Predator 2 (1990)

E’ il futuristico 1997 e Los Angeles è un inferno di lamiere roventi e palle sudate che neanche te lo immagini.

Se credi che una folle guerra tra bande criminali, formate da minoranze etniche, e la polizia locale sia abbastanza propaganda fascio-liberale, ti spagli di grosso perché sta per scendere in campo il negro più fottuto di tutti, lo stereotipo più azzardato dell’uomo nero, il Predator delle foreste tropicali con i rasta e le unghie incarnite che ha un solo obiettivo in testa: uccidere te e fottere tua figlia, possibilmente in culo.

Predador 2 (1990)
la migliore scena del film

Questo film è un esperimento della CIA sulla sopportazione del dolore per i prigionieri di Guantanamo; non c’è altra spiegazione.

Sopra le righe come Gianni Agnelli sulla cocaina, razzista come Suor Germana e profetico quanto Luigi Di Maio, Predator 2 è indubbiamente uno dei peggiori miglior sequel mai fatti nella storia del cinema (testimoniato anche dal titolo brasiliano, vedi sotto) e se la batte lì lì con quell’altra ciofeca cult di Robocop 2 con cui condivide l’abbandono totale del sottotesto politico del primo capitolo per un abbraccio mortale col più becero populismo liberale.

Di sicuro chi non è rimasto deluso dal film è Dannis Glover che se n’è uscito con la seguente folle dichiarazione:

Ero sui 42, 43 anni… nella migliore forma fisica della mia vita. Correvo sulla spiaggia, mi allenavo, tiravo su più pesi di adesso. Me la sentivo veramente calda in quel film.

VOTO:
2 spiagge e mezzo

Predador 2 (1990) voto

Titolo brasiliano: O Predador 2: A Caçada Continua
Regia: Stephen Hopkins
Durata: 1 ora e 48 minuti
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Moonfall (2022)

La follia prende corpo dentro le teste di cazzo che popolano questo film mentre strani avvenimenti che coinvolgono la Luna si susseguono a ritmi talmente vertiginosi che dopo appena 20 minuti la Terra è già spacciata, il protagonista ha perso ogni speranza e io mi sono scarnificato il petto con un coltello affilato andando a formare una potente Z contro i nazisti ucraini del battaglione Azov che fanno i gradassi con donne e bambini mentre piangono come conigli merdosi davanti l’Armata Rossa.

Sulla nella Luna ci sono gli alieni, ma in realtà no.

Moonfall (2022)

Questa è una pellicola che definire scandalosa è un complimento.

E non lo dico per fare effetto, per farvi ridere, voi poveri cristi senza futuro, ma sono profondamente convinto che questo film dovrebbe schiantarsi nel glorioso solco delle catastrofi cinematografiche cacate col culo credendo di giungere a catarsi cosmica mentre si giunge solo al cazzo che te se frega.

Personaggi cretini, situazioni incredibili, effetti speciali miserevoli, una studente quarantenne dagli occhi a mandorla che sta lì solo perché il film è prodotto dai cinesi.
Devo aggiungere altro o possiamo prendere per i piedi Zelenskyy e appenderlo al pennone più alto?

VOTO:
2 conigli

Moonfall (2022) voto

Titolo cinese: 月球陨落
Regia: Roland Emmerich
Durata: 2 ore e 10 minuti
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I morti non muoiono (2019)

Nella piccola cittadina di Centerville, dove gli unici edifici degni di nota sono una prigione minorile e un orribile bar all’americana, la vita scorre tranquilla e senza dignità… sino a quando la cupidigia dei cattivi capitalisti impegnati a far baraonda al polo nord sposta l’asse terrestre finendo per incasinare fenomeni atmosferici e facendo tornare in vita i morti.

Piccole gag a seguire.

I morti non muoiono (2019)

Film molto noioso che non riesce a centrare quasi nessuno dei suoi bersagli.

Come parodia del genere arriva tardi e senza clamore e come critica al consumismo è incredibilmente datata e semplicistica; senza considerare che Romero aveva già fatto tutto ciò (e meglio) con il secondo episodio della sua quadrilogia/pentalogia/cazzologia zombie.

Cast di rilievo, che probabilmente ha partecipato solo per il gusto di lavorare col famoso regista americano, ma che non aggiunge uno spillo al discorso e trama molto confusionaria e francamente trascurabile.

Veramente inspiegabile.

VOTO:
2 bersagli

I morti non muoiono (2019) voto

Titolo: The Dead Don’t Die
Regia: Jim Jarmusch
Durata: 1 ora e 44 minuti
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Mondi alieni (2020)

Documentario in quattro puntate che tenta, con fortune alterne, di rappresentare possibili realtà evolutive su pianeti lontani dal nostro.
Pianeti che possono aver sviluppato forme di vita aliene non solo come semplice definizione, ma soprattutto come concezione della realtà quotidiana fatta di uova, sperma, spore e tua madre.

In questo caleidoscopio di bizzarrie più o meno accettabili troviamo balene volanti, insetti carri armati, palloni gonfiati, scimmie elastiche e super-cervelli senza spina dorsale.

Bellino, anche se mette in campo la tecnica Neil Breen di riciclare e riciclare e riciclare quei 5 minuti di filmato buono; quasi più interessanti gli inserti sul pianeta Terra.

VOTO:
2 insetti scimmia gonfiati super cervelli senza spina dorsale

Mondi alieni (2020) voto

Titolo: Alien Worlds
Durata: 4 episodi da 45 minuti

Mars Attacks! (1996)

La Terra viene circondata dagli UFO e in breve salta fuori che a pilotarli sono i marziani.

Ovviamente i terrestri sono un pochino scossi dall’evento e c’è chi mentalmente si prepara ad un’invasione in pieno stile conquistadores, mentre altri pensano più candidamente che sia il momento di volare alto e abbracciare i nostri angeli alieni in un profluvio di pace e vino e mirra.

Mentre Tom Jones canta e balla a Las Vegas il suo famoso brano “It’s Not Unusual”, si dà il caso che molto dolore seguirà.

Mars Attacks! (1996)

Simpaticissima commedia che prende in giro e allo stesso tempo omaggia i filmetti di serie B anni ’50 sugli extra-terrestri con tutta la loro dose di più o meno inconsapevole ilarità che spruzza fuori da scene e personaggi dal dubbio gusto.

Potente il tappeto di star che prendono parte al gioco: da Jack Nicholson a Martin Short, da Glen Close a Michael J. Fox passando per Pierce Brosnan e Sarah Jessica Parker-cagna fino al cameo di Danny DeVito.

Ma la cosa più interessante di tutte per me è stato scoprire che la vecchia sorda è interpretata da Sylvia Sidney, la stessa attrice che faceva Juno, la manager tabagista in Beetlejuice con la voce bassa come Peter Dinklage .
Sylvia ha vissuto una vita piena, fatta di numerosi interpretazioni filmiche tra gli anni ’30 e ’50 del ventesimo secolo per poi rallentare un po’ lasciando spazio all’altra sua grande passione, allevare cagnetti di razza Carlino.

Piccolo cane regna!

VOTO:
4 Carlini

Mars Attacks! (1996) voto

Titolo croato: Mars napada
Regia: Tim Burton
Durata: 106 minuti
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Attack the Block (2011)

5 ragazzetti  sottoproletari di Brixton, un quartieraccio londinese con palazzoni popolari e criminalità diffusa, si ritrovano loro malgrado nel bel mezzo di un’invasione aliena da parte di gorilloni inbufaliti alti 2 metri.

Siccome le loro vite sono quotidianamente drammatiche e oramai ce ne vuole per spezzare i loro spiriti, i nostri giovani protagonisti non ci pensano due volte prima d’imbracciare mazze e coltelli e mettere su una caccia allo sfruttatore borghese come non se ne vedevano da lustri.

Taglia di qua, infilza di là, questi reietti si faranno carico, come sempre accade, della sopravvivenza della piramidale società in cui sono sfruttati.

Attack the Block (2011)

Eccezionale opera prima di un regista strafattone che a distanza di 10 anni dall’uscita rimane fresca e godibile senza per questo afflosciarsi sul nulla qualunquistico entro cui si tenta di spingere ogni opera artistica nella speranza di un mero ritorno economico.

E invece Attack the Block dimostra, se mai che ne fosse bisogno, che si può battere cassa e allo stesso tempo battere la grancassa dell’indignazione popolare senza per questo risultare verbosi, ma anzi coinvolgendo in maniera leggera proprio quello strato sociale che, con tutta la boria tipica dell’avanguardia proletaria tipo Lotta Comunista, viene irrimediabilmente spinta all’altra sponda politica.

Bello, divertente e mai lezioso.

VOTO:
4 lotta comunista

Attack the Block (2011) voto

Titolo esteso: Attack the Block – invasione aliena
Regia: Joe Cornish
Anno: 2011
Durata: 1 ora e 28 minuti
Compralo: https://amzn.to/3CcHjiz

Grabbers (2012)

Un poliziotto alcolizzato e una poliziotta ficasecca si ritrovano compagni d’avventure mentre su una piccola isola irlandese succede l’invasione aliena di una particolare specie di mostro succhia sangue, ma allergico all’alcol.

L’unico modo per passare indenni la notte sarà quindi imbottirsi di birra come non ci fosse un domani mettendo in scena la più classica delle serate irlandesi.

Grabbers - Hangover finale (2012)

Filmetto coi mostri molto simpatico che, nonostante una vivace vena comica, non viene però svolto come una commedia, ma piuttosto come un film horror, con tanto di decapitazioni.

Non è un capolavoro e viene dimenticato presto, però è girato bene, i personaggi sono simpatici e non si prende sul serio.

Titolo italiano da denuncia.

VOTO:
3 mezze pinte e mezza (ovvero 1 pinta e 3/4)

Grabbers - Hangover finale (2012) voto

Titolo italiano esteso: Grabbers – Hangover finale
Regia: Jon Wright
Anno: 2012
Durata: 1 ora e 34 minuti
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John e la musica per gli alieni (2020)

John Shepherd è un americano di tarda età che ha avuto i suoi 15 minuti di fama negli anni settanta quando ha pian piano costruito una stazione radio ricetrasmittente da 60000 volts nella casa dei nonni nella speranza di entrare in contatto con gli extraterrestri.

Project STRAT (Special Telemetry Research And Tracking), questo il nome del suo eccentrico e costoso progetto, ha occupato tutta la sua giovinezza fino a quando, finiti i soldi dei nonni, John ha trovato altro su cui fissare la sua autistica attenzione.

John e la musica per gli alieni (2020)

Un cortometraggio veramente bello nella sua semplicità.

Senza rovinare la piccola sorpresa finale che quasi cambia il parere che il pubblico può essersi fatto sull’americano in questione, si può tranquillamente dire che il regista ha scelta una strada coraggiosa e non per questo meno fruttuosa del solito film su gente strana da osservare dal vetro di uno zoo, concentrando lo sforzo narrativo sulla costruzione di un profilo umano così distante da molti eppure così vicino al cuore.

VOTO:
4 kinder sorpresa

John e la musica per gli alieni (2020) voto

Titolo originale: John Was Trying to Contact Aliens
Regia: Matthew Killip
Anno: 2020
Durata: 16 minuti

Top Secret UFO Projects: Declassified (2021)

Nel 2017 un cecoslovacco scalzo e i suoi amici ubriaconi videro un gruppo di mucche spaventate da un poliedro volante non identificato.

Rasserenati dalla visione di quello che sembrava essere chiaramente un segno di vita aliena, giurarono sulle loro madri cagne che avrebbero prodotto una mini serie di merda con la musica alta alta per spaventare i ladri e una sfilza d’interviste a gente più o meno alcolizzata come loro da vendere poi a Netflix per fare i soldi dinero mucho pecunia…

…e miracolosamente la palla gli andò dentro!

Top Secret UFO Projects: Declassified (2021)

Se siete a corto di metadone perché vi siete bevuti le vostre 3 dosi giornaliere già alle 9:30 e il buco del culo vi va stretto tanto stretto che v’immaginate il buio, allora fiondatevi fuori dalla finestra e spiccate il volo nel buio della notte dichiarando la vostra omosessualità ai quattro venti.

Fate questo, fate quello, fate quello che vi pare, ma non guardate questa merda di filmettini sensazionalistici girati da un cecoslovacco scalzo.

VOTO:
2 scanzi

Top Secret UFO Projects: Declassified (2021) voto

Titolo polacco: UFO: Odtajnione projekty
Autori: Jan Stehlik, Petr Vachler
Anno: 2021
Durata: 6 episodi da 45 minuti

Fuori di testa (1987)

Scendono gli alieni nella tranquilla cittadina australiana di Kaihoro (vagamente traducibile come “Fastfood”) e gli abitanti scompaiono misteriosamente.

Per capire cosa stia succedendo, viene mandata una sgangherata squadra speciale composta da tizi con i baffi fini fini e i capelli lunghi dietro i quali, non sapendo gestire la più semplice delle conversazioni per inadeguatezza intellettiva, smitragliano questo e quello ingigantendo così metaforicamente i loro cazzi.

Fuori di testa (1987)

Pietoso esordio al lungometraggio per colui il quale da giovane sembrava Jerry Calà e tortura medievale per il mio culo mentre, sofferente come un tossico di Chicago, ho ingurgitato ettolitri di sangue con gli occhi di chi vuole che tutto finisca presto.

Ho dormito un pochino per sfuggire, ma sono stato risvegliato dai 457 milioni 234 mila 982 proiettili sparati lungo gli ultimi 75 dei 91 minuti di film.

Carini, ingeniosi e molto splatter gli effetti speciali; da ricovero tutto il resto.

VOTO:
2 baffi fini e capelli lunghi dietro

Fuori di testa (1987) voto

Titolo originale: Bad Taste
Regia: Peter Jackson
Anno: 1987
Durata: 91 minuti
Compralo: https://amzn.to/3gC9vD4

L’ultimo terrestre (2011)

Gli alieni stanno per arrivare sulla Terra ma gli esseri umani non sembrano troppo sconvolti.
Perché?

Perché devono pensare a come arrivare a fine mese e secondo lo sceneggiatore tipico italiano questo è un buono spunto per parlare della crisi contemporanea italiana nella voragine politica in assenza di valori ed ideologie che dirigano il gregge di dio illuso dal logorio della vita moderna… o qualcosa di simile.

Ad ogni modo: il nostro protagonista si chiama Luca, è un povero asociale misogino con il volto da Picasso, il suo unico amico è un transessuale col naso da Shylock e la faccia di Luca Marinelli, lavora in una squallida sala bingo frequentata da gente squallida e non sa come dichiararsi alla vicina di casa bona.
In aiuto arriva la morte del gatto di lei e bla bla bla

L'ultimo terrestre (2011)

Primo film del fumettista Gipi di cui lessi un paio di libri nel 2008 e poi me ne dimenticai, come farò con questo film.

Non è brutto, anzi: ci sono alcune trovate interessanti, lo stile (anche se forse una punta pretenzioso) ci sta e la storia non è malvagia… ma è che proprio non me ne frega una mazza.
Cioè, io ci provo a volergli bene ma finisco col fregarmene il cazzo e passare oltre perché la vita è una sola, anche se in realtà siamo parte di un unico magma cosmico imperscrutabile e di cui non capiremo mai l’essenza dal nostro ridicolo punto di vista percettivamente ristretto come il culo di gallina…
…ma vuoi mettere la crisi contemporanea della disoccupazione in Italia?

Il finale mi ha ricordato un film che non smetto mai di consigliare, che si chiama Take Shelter e che è infinitamente meglio di questo.

VOTO:
2 magma e mezzo

L'ultimo terrestre (2011) voto

Titolo internazionale (ma chi l’ha visto?): The Last Man on Earth
Regia: Gian Alfonso Pacinotti
Anno: 2011
Durata: 100 minuti

Captain Marvel (2019)

Nel 1989 gli USA invadono illegalmente Panama, uno stato indipendente dell’America centrale strategicamente posto attorno l’omonimo stretto, guidato da Noriega, un dittatore finanziato per decenni dal governo statunitense in contrapposizione alle spinte socialiste del resto del centro e Sudamerica.

Nello stesso anno Carol Danvers, una pilota dell’aeronautica militare americana, fa un chioppo della Madonna durante un test di volo del nuovo “motore velocità della luce” che, come “ordigno fine di mondo” nel Dottor Stranamore, voleva mettere un punto e a capo ad una lunga guerra tra due civiltà.

Le cose ovviamente sono più complicate di come sembrano a primo acchito e Carol, sopravvissuta all’incidente mostrando chiari segni di supereroismo fumettistico, dovrà venire a capo di un mistero di non facile soluzione per una nazionalista indottrinata come lei, ovvero: è mai possibile che i miei superiori mi abbiano mentito e che stia combattendo una guerra ingiusta contro un gruppo di poveracci?

Captain Marvel (2019)
è mai possibile che le razze inferiori abbiano sempre un cazzo superiore?

Inaspettato buon film che, ponendo una protagonista donna per chiare esigenze di marketing e non certo per ravvedute posizioni di eguaglianza sociale, riesce a mescolare la solita brodaglia superomistica abbastanza stantia ficcandoci dentro un twist narrativo che forse porrà un piccolo dubbio ai militari americani che vedranno il film convinti d’assistere ad un’epica mentre in realtà qui siamo più dalle parti dell’elegia.

I registi sono gli stessi dell’ottimo Mississippi Grind e del buon Half Nelson, due film fortemente incentrati sullo studio del personaggio, e questa scelta non sembra aver avuto i medesimi esiti in questa pellicola; se da un lato abbiamo infatti dei personaggi in qualche modo simpatetici e con più di una sfaccettatura, dall’altro ritroviamo i soliti siparietti con lui, lei e la simpatia smargiassa tipica di chi non porta sulle spalle le colpe degli antenati perché le ha gettate nel cesso assieme all’ultima cacata nera di catrame nero.

Completamente fuori luogo, nonostante il film si svolga per la maggior parte nel 1995, le canzoni di TLC, Hole , No Doubt, Nirvana… che partono così, come se uno avesse acceso lo stereo ad alto volume mentre tu stavi parlando con un amico fottendosene di chi o cosa gli sta attorno.

Simpatico Samuel L. Jackson, svecchiato digitalmente di 25 anni, che arranca zompettando con molta prudenza nelle scene di corsa mostrando così la paura di cadere e rompersi il femore/anca, prima causa di morte per i 70enni come lui.

VOTO:
4 femori

Captain Marvel (2019) voto

Titolo di lavorazione: Open World
Regia: Anna Boden, Ryan Fleck
Anno: 2019
Durata: 123 minuti