La giovane universitaria Jane Chase chiede di fare d’assistente al professor Steven Phillip, un antropologo-zoofilo-zoopederasta che tiene segregate nel suo bel castelletto sul mare 3 scimmie dall’animo alquanto incazzoso.
Questo perché il nostro professore zoopederasta sta conducendo importantissimi esperimenti sul livello di comprensione scimmiesca al fine di sviscerare le differenze tra la nostra civiltà e la loro.
E quando dico “importantissimi” intendo che non hanno alcun valore se non quello d’appagare il senso di frustrazione del professore zoopederasta per essere uno scapolo canuto-andante che non ha meglio da fare se non spippettare le sue scimmiette per riempirle subito dopo di mazzate.
Arrivata in questa villona a due piani nel mezzo della desolata campagna inglese (scozzese?), l’universitaria Jane farà appena in tempo a mostrare la fica a Link, il più anziano e più violento dei 3 primati spippettati, prima di scoprire quanto all’università è meglio farsi i cazzi propri.
Cercavo questo film da quando, molto meno che adolescente, scrutavo la sua stramba copertina nella videoteca vicino casa.
Per i più giovini, la “videoteca” era quel negozio dove, prima che Borghezio evolvesse in homo sapiens, si andavano a noleggiare i film su formato VHS ad un cifra che poteva variare tra le 4 e le 8 mila lire; questo però solo dopo aver sottoscritto la tessera annuale che costava tra le 50 e le 100 mila lire.
#coddio.
Poi è venuto internet, il download selvaggio, le botte agli anziani, lo streaming e di colpo tutto quel magico mondo fatto d’incompetenti arricchitisi alle spalle d’ignari bambini come me è scomparso come lacrime nella pioggia.
Tornando a noi: la faccia sghignazzante di Link vestito da maggiordomo inglese mentre accende un fiammifero che campeggiava sulla copertina del film mi aveva sempre incuriosito; non in misura sufficiente da noleggiare il film, ma abbastanza da tormentare le mie ricerca sul web per i successivi 20 anni.
E niente… alla fine l’ho trovato, l’ho visto e devo dire che non è niente male; anzi, tutt’altro: è un ottimo film a basso costo con alcune pregevoli sequenze per occhi raffinati nonché popolato da scimmie ben addestrate che riescono, quando non sono sostituite per ragioni di praticità da un nano coperto con una pelliccia, a farti credere che un orangotango possa sollevare un furgoncino della Ford.
Mica cazzi, Franco Micalizzi.
VOTO:
3 furgoncini e mezzo
Titolo messicano: Link, el sanguinario
Regia: Richard Franklin
Anno: 1986
Durata: 103 minuti
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Grande, finalmente una recensione del film con i coglioni, non come quelli che, con una wordpress del cazzo si credono di essere Kubrik de noaltri
e mo chi cazzo è ‘sto “Kubrik” ?