Il Grande Fratello, quel programma del cazzo in cui diverse persone dal quoziente intellettivo medio-basso vengono chiuse per settimane in una villa costruita a Cinecittà a Roma per essere spiati 24 ore su 24 da decine di telecamere per la gioia di un pubblico becero e voyeurista, è giunto ormai alla tredicesima edizione.
Matteo Garrone, dopo l’esperienza di Gomorra, film post-neorealista sulla camorra di Napoli e dintorni, partendo da questo spunto socio-culturale, ha deciso di narrare una storia come tante, una di quelle storie di silenti che s’infrangono sul muro patinato della celebrità effimera da show dopo essere cresciuti una vita a pane e televisione.
Come protagonista di questa storia di sogni nel cassetto del 2000 ha scelto Aniello Arena, un ex camorrista condannato per strage e attualmente ospite del carcere di Volterra con una condanna all’ergastolo, un camorrista che però ha trovato una nuova luce tra le mura carcerarie, la luce del palcoscenico che gli ha dato speranza e dignità, due cose sempre negate alle persone come lui in un paese come l’Italia.
Matteo Garrone ci regala un film pregevole e meritevole di visione, una storia di sogno e follia come non se ne vedevano da un po’, una rivisitazione in chiave cupa e sintetica di ‘Bellissima’ di Visconti.
Accattateville!
Titolo originale: Reality
Regia: Matteo Garrone
Anno: 2012
Durata: 116 minuti
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