Quel fantastico peggior anno della mia vita (2015)

C’è una canzone degli Offlaga Disco Pax, un gruppo romagnolo veramente interessante oramai purtroppo sciolto, chiamata “venti minuti”.
La sentii la prima volta nel 2009, quando studiavo cinema in India, e mi colpì talmente che sentii il bisogno di scrivere un’email al gruppo per ringraziarli delle emozioni che mi aveva suscitato.
A rispondermi fu Enrico Fontanelli, bassista e tastierista degli Offlaga Disco Pax, con queste poche sincere righe:

Ciao Federico, grazie delle parole per nulla scontate.
20minuti è costata un poco a tutti in termine di esposizione, e anche per chi come me non ha scritto il testo rimane, nonostante più di un anno di esibizioni dal vivo, un pezzo estremamente emotivo da suonare.
In bocca al lupo per l’esperienza indiana, ammetto un poco di invidia.
a presto e grazie ancora.
Enrico + odp

Racconto quest’episodio perché si ricollega al fantastico film in questione per più di un motivo.
La canzone parla di come Max Collini (il cantante degli Offlaga) ricevesse ogni anno una telefonata da un vecchio amico del defunto padre conosciuto durante la loro leva militare in Friuli, un uomo che ha splendidi ricordi del controverso genitore.

Recita la canzone:

Non ho mai condiviso le scelte di mio padre, l’ho odiato cordialmente. Da sempre.
Ora che non c’è più, sono sereno. Ho risolto le cose che avevo in sospeso.
Ma ogni anno sento una voce che parla di lui come una persona meravigliosa e ne parla come non ne ho mai sentito parlare. Non lo riconosco in quelle storie di amicizia durata oltre la naturale scadenza.

E questo Me and Earl and the Dying Girl ha come tema principale proprio l’importanza della seconda volta, del secondo punto di vista, della seconda chance, del tornare sui propri passi per ricostruire un filo narrativo che davamo per scontato, perché niente è scontato a questo mondo.
Una lezione che il ragazzo protagonista di questa toccante storia impara sulla pelle di un’amica malata di leucemia, una devastante forma di cancro del midollo spinale.

Quel fantastico peggior anno della mia vita (2015) -1
a destra la lezione, a sinistra la devastazione

Thomas Mann, il bravissimo attore protagonista di questa piccola storia dolciamara (da non confondere quindi con lo scrittore di Morte a Venezia), naviga magistralmente attraverso le impervie acque del “cinema di formazione” per regalare un’insolita interpretazione del classico liceale introverso apparentemente unidimensionale nel suo egocentrismo adolescenziale, un’interpretazione ricca di feconde sfaccettature e coadiuvata da un cast ai massimi livelli su cui spiccano i due amici co-protagonisti e il ribelle professore di storia fanatico della ricerca (una scelta ovviamente simbolica).

Greg, questo il nome dell’adolescente Marcusano, è ossessionato col cinema d’autore che cerca incessantemente di replicare (ancora il tema della seconda volta) col suo collega Earl (da lui chiamato “collega” perché avere amici è svelare la propria intimità al mondo, e può essere doloroso) e lo fa in filmini amatoriali il cui titolo (ed esecuzione) fa il verso alle grandi pellicole del passato; abbiamo quindi Raging Bullshit invece di Raging Bull, Pittsburghasqatsi al posto di Koyaanisqatsi, o un esilarante Death in Tennis invece di Death in Venice.
A disturbare la quiete prima della tempesta, arriva la madre di Greg, venuta a sapere della malattia di Rachel (la ragazza leucemica), la quale spinge il ragazzo ad instaurare un’amiciza con la giovane e sollevarla quindi dalla solitudine emotiva in cui è improvvisamente piombata; piano piano, una risata alla volta, tra i due cresce una sincera amicizia che porterà l’uno a girare un toccante film d’addio per l’altra e l’altra a dare una seconda chance di futuro all’uno.

Il film regalo è chiamato appunto Me and Earl and the Dying Girl (probabile omaggio a Me and You and Everyone We Know) e la seconda chance è quella di imparare a fermarsi sui dettagli della vita quando tutto intorno invece spinge per una folle corsa verso il famoso dirupo dei Lemmings; perché se Greg vuole imparare ad essere un vero essere umano, prima ancora che un vero artista, deve sapere quando rallentare e riposizionare lo sguardo, rifocalizzare la mente sulle tante minute che compongono le nostre vite.

Quel fantastico peggior anno della mia vita (2015) -2
la vita è quel posto terribile dove siamo nati

E così il giovane, girando per la stanza dell’amica, scopre tanti piccoli segreti, tanti piccoli pezzi di un puzzle che con gli anni, con i dolori e le gioie accumulati, vanno a formare le persone che siamo, nel bene e nel male.
Ad esempio la madre di Rachel è convinta che la ragazza, quando i genitori hanno divorziato, abbia fatto a pezzi molti dei suoi libri con le forbici; la verità invece è che Rachel ha cominciato a creare piccoli diorami all’interno di questi libri, trasformando quindi un gesto distruttivo in uno di profonda riflessione e probabilmente di segreta voglia d’affetto.
Tutti noi abbiamo comportamenti, vizi e atteggiamenti che un frettoloso occhio esterno non può decodificare; questo film però suggerisce che tutti meritano una seconda chance, perché tutto vive una seconda volta e niente muore veramente.

Come quando ora, nello scrivere questa recensione, sono venuto a sapere che Enrico Fontanelli, il bassista e tastierista degli Offlaga Disco Pax, è venuto a mancare nel 2014 a seguito di una lunga malattia e al quale voglio dedicare queste poche sincere parole:

A presto e grazie ancora.
Federico + un Film una Recensione

VOTO:
5 forbici

Quel fantastico peggior anno della mia vita (2015) Voto

Titolo originale: Me and Earl and the Dying Girl
Regia: Alfonso Gomez-Rejon
Anno: 2015
Durata: 105 minuti

I film sono visti rigorosamente in lingua originale.
Se ti senti offeso, clicca qui

Autore: Federico Del Monte

I was Born, I Live, I will Die

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