John Nada è un poveraccio disoccupato che arriva a Los Angeles con lo zaino in spalla e le pive nel sacco.
Accertata l’impossibilità di trovare un lavoro onesto presso i Job Centers e assunto quindi in nero presso un cantiere edile per 2 lire pagate a 7 giorni, John viene invitato a dormire presso una piccola comunità di diseredati senzatetto come lui, un nutrito drappello di umanità sbronza di televisione generalista e sfruttamento istituzionalizzato che sopravvive ai margini dei grattacieli dove vivono i potenti della Terra.
Nonostante tutto questo però, John Nada crede ancora nel sogno americano e che, messe in atto le dovute giuste motivazioni, verrà il momento di rivalsa anche lui, povero cristo in croce.
A fargli cambiare idea ci penserà un manipolo di ribelli scienziati i quali hanno fortuitamente trovato il mistero di pulcinella dietro le disuguaglianze sociali: gli alieni controllano la Terra camuffandosi in mezzo a noi grazie a delle onde radio-televisive che inducono gli umani in una sorta di trance consumista attraverso la quale riescono a soggiogare il mondo intero alimentando una guerra tra poveri alla fine della quale gli unici vincitori risultano loro.
Riuscirà il manovale Nada a tirare la tendina della doccia dietro la quale i burattinai capitalisti si lavano beatamente il culo con le lacrime di interi popoli e provocare quindi l’insurrezione armata di quest’ultimi?
Splendido film anni ’80 che riesce a fondere mirabilmente leggerezza narrativa e critica sociale facendo lievitare un piacevole pastrocchio cinematografico dentro il quale trovano armoniosamente posto distopie anni ’50 e scazzottate da wrestling americano nei vicoletti zozzi delle metropoli dove i perdenti di questo maledetto gioco del cane-mangia-cane vanno a bucarsi in mezzo alle dita dei piedi prima di morire nel loro stesso vomito.
La semplicità con cui Carpenter evidenzia l’ipocrisia e l’ingiustizia di un mondo diviso e fortemente piramidale come il nostro trova felice complicità nella linearità narrativa di una storia, certamente dicotomica nella contrapposizione bene-male, ma infinitamente matura in un finale aperto che lascia lo spettatore decidere cosa fare del proprio futuro.
VOTO:
4 Ted Turner e mezzo
Titolo originale: They Live
Regia: John Carpenter
Anno: 1988
Durata: 94 minuti
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L’ho visto un sacco di anni fa, devo assolutamente rivederlo. Hai per caso visto (o hai intenzione di recensire) anche “In the mouth of madness” (tradotto alla cazzo in italiano come “Il seme della follia”)? Io l’ho trovato piacevole, anche se non è paragonabile a “The thing”.
Quelli di Carpenter li ho visti tutti e in effetti andrebbero recensiti per bene su questo sito.
The thing è ovviamente il preferito di sempre.