Bruno Cortona è uno spaccone quarantenne che, non volendo prendere possesso della propria fase adulta, bighelloneggia senza sosta tra un frenetico infantilismo da luna park e una tarda adolescenza porcellona.
Solo come un cane nella Roma desolata di ferragosto, Bruno muore dalla smania di esprimere corporalmente il futile ed egocentrico entusiasmo di un’Italia che viveva un boom economico capace di trasformare una società profondamente arretrata in un mostro a quattro ruote lanciato verso il baratro dell’incoscienza.
Vittima sacrificale di questo girone dantesco diventa, suo malgrado, Roberto Mariani; un giovane laureando in legge del nuovo e benestante quartiere della Balduina che non ha mai visto un pelo di fica e che sarà giocoforza trascinato sempre più dentro una pericolosissima spirale di maturazione.
Celebre commedia all’italiana che, dietro una parvenza di spiritosaggine e spavalda cialtroneria, prende di petto l’orrore di un’Italia investita come un gatto in tangenziale da un fiume di soldi più o meno leciti e che, pur di agguantarne il più alto numero possibile, sarebbe stata disposta a vendere la madre, il nonno, la dentiera del nonno e pure tua sorella se fosse stato necessario.
Il bipolare Vittorio Gassman, che dà vita ad un omone tanto affabile in superficie quanto spaventoso sotto la crosta dorata, è la rappresentazione plastica dell’arrivismo imperante in quegli anni matti e sregolati e, come in un moderno e vampiresco Dorian Grey, vive e sopravvive succhiando la linfa vitale di chi lo circonda condannandolo a morte dopo averlo gettato nel fango come un cencio avvoltolato.
Un capolavoro.
VOTO:
4 Cenci e mezzo
Titolo francese: Le Fanfaron
Regia: Dino Risi
Anno: 1962
Durata: 105 minuti
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