Una tomba per le lucciole (1988)

Sulla città di Kobe si abbatte la violenta furia dell’aviazione americana che, violando parecchie leggi sul diritto internazionale, lancia bombe incendiarie sulle case di inermi cittadini nipponici con l’unico intento di provocare morte e distruzione e costringere con la paura e la sofferenza la resa del Giappone.

In questo scenario apocalittico il giovane Seita e sua sorella minore Setsuko rimangono presto orfani (dopo che la madre muore bruciata viva e il padre affonda con la portaerei sulla quale prestava servizio) e si ritrovano quindi a dover fronteggiare fame e solitudine senza una figura genitoriale a fare loro da scudo.

Seita tenterà di provvedere alla piccola Setsuko spendendo gli ultimi soldi lasciati dalla madre e finendo per rubare la verdura nei campi circostanti, ma la durezza della guerra sarà ben più forte del rinomato spirito giapponese.

Una tomba per le lucciole (1988)

Molto toccante e molto duro racconto autobiografico di Akiyuki Nosaka che vide morire di fame sua sorella minore durante la guerra ed ennesimo monito pacifista prodotto nella nazione che ha subito lo scoppio di ben due bombe nucleari.

Bello, indubbiamente, anche per il modo mai banale con cui racconta le piccole quotidianità di due bambini che tentano di sopravvivere in una società che già stava cominciando a dimenticare in nome del nuovo capitolo storico che si apprestava a subire dopo la sconfitta nel secondo conflitto mondiale.

Ovviamente consigliatissimo.

VOTO:
4 bambini

Una tomba per le lucciole (1988) voto

Titolo originale: ほたるのはか Hotaru no haka
Regia: Isao Takahata
Durata: 1 ora e 29 minuti
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Ghost in the Shell (1995)

Nel 2026 il mondo è oramai invaso dai cyborg e Motoko Kusanagi, una di loro al servizio della Sezione 9 della polizia giapponese, deve tirare il ragno dal buco del mistero attorno al fantomatico Burattinaio, un’entità senza volto né sesso che sta seminando un po’ di panico tra i pezzi grossi governativi infiltrando sistemi informatici e cervelli cibernetici.

Chi è e cosa vuole questo Burattinaio che sta muovendo le fila di un piano tanto oscuro quanto minaccioso?

Ghost in the Shell (1995)

Anime culto degli anni ’90 che ha influenzato non poco la fantascienza a seguire (vedi Matrix) e che rappresenta forse uno degli esempi migliori di connubio tra misticismo, scienza e filosofia in salsa nipponica.

Leggermente calante nella tensione narrativa, mantiene comunque dall’inizio alla fine una bellissima atmosfera quasi surreale, nonostante l’estrema fisicità e della tematica cibernetica e della carica di violenza.

Un’ottima animazione e delle musiche spesso suggestive accompagnano lo spettatore in un viaggio negli abissi d’acciaio di una Tokyo sommersa dall’acqua che rimane di difficile comprensione, sia per i personaggi che la popolano che per lo spettatore.

VOTO:
3 salse e mezzo

Ghost in the Shell (1995) voto

Titolo originale: 攻殻機動隊
Regia: Mamoru Oshii
Durata: 1 ora e 23 minuti
Compralo: https://amzn.to/3YCLT6D

Questo mondo non mi renderà cattivo (2023)

Hanno aperto un centro accoglienza immigrati in un quartiere popolare e problematico di Roma e ovviamente è scoppiata l’eterna bagarre tra chi non vuole concorrenza mentre spaccia la droga in piazza, i fascisti, e quelli dell’area comunista/antagonista.

Nel frattempo torna nel quartiere un vecchio amico di Zerocalcare, il corpulento Cesare, che dopo tipo 20 anni in comunità si caca sotto all’idea di dover affrontare nuovamente i demoni di un passato quanto mai presente nelle periferie capitaliste che ci siamo meritati dopo 70 anni di governi liberali.

E Secco vuole sempre il gelato.

Questo mondo non mi renderà cattivo (2023)

Rispondendo all’enigma posto nella recensione della precedente stagione, possiamo confermare che alla fine Zerocalcare la fica sotto al naso se l’è gustata come non ci fosse un domani.
E non solo: ci si è fatto pure una ricca pippa, e l’ha fatta pure a quello che gli sedeva accanto, e pure al prossimo, via via fino all’ultimo della fila che stava lì solo per i popcorn buoni.

I temi trattati sono interessanti (anche se solo parzialmente affrontati, come da manuale Cencelli-Zerocalcare) e molte sono le riuscitissime trasposizioni visive di concetti e sentimenti anche abbastanza complessi (Cesare come una pietruzza che affonda nell’oceano, il faro Sara d’Alessandria), e quindi non si può certo definire brutto… tutt’altro.

E però c’è sempre quel sentito sentimento di dispiacere per un autore che, forse colmo delle sue ansie, sembra sempre non voler prendere di petto le questioni che, seguendo il suo pensiero critico anarco-comunista-straight-edge, dovrebbe invece prendere a sassate sui denti.
Pietose in questo senso appaiono le sue patetiche giustificazioni, tipo sul perché chiama “nazisti” quelli che sono palesemente “fascisti del terzo millennio”.
Li avesse chiamati ratti o figli di puttana o purulenti cancri anali da scorticare con le unghie luride di un australopiteco liberale avrei pure chiuso un occhio, ma un generico nazista, così, spiattellato manco fossimo i Blues Brothers, proprio no.

E Walter Veltroni, svenuto e portato a braccia da due malati d’aids africani, continua ad essere un fottuto traditore.

VOTO:
3 Veltroni

Questo mondo non mi renderà cattivo (2023) voto

Titolo inglese: This World Can’t Tear Me Down
Creatore: Zerocalcare
Durata: 6 episodi da 30 minuti circa

Se succede qualcosa, vi voglio bene (2020)

Un piccolo cortometraggio sul dramma della scomparsa e l’incomunicabile distanza che si crea tra le persone rimaste a vivere quel vuoto.

Animato con delicatezza e con uno stile minimalista, questo piccolo film è una perla da non perdere.

 Un’opera struggente su una famiglia toccata dal dolore.
– Stefania Marinucci –

VOTO:
4 St3pny

Se succede qualcosa, vi voglio bene (2020) voto

Titolo originale: If anything happens I love you
Regia: Michael Govier, Will McCormack
Anno: 2020
Durata: 13 minuti

Strappare lungo i bordi (2021)

Particelle di vita di un fumettista romano oramai molto conosciuto e che però persiste nella sua Rebibbia vivendo una vita fuori dai riflettori e sotto l’asticella di comodità e agiatezza che il suo conto in banca gli permetterebbe di vivere.

Attorno e assieme a lui vediamo e viviamo gli amici di lunga data che si barcamenano alla meno peggio sperando un giorno di uscire dal vortice liberal-capitalista che li sta inghiottendo assieme ad intere generazioni di proletari e sotto-proletari purtroppo incapaci di prendere per i capelli la classe dominante perché incapacitati dai loro stessi sfruttatori borghesi che, lividi in volto e tumefatti dal fiume di ricchezza che continua a inzepparli come tacchini, non vogliono mollare di un centimetro una guerra sociale che hanno vinto 40 anni fa.

Strappare lungo i bordi (2021)

Piccolissima prima stagione dolciamara di una serie che forse (ma forse) ne avrà una seconda, per la gioia dei fan di Zero e per il discontento dello stesso Zero che proprio non ne vuole sapere di mettersi al centro dei riflettori, forse un po’ per una nevrosi incurabile e forse perché mortacci quant’è difficile rimanere fedeli a certi ideali quando ti mettono la fica d’oro sotto al naso e tu stai lì che dici <<Ma no io sono superiore agli umori della donna e i soldi mi fanno schifo mi ci pulisco il culo. Il culo.>>.

E’ dura e qualche volta si può e si deve scendere a compromessi sui margini della pagina (tanto per rimanere spudoratamente in tema); l’importante è mantenere il centro intatto, quel cuore pulsante che dirige la baracca verso il Sol dell’avvenire.
Ma attenzione, fare compromessi al rialzo e non come quei farabutti di sinistronzi tipo Serena Dandini e compagnia cantante che dicono che sono di sinistra e poi sono amici di Walter Veltroni.

Walter Veltroni, quello che ha lasciato un debito della madonna sulle spalle dei romani, e non per costruire opere di fondamentale importanza per le classi più povere tipo le fogne o i marciapiedi o l’illuminazione pubblica, no no te pare. I debiti li ha fatti ad esempio per costruire l’auditorium dell’archistarcazzo a Roma nord per farci i concertini e i convegni e le mostre dei cinema dove ci vanno principalmente i borghesi della ZTL come lui.

Voi siete dei fottuti traditori che, volenti o nolenti, avete decretato la fine della lotta di classe passando la linea di demarcazione che divide chi in questa società piramidale sfrutta e chi viene sfruttato, chi comanda e chi viene comandato, chi se la ride e chi se la piagne, chi verrà processato in piazza dai tribunali del popolo e della democrazia diretta e chi lo giudicherà.

VOTO:
4 Zoro che se la ridono

Strappare lungo i bordi (2021) voto

Titolo: Tear along the Dotted Lines
Creatore: Zerocalcare
Anno: 2021
Stagione: 1
Durata
: 6 episodi da 20 minuti circa

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Tokyo Godfathers (2003)

3 senzatetto giapponesi, per racimolare una cena “aggratise”, si ritrovano ad una recita natalizia organizzata da un invasato gruppo cristiano .

Quello che non sospettano è quest’incipit contraddistinguerà quella magica sera di Natale trasformandola in una notte di avventure rocambolesche, mosse dall’esigenza di trovare i genitori di una neonata abbandonata in mezzo ai rifiuti.

Questi 3 improbabili re magi senza una famiglia faranno scudo, con le loro giacche lise e una manciata di cartoni, alla Gesuccristo che è miracolosamente capitata loro, facendo affidamento ad una fortuna divina che per tutta la notte li perseguiterà con benevolo occhio.

Tokyo Godfathers (2003)

Film d’animazione tutto giocato sul reciproco rimando degli elementi in scena (famiglia, miracolo, redenzione) e sulla coincidenza assurta a moto degli astri divini.

Purtroppo non regge tutta la durata (nonostante sia pure corto) e spesso ci si ritrova un po’ a sbadigliare tra una sequenza e l’altra.
Ed è un peccato, perché le idee non erano male e la grafica è molto espressiva e dettagliata.

VOTO:
3 magi

Tokyo Godfathers (2003) voto

Titolo giapponese: 東京ゴッドファーザーズ
Regia: Satoshi Kon
Anno: 2003
Durata: 1 ora e 28 minuti
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Wallace & Gromit: La maledizione del coniglio mannaro (2005)

Wallace è un inventore inglese stralunato con la mania del formaggio e il suo migliore amico è un intelligentissimo cane di nome Gromit che lo aiuta nelle sue disavventure quotidiane, tipo domare un’infestazione di conigli nella cittadina di Tottington che sta mettendo a repentaglio la competizione annuale per l’ortaggio più grande, presieduta da una ricca pollastra.

Appurato che il cazzo di Wallace non può partecipare, l’unica arma a disposizione del nostro beneamato per farsi la ricca carotona rimane una manata in faccia piazzata bene e una folta pelliccia cavernicola che sbucheranno fuori grazie ad una sua invenzione andata storta.

Wallace & Gromit: La maledizione del coniglio mannaro (2005)

Simpaticissima commedia girata a passo uno che, nonostante l’ingombrante pressione della DreamWorks, è riuscita a mantenere quel tipico spirito inglese che si posiziona tra il sottoscala ammuffito e una dentatura senza scopo di lucro.

Sinceramente non conoscevo molto bene la serie originale da cui è tratto, ma sono riuscito ad entrare in empatia con i personaggi in un batter d’occhio e la sua cortissima durata non ha contribuito né ad accrescere e né a diminuire la piacevolezza della visione.

Un bel film quindi, sia per adulti che per bambini, e fate un po’ come cazzo vi pare.

VOTO:
4 carotone

Wallace & Gromit: La maledizione del coniglio mannaro (2005) voto

Titolo originale: Wallace & Gromit: The Curse of the Were-Rabbit
Regia: Steve Box, Nick Park
Anno: 2005
Durata: 1 ora e 25 minuti
Compralo: https://amzn.to/3q1VhBH

Luca (2021)

Luca Paguro è un giovane mostro marino che vive al largo delle coste liguri assieme alla sua famiglia di piddini degenerati… ma il suo grande sogno è lasciare il mare, incamminarsi sulla terra ferma e votare Carlo Calenda sindaco di Roma.

Purtroppo la lobby pluto-giudaica, capitanata da un eunuco coi mocassini, gli mette i bastoni tra le ruote e l’unica salvezza per il destino della capitale d’Italia sembra risiedere nel motociclo chiamato Vespa.

Perché la Vespa ti mette le ali.
Come la coca.

Luca (2021)

Ignobile cartone animato della Pixar che siede perfettamente a metà strada tra una spudorata quanto ubriaca pubblicità della Piaggio e un conato di vomito truzzo di trofie al pesto.

Imbellettato con i più classici stereotipi sull’italianità tanto cari ad un pubblico straniero, Luca finisce presto per rompere i coglioni a chi possiede un minimo di senso critico e a nulla serve un’indubbia capacità immaginifica degli animatori che qua e là regalano delle immagini piene di trascendenza verso quel dio che ti ha relegato a 6 euro e 50 l’ora per 40 anni della vita tua.

VOTO:
2 Carlo Mrs. Doubtfire Calenda e mezzo

Titolo lituano: Lukas
Regia: Enrico Casarosa
Anno: 2021
Durata: 95 minuti

The Girl from the Other Side (2019)

Shiva è una bambina che vive dall’altra parte del muro che divide il mondo luminoso degli esseri umani e quello scuro delle bestie malefiche portatrici di un misterioso morbo.

A farle da guida e figura paterna troviamo il cosiddetto Maestro, una creatura caprina antropomorfa che si prende cura della piccola difendendola dalle altre bestie che vogliono rubarle l’anima; il tutto facendo sempre attenzione a non sfiorarla, così da evitare che venga contagiata.

The Girl from the Other Side (2019)

Tratto dall’omonimo manga, questo brevissimo corto animato possiede uno stile molto particolare e accattivante derivante dall’opera originale.

Sicuramente non sfiora minimamente tutte le vicende e le tematiche del fumetto da cui è tratto e si avverte una preponderanza della componente spaesamento di fronte ad un’opera così breve che rischia di sfuggire tra un battito di ciglio e l’altro, ma rimane godibile.

A patto che non battiate le palpebre.

VOTO:
4 palpebre

The Girl from the Other Side (2019) voto

Titolo originale: The Girl from the Other Side: Siúil, a Rún – Totsukuni no Shoujo
Regia: Satomi Maiya, Yutaro Kubo
Anno: 2019
Durata: 10 minuti
Compralo: https://amzn.to/3boR0k7

Moon of a sleepless night (2015)

Tra il primo e il secondo capitolo della saga del pupazzo di neve Norman, la casa di produzione di Takeshi Yashiro, il one-man show dello stop motion giapponese, ha tentato la poetica della notte misteriosa con un risultato decisamente migliore di quello del ridicolo ghiacciolo.

Anche se non siamo di fronte ad un capolavoro, è indubbio che la piccola dolce storia di un bambino ed uno scoiattolo alle prese con il disincagliamento della Luna tra le frasche del bosco riesca a toccare un paio di tasti giusti, buoni a far sognare i più piccoli… e non far annoiare i più grandi.

VOTO:
3 frasche e mezza

Moon of a sleepless night (2015) voto

Titolo originale: Nemurenai yoru no tsuki – 眠れない夜の月
Regia: Takeshi Yashiro
Anno: 2015
Durata: 27 minuti

Sumikkogurashi: Good to be in the corner (2019)

I Sumikko Gurashi (traducibile in “vita all’angolo”) sono una serie di personaggi creati da una compagnia di giocattoli al solo scopo di agganciare al suo merchandising una folta schiera di depensanti con crisi infantili.

In questo lungometraggio animato, il drappello di pedofantastici pupazzi si ritrovano loro malgrado dentro un libro pop-up al cui interno vive un pulcino abbandonato alla disperata ricerca di amici che troverà momentaneo ristoro nei loro orifizi anali mentre il pubblico tenterà in ogni modo di evirarsi con un paio di bacchette.

Questa è roba grave signori, roba grave per davvero.

VOTO:
2 bacchette

Sumikkogurashi: Good to be in the corner (2019) voto

Titolo originale: 映画 すみっコぐらし とびだす絵本とひみつのコ
Regia: Mankyu
Anno: 2019
Durata: 65 minuti
Compralo: https://amzn.to/3kJ9xKI

Pigtails (2015)

C’è una ragazza che vive un’esistenza misteriosa lontano da tutto e tutti.
Un’esistenza piena di fantasiose manifestazioni della sua fervida immaginazione e di quella magica polverina di cui la ragazza fa abbondante uso.

Ma un bel giorno il mondo esterno, tenuto a bada da alte mura sormontate da una moltitudine d’immondizia, fa capolino capoletto con due cose: un palloncino rosso sangue e un ragazzo particolarmente in calore.

Cortometraggio animato a tinte pastello che se non sbaglio piglia qualcosa della trama di Never let me go, libro che io ho perso assieme al mio zainetto dentro un rickshaw di Mumbai un giorno piovoso di un ottobre di parecchi anni fa, e che piacerà molto al pubblico generalista.

Non imprescindibile.

VOTO:
3 rickshaw e mezzo

Pigtails (2015) voto

Titolo originale: みつあみの神様 – Mitsuami no kamisama
Regia: Yoshimi Itazu
Anno: 2015
Durata: 29 minuti