Proseguono e finiscono le avventure di 8 o 9 o 13 (a seconda dell’episodio in questione) fancazzisti patentati i quali non hanno più voglia di lavorare e quindi pensano di prendere una valanga di banconote dalla zecca di Spagna e vivere di rendita per il resto della vita loro e quella dei loro figli su un’isola sperduta nel mar dei Caraibi mentre la gente normale rimane incatenata al palo di un’esistenza fatta di 8 ore al giorno per 6 giorni a settimana per 40 anni e lo chiamano mondo libero.

Leggera impennata emotiva per quello che io ho già ribattezzato l’hype cinematografico più ingiustificato dell’anno e fragorosa conclusione zuppa di proiettili pim pum pam ci attaccano sbiribim catapum non ci avrete mai.
Sono spiacente per i feticisti degli sproloqui, ma non c’è molto da dire quando vieni letteralmente prosciugato delle tue energie appresso a 22 episodi di un telefilm che, partendo da un’idea interessante, ovvero quella di seguire un gruppo di rapinatori lungo la sosta forzata dentro la zecca spagnola, si declina poi in una serie di situazioni da soap opera sud coreana.
VOTO:
2 lacrime coreane e mezza
Titolo originale: La casa del papel
Creatore: Álex Pina
Stagione: seconda
Anno: 2017
Durata: 9 episodi da 45 minuti
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