Mad Max: Fury Road (2015)

« Siamo alla fine del XX secolo.
Il mondo intero è sconvolto dalle esplosioni atomiche; sulla faccia della terra, gli oceani erano scomparsi, e le pianure avevano l’aspetto di desolati deserti.
…tuttavia, la razza umana era sopravvissuta. »

...e lavorava al Cirque du Soleil
…e lavorava al Cirque du Soleil
Inaspettato quarto capitolo della fantastica serie cinematografica australiana incentrata sul solitario ex poliziotto Max Rockatansky al quale hanno straziato moglie, figlio e cagnetto, questo Mad Max: Fury Road è un film spettacolare sotto ogni punto di vista; dal comparto tecnico assolutamente ineccepibile, alle interpretazioni caricaturali oltre ogni limite ma comunque spaventosamente rappresentative di un’umanità mostruosa (fisicamente e moralmente), quest’opera epica in salsa rock è una bellissima sorpresa per chi come me è sempre stato restio a dar spago ai filmoni americani pieni di testosterone.

E mi spingo oltre: Fury Road è sicuramente il miglior film d’azione che ho mai visto, con sequenze mozzafiato su macchine, camion e motociclette che comprendono la bellezza di 150 stuntmen professionisti i quali hanno interpretato le numerosissime ed elettrizzanti scene d’azione senza l’ausilio di computer grafica ma solo col sudore della propria fronte sotto il caldo torrido dei deserti della Namibia.

L’incessante corsa per la vita di un lupo solitario con al seguito un gruppo di schiave sessuali, capitanate da una Charlize Theron ai massimi livelli, su un’autocisterna corazzata per lande deserte mentre un nutrito gruppo di punkabbestia sfregiati dalle radiazioni di una recente guerra termonucleare che ha quasi spazzato via la vita dalla faccia della Terra riesce, contro ogni pronostico, a fondersi perfettamente con un sottotesto ecologista e femminista, cosa che forse mancava un po’ ai precedenti capitoli della serie.
Qui infatti le donne sono le chiare depositarie del miracolo della vita (sia come detentrici di utero che come portatrici dei semi con cui ricominciare l’agricoltura) e in un futuro post-apocalittico dove scarseggiano le risorse e la morte pende come una spada di Damocle sopra la testa di chiunque, ecco che la loro fragile esistenza viene messa ben presto al servizio di una marmaglia di uomini assetati di una perfezione che non potranno mai raggiungere.
Tom Hardy nei panni del Matto Massimo è una bella conferma e non fa rimpiangere il caro e buon vecchio Mel Gibson, ormai troppo vecchio per tornare a vestire i panni dell’anti eroe per eccellenza, e nonostante per tutta la durata del film non dia grande prova di loquacità (come tutti i personaggi d’altronde) riesce comunque ad uscire a testa alta controbilanciando il tutto con una prestanza fisica da guerriero vichingo ed uno sguardo dolce e malinconico che ha sempre contraddistinto le precedenti interpretazioni di Mel.
Il film è talmente in stato di grazia che perfino Megan Gale, la famosa cavallona che imperversò sui media italiani e i film di Vanzina alla metà degli anni ’90, beh anche lei porta a casa una piccola decentissima performance.
A coronamento di cotanto ben di dio, abbiamo una bellissima ed emozionante colonna sonora sparata a palla per quasi tutta la durata del film: una sequela incredibile di suoni, grida e musica rock con felici inserzioni di classici come il Dies Irae di Verdi.

mad Max: Fury Road (2015) - 2Insomma, questo Mad Max: Fury Road è un capolavoro assoluto che è riuscito ad accontentare critica e pubblico senza per questo scadere verso un minimo comune denominatore, ma anzi innalzando tutto il genere action a vette artistiche inimmaginabili.

Come al solito però la critica italiana è rimasta indietro di 174 anni e non è riuscita a capire l’incontrovertibile grandiosità di un progetto come questo, tutto giocato sull’azione frenetica di inseguimenti iperbolici velocizzati e rallentati in una danza cadenzata a passo di epopea omerica.
Tra tutti spicca Mereghetti, famoso critico del Corriere della sera e autore del dizionario omonimo, il quale l’ha definito “noioso, senza storia e troppo simile ad un videogioco”.
Forse il “caro” Paolo intende ‘videogioco’ come un insulto perché l’ultimo che ha visto è stato Pacman; la realtà dei fatti invece è che ormai il mondo videoludico sta raggiungendo a passi da gigante la settima arte con esempi eccellenti di puro splendore e la linea di confine si fa via via sempre più fievole.
Tra l’altro non si capisce come Fury Road possa essere noioso, con tutta la carica adrenalinica che porta in corpo; probabilmente Mereghetti intendeva dire che si è annoiato LUI, ma questo cosa importa al resto del pubblico?
Anche a me annoiano tante cose, tipo l’opera lirica; di certo non mi sognerei mai di far passare la mia ignoranza per Verbo divino.

In ultima istanza vorrei ricordare al “critico cinematografico” Paolo-prossimoallamorte-Mereghetti di un filmetto del 1939 chiamato Ombre Rosse di un certo John Ford; la storia di un eterogeneo drappello di umanità forzato dentro una diligenza che cerca di traversare il deserto americano del secolo scorso mentre orde di indiani cattivi cercano di far fuori tutti…
…notate qualche somiglianza?
E’ una storia semplice sì, ma non per questo inesistente; anzi, è una storia densa di allegorie (tipo il classicissimo uomo vs natura o i Titani della mitologia greca) con rimandi alla letteratura alta e alla tradizione narrativa occidentale (dall’Odissea di Omero all’Anabasi di Senofonte).

Un consiglio: non date retta a questo maledetto ignorante strapagato e correte immediatamente al cinema a vedere Mad Max: Fury Road, uno dei film più belli mai girati.

VOTO:
5 Odisseo e lode

Mad Max: Fury Road (2015) Voto

Titolo originale: Mad Max: Fury Road
Regia: George Miller
Anno: 2015
Durata: 120 minuti

I film sono visti rigorosamente in lingua originale.
Se ti senti offeso, clicca qui

Autore: Federico Del Monte

I was Born, I Live, I will Die

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