Solo gli amanti sopravvivono (2013)

Solo gli amanti sopravvivono (2013)

Fa un brutto effetto vedere un regista di rinomata bravura e raffinatezza cadere nella melma del soliloquio edonistico romantico.

Solo gli amanti sopravvivono è infatti un’accozzaglia ripugnante di cliché, un’ammiccante sbrodolatura di elementi culturali tanto di nicchia quanto sulla bocca di ogni hipster del cazzo.

A- Ehi, ma lo sai che Shakespeare non ha scritto le sue tragedie?
B- Ma dai?!
A- Sì fraté: c’era questo Marlowe, un contemporaneo, che l’ha scritte e Willie gliele ha fregate.
B- Nooo. Che storia!
A- Già.

Ecco, tanto per fare un esempio di sbrodaglia pseudo-intellettuale che Jarmush ti vuole rifilare in bocca con un cazzotto tardo ottocentesco.

Dopo aver speso svariati quarti d’ora a mostrarci che Adam ama in ordine sparso: Nikola Tesla, Marlowe, Newton, Platone, le chitarre anni ’30, i vinili, la musica elettronico-strumentale, i divani di pelle, il fai da te casalingo, i cavi sparsi per casa, gli occhiali Rayban di notte, il sangue O positivo e le fotografie in bianco e nero appese al muro in cornici diverse e senza ordine o simmetrie…

ecco, dopo aver mostrato quanto Adam sia il perfetto prodotto della nostra era di remixes in chiave commerciale, il caro Jim fa entrare in scena Ava, la sorella di Eve, la quale invece è l’opposto del suddetto hipster: lei rappresenta l’era moderna fatta di stupidità, superficialità e voglia di divertimento a tutti i costi.

Adam e Eve…sì, avete letto bene, Adamo ed Eva, perché Jarmush è intelligente e fa riferimenti di nicchia che fanno sentire intelligenti tutti quelli che hanno la 3° media, sono due vampiri centenari che se avessero Facebook ci metterebbero “Relazione complicata”.
Lui è un depresso fichetto musicista strumentale tardo romantico con istinti suicidi; lei legge Infinite Jest…e ho detto tutto.
Si sono sposati 4 volte durante la loro lunga vita e hanno avuto i loro problemi come tutte le coppie di egocentrici menefreghisti; il film si concentra su uno dei loro supposti innumerevoli riavvicinamenti, quello del 2013.
Adam si vuole ammazzare ma chiama lei perché in realtà non si vuole ammazzare ma vuole solo tanta attenzione, attenzione che gli viene data dal regista stesso che spende 2 ore di film a mostrarci la sua vita di banale depresso. Lei da Tangeri (che colpo, pensavi Jim usasse Casablanca per rendere la parabola hipster completa) prende due voli notturni e raggiunge Detroit, dove lui vive.
…vive a Detroit
…sì
…perché, come dice Adam durante una guidata notturna per le strade desolate, quando tutti se ne sono andati, lui è rimasto.
Capito? Una frecciatina alla decadenza del capitalismo americano!
Grande Jim! Digliene quattro a quel negro di Obama che ci ha traditi dopo tutta la fiducia completamente immotivata che gli avevamo dato, fiducia immotivata non per un represso senso di colpa per la schiavitù a cui nessuno di noi ha mai partecipato e probabilmente nessuno dei nostri avi ha mai neppure visto che però fa tanto fico essere antischiavisti e se fossi donna mi farei scopare da un negro e mi farei chiamare schiava e mi farei schiaffeggiare con la scusa del senso di colpa quando invece la triste realtà è che sono solo una triste triste donna.
No no, è che Obama-Yes-We-Can!

La cosa che fa più rabbrividire però è che tutto sommato Ava è meglio di quei due radical chic di merda, meno contemporanea e meno costruita a tavolino: Adam è il tipo che comprerebbe su Etsy, Ava preferirebbe entrare in un negozio psichedelico e farsi una chiacchierata (con annessa scopata) col cassiere.

Conclusione:
Viva i semplici se i complicati si decodificano con un numero a caso di Rolling Stone.

VOTO: 3 Obama-Yes-We-Can e mezzo

Solo gli amanti sopravvivono (2013) Voto

Titolo originale: Only lovers left alive
Regia: Jim Jarmusch
Anno: 2013
Durata: 123 minuti

I film sono visti rigorosamente in lingua originale.
Se ti senti offeso, clicca qui

Autore: un Film una Recensione

I was Born, I Live, I will Die

2 pensieri riguardo “Solo gli amanti sopravvivono (2013)”

  1. Questo non l’ho ancora visto, l’ultimo è stato Paterson. Mi pare che Jarmusch si diverta parecchio a prendere di mira benevolmente e con fine ironia i clichés, gli atteggiamenti costruiti, i luoghi comuni spesso variopinti e sconclusionati, attribuendoli ai suoi personaggi e alle situazioni. In Paterson per esempio c’è la sparata anacronistica e contraddittoria dei due giovani sedicenti anarchici, ma anche negli altri film ho notato spessissimo questo suo giocare e divertirsi con i clichés, anche quelli esteriori; a volte smascherandoli apertamente, per esempio mettendo faccia a faccia i personaggi stessi (questa almeno è la mia impressione). Un esempio tra i molti, le due corse del tassista della Costa d’Avorio (Night on Earth). Vedrò di procurarmi anche questo, così forse sarò in grado di aggiungere un commento più puntuale!

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