Quando un paio di pescherecci vengono spazzati via da una misteriosa forza della natura, la gente sulla terraferma comincia a credere alla vecchia leggenda di Gojira, il gigantesco mostro marino che in passato era stato tenuto a bada con il sacrificio di giovani vergini.
Appurato che nel 1954 è un po’ più difficile trovare una donna vergine in tutto il Giappone, si decide d’intervenire con la forza bruta: cannoni, elettrificazioni, balestre, spade laser e boomerang vengono lanciati sulla povera creatura alta 50 metri… senza però sortire alcun effetto.
Fortunatamente uno scienziato orbo con la mania per le mutandine usate delle bambine se ne uscirà con un’arma fine di mondo degna di un cartone della Hanna & Barbera.
Famosissimo mostro in meno famoso film che, nonostante tutti ne immaginino l’esistenza, molti meno ne hanno effettivamente subito gli effetti nefasti della visione.
Sì, perché Gojira è una roba da farti venire voglia d’intraprendere il cammino mortale che dall’Africa subsahariana porta fino a Lampedusa; tutto, e ripeto tutto, piuttosto che sorbirsi un’ora e mezza di latte alle ginocchia e sporadiche apparizioni di un giapponese con indosso un costume da dinosauro strabico che devasta modellini di trenini.
E’ doveroso ammettere che questo film ha praticamente aperto la fruttuosa linea di Kaiju movies e che il suo spirito anti-nuclearista (dovuto sia al trauma delle due bombe atomiche americane sganciate un decennio prima su Hiroshima e Nagasaki e sia l’incidente del peschereccio giapponese Daigo Fukuryū Maru che nel 1954 fu pesantemente contaminato assieme al suo equipaggio dall’irresponsabile esperimento nucleare americano di Castle Bravo nell’atollo di Bikini) sia encomiabile… ma dio cristo che palle!
VOTO:
3 bikini
Titolo originale: ゴジラ – Gojira
Regia: Ishiro Honda
Anno: 1954
Durata: 96 minuti
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