone molto goduto da bambino, quando le difese intellettuali erano meno forti lasciando il giovane me completamente in balia di questo lavaggio del cervello fatto pure male (nonostante qualcuno continui a lodare l’animazione per essere svariati gradini sopra la media dell’epoca), e un cartone molto disprezzato ora che ne riesco a cogliere ogni mostruosa sfaccettatura il cui fine ultimo è deturpare la natura umana di solidarietà per tramutarla nel sogno bagnato americano del “cane mangia cane”.

Io che sono cresciuto con la versione italiana di zio Paperone, ho potuto godere di un punto di vista molto nostrano sulla spinosa questione dell’avarizia del vecchio taccagno capitalista: numerose sono state infatti le occasioni in cui il vecchio ne usciva completamente demolito nella sua patetica arroganza pecuniaria e altrettante volte la povertà di Paperino, lasciato senza un soldo dall’avido zio, era sinonimo di nobiltà d’animo.
Qui invece avviene una graduale normalizzazione del comportamento patologico di un vecchio papero che non riesce a pensare altro che al vil denaro; la percezione negativa dello spettatore verso zio Paperone viene infatti via via scalfita a colpi di gesti eroici ed affetto verso i piccoli nipoti che vengono emotivamente elevati al di sopra la montagna di denaro accumulato in anni di arraffamento monetario, quando invece sappiamo tutti che il vecchio Scrooge McDuck venderebbe Qui Quo e Qua ad una banda di pedofili tedeschi se questi gli offrissero una valida contropartita in dollari.

Da evitare come la peste quindi, sia se siete alla ricerca del tempo perduto (e della famosissima sigla iniziale cantata da Jeff Pescetto) e sia soprattutto se volete far vedere un cartone animato con protagonisti dei paperi ai vostri piccoli pargoli.
Optate invece per quella piccola serie giappo-olandese (contemporanea a DuckTales) che in Italia è stata titolata Niente paura, c’è Alfred!; un ottimo cartone che affronta con intelligenza temi importanti quali il razzismo, la lotta al capitalismo, il nazismo, la perdita dei genitori, la nascita della democrazia, l’ecologia e l’amore verso il prossimo tuo.

Una bella serie con una sigla che recitava allegramente dei bellissimi versi positivisti che tutt’oggi riecheggiano sonanti nella mia mente altrimenti devastata da una moltitudine di schiaffi sociali che questo mondo mi ha costretto a sopportare in silenzio:

L’amicizia sempre risplenderà,
la giustizia tutto illuminerà,
tutto quanto migliore sarà,
se c’è Alfred, proprio Alfred.
Porta ovunque la felicità
e una mano a tutti quanti lui dà;
è un amico per voi, è un amico per noi,
siamo tutti amici suoi.

Niente paura, c’è sempre un Alfred per ogni bambino,
niente paura, c’è sempre un Alfred che insegna il cammino.
Niente paura, niente paura c’è un Alfred per tutti noi.

VOTO:
2 Alfred J. Kwak

DuckTales - Avventure di paperi (1987-1990) voto

Titolo originale: DuckTales
Creatore: Jymn Magon
Anno: 1987-1990
Durata: 100 episodi da 23 minuti divisi in 4 stagioni

I film sono visti rigorosamente in lingua originale.
Se ti senti offeso, clicca qui

Autore: Federico Del Monte

I was Born, I Live, I will Die

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