La famiglia Lambert è spaventata dagli spiriti che infestano la loro casa e decidono quindi di trasferirsi; quello che non sanno è che non è la casa ad essere posseduta, ma il figlio.
Per la precisione, il pargolo ha la capacità di viaggiare verso i piani astrali che sono sfere concentriche tra la Terra e il Paradiso nelle quali esistono esseri sovrannaturali come angeli e spiriti; in questo caso però l’Oltre è sinonimo di Oltretomba e il piccolo Dalton si ritrova intrappolato tra demoni e anime dannate nell’impossibilità di tornare nel suo corpo fisico, un guscio ora vuoto verso il quale si stanno concentrando gli interessi di parecchi spiriti vagabondi assetati di vita.
Dallo stesso regista e stesso sceneggiatore della merdosa serie orrorifica di Saw, ecco un film dal buon potenziale lasciato completamente alle ortiche.
Sì, perchè la storia della famiglia alle prese con spiriti sovrannaturali è un grande classico che difficilmente sbaglia, ma allo stesso tempo più si va avanti con la visione più sembra che elementi di molto avulsi al tema vengano buttati a calci in culo dentro il calderone tanto per fare brodo, il che è male.
Si respira un po’ di Divina Commedia, un po’ di Orfeo e Euridice, un po’ di Poltergeist e un po’ di cazzata fresca, e in mezzo a tutto questo mare di “rubamatic” lo spettatore medio si trova forse un po’ confuso verso quali lidi approdare con il suo prezioso carico di sentimenti contrastanti.
La cosa che si può apprezzare di più è la totale assenza di sangue e, considerando le tendenze odierne in fatto di horror, la si può considerare una piccola vittoria: il saper spaventare un pubblico variegato con vecchi classici come buio, violini, trucco e parrucco è merce rara e indubbiamente qui si va sulla strada giusta con più di una scena genuinamente spaventevole.
Il problema risiede però nell’incoerenza tra la parte di set up e il pay-off finale: tutta questa tensione costruita in bilico tra i due mondi, quello reale e quello trascendentale, viene presto distrutta da un raffazzonato salvataggio da parte del padre (a sua volta portatore sano di poteri astrali) e una risoluzione per nulla catartica nella sua frettolosità.
Sembra quasi che gli autori non sapessero bene come gestire la loro stessa idea e ne abbiano quindi tratto una fine tirata a calci giù per la via della banalità.
VOTO:
3 Dante e Virgilio a riveder le stelle
Titolo originale: Insidious
Regia: James Wan
Anno: 2010
Durata: 103 minuti
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