Repo Man, il recuperatore (1984)

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Otto Maddox è un punkettino bianco della periferia di Los Angeles.

Giovane, ribelle e nichilista (come tanti ragazzi di 18 anni), Otto non si adatta al conformismo americano perché si sente diverso e incompreso, con dei genitori fricchettoni fissati coi tele-predicatori e degli amici mezzi criminali che passano il tempo a spingersi contro i muri in concertini punk improvvisati dietro i capannoni industriali.

Una vita di merda insomma che però sembra trovare un punto di svolta quando Otto viene assunto da un’agenzia di recupero crediti; nello specifico, recupero auto.
Grazie all’aiuto dei suoi strambi colleghi fuori di capoccia, il giovane Maddox impara trucchi del mestiere e perle di saggezza popolare che pian piano lo fanno scivolare sempre più in un turbine di situazioni folli che vedono protagonisti musicisti neri incazzati, quartieri disastrati, messicani con le retine in testa, agenti della CIA fissati con la Dioretica (un gioco di parole tra “diueresi” e “Dienetica”, la filosofia/religione/scienza/presa per il culo ideata da Ron Hubbard, quello di Scientology)…

…e soprattuto una Chevrolet Malibu del ’64 con un terribile segreto nascosto nel portabagagli.

Repo Man, il recuperatore (1984)
ho visto cose che voi umani non potreste immaginarvi

Scritto da Alex Cox, un autore molto sinistroide e ateo, questo Repo Man è un film folle che procede su una rampa di lancio verso la Luna con un’accelerazione tale da far saltare occhi, orecchie e nasi agli spettatori che ignari si avvicinano ad un film talmente fuori le convenzioni che persino io sono rimasto spaesato.

Tra una sniffata di cocaina, un punk che sogna la vita del medio borghese senza sapere il perché, un telepredicatore che chiede a gran voce i vostri soldi perché dio ama la ricchezza e chi più ne ha più ne metta, Repo Man fa centro proprio col cavallo su cui ha puntato tutto: l’originalità.

Parecchio sbilenco, con una sceneggiatura spezzettata e progressivamente senza senso e un montaggio lacunoso e quasi frettoloso, questo film però primeggia col suo spirito indipendente da mercato delle pulci.
Il chiaro messaggio anti-capitalista, anti-religioso e anti-stupidità viene mandato senza indottrinamenti di sorta e anzi si percepisce quasi come se il regista volesse minare le stesse fondamenta del suo ragionamento in un autolesionismo nichilista un po’ tipico degli alternativi veri.

Repo Man non è un film bello, assolutamente, ma è un film fatto da belle persone, e questo conta molto secondo me.

VOTO:
3 belle persone

Repo Man, il recuperatore (1984) voto

Titolo originale: Repo Man
Regia: Alex Cox
Anno: 1984
Durata: 92 minuti
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I film sono visti rigorosamente in lingua originale.
Se ti senti offeso, clicca qui

Autore: Federico Del Monte

I was Born, I Live, I will Die

3 pensieri riguardo “Repo Man, il recuperatore (1984)”

  1. visto questo film proprio stasera. cercavo recensioni ed opinioni sulla rete mi sono imbattuto in questo articolo. concordo al 99% con quello che vi è scritto: la cosa da apprezzare maggiormente è l’originalità della pellicola, pervasa da uno spirito anticonformista, sia nello svolgimento della trama che nella caratterizzazione dei personaggi. tuttavia non ho colto il messaggio anti-capitalista di cui si accenna nell’articolo. film piacevole, soprattutto per gli amanti del Weird. Dal punto di vista tecnico mi è sembrato particolarmente penoso il settore audio: doppiaggio scadente, ed effetti ambientali che sanno troppo di copia e incolla. avrei preferito una prima visione in lingua originale.

    1. Io i film li vedo sempre in originale sia per una questione di oggettività sia per evitare il famigerato doppiaggio italiano.
      Purtroppo non posso risponderti riguardo il capitalismo perché ho virtualmente scordato l’intero film.
      Mi ricordo solo che a un certo punto la macchina spicca il volo alla Blade Runner.

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