Il fantasma del palcoscenico (1974)

Il fantasma del palcoscenico (1974)

Winslow Leach è un bravo compositore duro e puro che non ammette la sua musica venga storpiata cambiata modificata allungata scorciata stuprata per venire incontro ai gusti beceri delle masse.

E allora Swan, diabolico e potentissimo produttore discografico alto un cazzo e un barattolo ma sempre pieno di fica fresca, lo menoma lo incastra lo picchia lo mutila e gli ruba la sua poetica Cantata ispirata al Faust per farla interpretare ad un salsicciotto rokkettaro cocainomane inconsapevolmente omosessuale abbastanza simpatico ma irrimediabilmente kitsch.

E Winslow giura tremenda vendetta.

Il fantasma del palcoscenico (1974)

Fantasmagorico (e dici bene fratello) film di Brian De Palma pieno di rimandi alla letteratura classica tipo il Faust, Il fantasma dell’Opera e Il Ritratto di Dorian Grey da una parte e al grande cinema tipo PsychoDas Cabinet des Dr. Caligari e Frankenstein dall’altra, questo The Phantom of the Paradise è un vero casino di colori e sapori che mal si accostano l’uno all’altro e proprio per questo si sposano alla perfezione in quello che è diventato un classicone kitsch inizialmente snobbato da pubblico e critica e ora ricordato come un felicissimo esperimento rock-horror di un anno precedente al più famoso e simile The Rocky Horror Picture Show.

Apparentemente l’unico posto dove è stato un successo istantaneo fu Winnipeg, capitale della provincia canadese di Manitoba.
Che Winnipeg sia piena di pazzi?

VOTO:
4 pazzi

Il fantasma del palcoscenico (1974) voto

Titolo originale: Phantom of the Paradise
Regia: Brian De Palma
Anno: 1974
Durata: 92 minuti

I film sono visti rigorosamente in lingua originale.
Se ti senti offeso, clicca qui

Autore: Federico Del Monte

I was Born, I Live, I will Die

Un commento su “Il fantasma del palcoscenico (1974)”

  1. Ottima recensione, breve ma centrata, la colonna sonora del film è fantastica, alcune scene da manuale, la frase “Che ne sai tu di droga? Tu la spacci, io la prendo” un gioiello.
    Il fatto che a Winnipeg questro film sia diventato istantaneamente un cult mi lascia in effetti perplesso, ma credo che non mi dispiacerebbe vivere lì.

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