Brandon non riesce ad avere rapporti umani gratificanti e conduce una vita agiata ma asettica, vuota come il suo appartamento newyorkese e priva di godimento come le sofferte scopate che si autoinfligge nella vana speranza di soffocare il mare di tristezza che lo sommerge fino al collo.
Tra una sega nel bagno a lavoro e una prostituta chiamata a casa, una video chiamata con una camgirl e una manciata d’occhiate fugaci ad una donna sposata, Brandon sembra patire le pene dell’inferno emotivo.
A complicare (o risolvere) questa triste situazione arriva senza essere invitata sua sorella (borderline) che si piazza sul divano di casa e comincia a distruggere pezzo dopo pezzo il muro isolazionista che il fratello si è costruito a fatica forse proprio come difesa da un’infanzia traumatica che saggiamente non ci viene mai svelata ma solo suggerita.
Il loro misterioso rapporto fatto di taciuti è infatti al centro della vicenda e quello che le parole non possono né vogliono dire sembra fare da fondamenta alla loro profonda e cangiante tristezza.
Malinconica pellicola sul dramma del vicolo cieco emotivo dentro il quale molti di noi si vanno a ficcare per paura d’affrontare i mostri del nostro passato e straordinarie chiappe per Michael Fassbender.
Era un po’ che mi girava per la testa di vedere questa seconda pellicola del signor McQueen, lo stesso che mi aveva precedentemente deliziato (termine un po’ fuori luogo vista l’enorme carica di sofferenza del film) con lo splendido Hunger e devo dire d’essere pienamente soddisfatto.
Le interpretazioni sono tutte eccellenti, dai personaggi principali fino alle comparse (tra cui spicca un cameriere assurdo che ruba la scena con dei modi impacciati e una parlata altalenante come se stesse continuamente per dimenticarsi le battute), e la regia ha dei modi talmente pacati che quasi si sposa alla perfezione con la crudezza di parecchie scene dal contenuto sessuale, una giustapposizione infatti che esplicita ulteriormente, se mai che ne fosse bisogno, la dicotomia sentimentale che guida le azioni di questo fratello e questa sorella dal passato misterioso e dal futuro più che incerto.
VOTO:
4 scopate spudorate e mezza
Titolo originale: Shame
Regia: Steve McQueen
Anno: 2011
Durata: 101 minuti
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