La serie Resident Evil (2002-2017)

Ed eccola qui, la serie zombie ispirata al famoso videogioco Capcom che tanti e tanti anni fa uscì per la Playstation e che io ancora non ho finito dio bono.

Alla sua uscita penso che nessuno ci avrebbe scommesso 10 lire visto l’andamento deludente dei film tratti dai videogiochi, eppure questa volta è andata bene e Paul W. S. Anderson non solo è riuscito a portare a casa risultato monetario dopo risultato monetario, ma si è pure imbertato quella fica di Milla Jovovich.

Resident Evil (2002)

Resident Evil (2002)

Sotto Racoon city c’è un enorme laboratorio della Umbrella corporation, multinazionale senza scrupoli che lavora nella ricerca militare e medica, che va completamente fuori controllo per la fuga non accidentale del T-virus, un agente curativo-potenziante con il piccolo effetto collaterale di trasformarti in zombie.

Un drappello di sfigati con la mimetica accompagnati dalla fica di turno dovranno calarsi dentro e disattivare il super computer che governa l’impianto per un motivo che in realtà non viene mai spiegato bene e che rappresenta il primo di una serie infinita di buchi di sceneggiatura.

Resident Evil: Apocalypse (2004)

Resident Evil: Apocalypse (2004)

L’Umbrella Corporation non ha ancora capito che cazzo sia successo nel laboratorio segreto quando riesce pure a far uscire il virus contaminando Racoon City.

A quel punto, come se fossimo in un sogno bagnato liberale e non esistessero entità governative, questa compagnia privata chiude la città con un muro e guardie armate mentre pensa come sistemare il problemino da loro causato e la soluzione è: liberare la creatura Nemesis, per aggiungere casino a casotto.

Resident Evil Extinction (2008)

Resident Evil Extinction (2008)

A causa del T-virus, la Terra è diventata una landa desolata come in Ken il guerriero, anche se non si capisce bene il perché.

Gruppi armati rivoluzionari si aggirano per i deserti americani in cerca di acqua e benzina nonostante sia chiaro a tutti l’insensatezza della cosa e l’unica via di salvezza paia essere la fuga in Alaska che, al pari della fuga alle Canarie di tanti nostri connazionali, rappresenta l’Eldorado di chi cerca sorbetti tailandesi.

Corvi zombie e cloni della bella Alice saranno il piatto forte di questa merda.

Resident Evil: Afterlife (2010)

Resident Evil: Afterlife (2010)

Alice e il suo esercito di cloni irrompe nel quartiere generale giapponese della Umbrella e ammazza tutto e tutti a suon di calci in bocca rotanti, ma Albert Wesker controlla ordigno fine di mondo e kabum ciao ciao cloni non ci sono soldi per tenervi in scena fino alla fine del film.

A questo punto si passa alla classica location a basso costo e buon effetto scenografico, la prigione assediata da zombie, e nessuno si deve permettere di rompere il cazzo ad Alice altrimenti lei parte di calcio in bocca rotante e ciao ciao incisivi superiori.

Girato in 3d, ma nessuno se n’è accorto perché vale sempre la regola secondo cui: un film 3d ha senso solo se viene terzo nella serie e si chiama “titolo + 3d”.

Resident Evil: Retribution (2012)

Resident Evil: Retribution (2012)

Qui siamo su vette di follia allucinogena alte con Alice che vagheggia dentro una struttura enorme e sepolta nell’estremo nord della Russia dove la Umbrella mette in scena lo spandersi del T-virus in differenti ambienti (urbano, campagnolo, metropolitano) per convincere le varie super potenze mondiali a pagare belle mancette per accaparrarsi l’arma batteriologica del terzo millennio.

Ci sono anche molti cloni che vengono sacrificati per questa giusta causa, ma proprio a manella che uno dice dai basta non è possibile sopportare questo bagno di sangue ma Mattarella sta lì che beve direttamente dalle vene di docili minorenni che hanno un piede dall’altra parte, sfoggiando lui un durello di proporzioni miserrime.
Un durello che però non viene disdegnato da quel deficiente di Lollobrigida che lo succhia avidamente mentre tenta invano di masturbarsi con un moncherino di soldato vietnamita.
Buona idea.

Finale alla Truffaut con i personaggi che si domandano il senso della vita mentre fumano sigarette arrotolate alla Casa Bianca.

Resident Evil: The Final Chapter (2016)

Resident Evil: The Final Chapter (2016)

La resa dei conti finale tra Alice, sosia di se stessa, e la Umbrella Corporation, multinazionale senza scrupoli che in una società di stampo socialista non potrebbe mai esistere e invece eccoci qui a dover fare i conti con l’apocalisse zombie.

Grazie Calenda!

Durante le riprese di questo film la controfigura di Milla si è fracassata con la motocicletta contro la gru dell’operatore spaccandosi la faccia e finendo con braccio amputato e colonna vertebrale contorta mentre un altro lavoratore si è irrevocabilmente assottigliato come una sogliola sotto il peso di una macchina Hammer.
Ovviamente la produzione non aveva assicurazione per questo tipo d’incidenti, visto che tutta la serie è girata in paesi del secondo mondo dove le tutele per i lavoratori sono spesso inesistenti.

Grazie Calenda!

VOTO:
2 Truffaut e mezzo

La serie Resident Evil (2002-2017) voto

Titolo giapponese: バイオハザード:ザ・ファイナル
Regia: Paul W.S. Anderson
Durata: 1 ora e 47 minuti
Compralo: https://amzn.to/3QW5U6l

Shin Godzilla (2016)

Viene ritrovata una misteriosa barca alla deriva nel mar giapponese e quindi tutti si chiedono chi vincerà quest’anno il campionato.

Appurato che non si muove foglie che Dio non voglia, i dubbi sulla misteriosa barca alla deriva nel mar giapponese verranno fugati quando fuoco, fumo e onde giganti si presenteranno nella baia di Tokyo; un breve preludio a quello che sarà l’antagonista allucinato di questa pellicola: Godzilla, un mostro mutante alto 50 metri che sputa fuoco ed emette potentissimi raggi fotonici dalle creste.

A separare questa gigantesca catastrofe dalla popolazione civile ci penserà maldestramente l’apparato burocratico ed ipervertista del paese del sol levante nonché le forze di autodifesa che mitraglieranno la pelle corazzata del mostro con proiettili piccolissimi, forse sperando in una perforazione ad iniezione.

Alla fine fortunatamente a salvare baracca e burattini ci penseranno i puntualissimi treni sparati a manetta contro la belva feroce.

Shin Godzilla (2016)

Reboot del famoso primo capitolo della saga del kaiju più famoso della storia che ammoderna le paure giapponesi con l’accostamento al disastro di Fukushima e agli tsunami, senza però tralasciare l’accenno critico alla bomba atomica (genitrice del Godzilla originale) .

Allora, parliamoci chiaro: il film è piuttosto noioso e fa un uso spaventoso di location e personaggi lasciando lo spettatore sempre più frastornato ed impigrito ad ogni minuto che passa.

L’intento è chiaro fosse quello di criticare il verticismo nipponico e la conseguente ingessatura di fronte ai disastri naturali, la lentezza e l’indecisione della risposta da dare per evitare il più possibile le morti tra i civili, e quindi le apparizioni del mostro ed i suoi combattimenti in città sono centellinati mentre interminabili sono le riunioni di gabinetto e le conferenze di qualunque ente pubblico coinvolto nelle operazioni, dal consiglio dei ministri al gruppo di ricerca biologico passando per tutti i capostazioni della prefettura.
Però dio caro, ci sono talmente tanti dibattiti che volevo tagliami le vene.

Per vostra fortuna alla fine ho desistito e rimandato ad un momento migliore.

VOTO:
2 treni e mezzo

Shin Godzilla (2016) voto

Titolo originale: シン・ゴジラ Shin Gojira
Regia: Hideaki Anno, Shinji Higuchi
Durata: 2 ore
Compralo: https://amzn.to/459eova

The Boondock Saints (1999)

Nella comunità ultra cattolica irlandese di Boston ci sono Connor e Murphy MacManus, due fratelli volgari e maneschi che hanno preso il vizietto di fare i vigilanti per “ripulire” le strade cittadine dalla feccia malavitosa.

Ma la verità è ben altra: lungi dall’eliminare sé stessi e 3/4 della palazzina loro, Connor e Murphy esternalizzano il loro problema esistenziale di sottoproletariato indicando nel facile bersaglio del criminale l’agnello sacrificale per purificare una società che invece è quotidianamente lordata dalla presenza di liberali e capitalisti; ratti di fogna con il completo firmato che passano l’intera loro smegmatica esistenza sfruttando il prossimo succhiando preziosa linfa vitale dai possenti coglioni dei loro sottoposti.

Evviva il comunismo e la libertà.

The Boondock Saints - Giustizia finale (1999)

Film stupido, noioso e scritto da un barista con l’intelligenza di un quattordicenne che però è diventato inaspettatamente un film culto (più che altro nell’ignorante patria).

Recitato continuamente sopra i toni e puntellato di “fuck” ogni due per tre (senza però quella sapiente verve che può avere Tarantino), i Santi del buco di culo ha solo un pregio, ovvero l’involontaria carica frocia che sprizza da tutti i pori.
Personaggi maschili, grossi e cattivi, una trama che ruota attorno alla mancanza di una figura paterna e un William Defoe frocio travestito pazzo  sono ingredienti che ad un occhio che non sia quello del barista-sceneggiatore-regista paiono letteralmente pescati fuori da un libro di analisi filmica anni ’90.

Un film brutto, indubbiamente, ma interessante se si sta facendo una ricerca universitaria sui film queer.

VOTO:
2 pori

The Boondock Saints - Giustizia finale (1999) voto

Titolo italiano completo: The Boondock Saints – Giustizia finale
Regia: Troy Duffy
Durata: 1 ora e 48 minuti
Compralo: https://amzn.to/45ssFD3

Final Destination 5 (2011)

Un ponte, solo un fottutissimo ponte che deve venire giù, la morte che ti attende dietro l’angolo e quella gran puttana della madonna che tu giuri e spergiuri non averle mai collocato dentro il deteretano un fucile di carne che i più eruditi chiamano cazzo.

Oh cazzooo!
Cazzo fucile, cazzo di carne, cazzo di cazzo mannaggia al cazzo.
sangiovannidecollato decollato de collato porchiddio sta decollato.
La smetti, la vuoi smettere, la smetti mannaggia la ruota di Bari dentro al culo di tua madre.
Smettila.

Final Destination 5 (2011)

Una pellicola gradevole, personaggi molto stereotipati ma funzionali alla pur esile narrazione, morti crude e crudeli come merita l’impostazione goliardica del franchise ed un finale a sorpresa che dona quel tocco in più a quello che già era un prodotto decente.

porchiddio smettila.

VOTO:
2 fucili e mezzo

Final Destination 5 (2011) voto

Titolo di lavorazione: 5nal Destination
Regia: Steven Quale
Durata: 1 ora e 32 minuti
Compralo: https://amzn.to/3KDArlD

Final Destination 2 (2003)

Kimberly Corman e il suo gruppo di amici liceali del cazzo partono col SUV del padre di lei per andare a far baldoria a Daytona Beach.

Ma fortunatamente la morte arriva a frenare questo scempio facendo un casino della madonna sull’autostrada che tipo non si era mai visto prima; questo perché alla morte, come al cavaliere nero, non je devi rompe er cazzo.

Ora Kimberly e altri 5 o 6 stronzi sopravvissuti, come nel primo capitolo, grazie ai poteri da sensitiva della protagonista faranno il gioco del gatto e del topo con nostra signora falciatrice e non ce ne sarà per nessuno.
Nemmeno per quello stronzo di tuo nipote, quel figlio di mignotta di tua sorella mignotta porca madonna.

Final Destination 2 (2003)

Sequel carino ma perdibile della mini saga Final Destination che nessuno pensava potesse nascere e che invece è spuntata come una bella verruchina del piede dopo che hai camminato scalzo su litri di sudore e sperma negli spogliatoi della palestra dietro casa.

Litri.

Molto simpatiche le morti e anche molto crudeli; però non salvano un film fotocopia al quale manca originalità e talento.

VOTO:
2 litri e mezzo

Final Destination 2 (2003) voto

Titolo giapponese: デッドコースター
Regia: David R. Ellis
Durata: 1 ora e 30 minuti
Compralo: https://amzn.to/3Yt0XDG

Fast X (2023)

La banda di figli di puttana più veloce del pianeta viene mandata in missione a Roma per stanare i preti pedofili dalle intercapedini delle avvolgibili di San Pietro, ma in reltà è tutto un trucco orchestrato dal criminale queer Dante Reyes che, presa una botta in testa 10 anni prima per colpa di Dominic Toretto, si ritrova frocio perso per i costumi gai che piacciono tanto alle elite liberali.

Siccome però a Dominic Toretto e alla sua banda di scalmanati testosteronici i froci stanno sui coglioni, Dante avrà filo da torcere coi sui denti da bocchinaro prima di poter cantare vittoria in cima alla cappella di San Pietro.

Fast X (2023)

Capitolo finale riassuntivo di una saga che mamma mia che presa a bene se te la vedi sotto effetto di stupefacenti assieme ai tuoi compagni di cella, tra una scalmanata corsa alle docce e 10 minuti ad accoltellare nel cortiletto quel maledetto topo spifferaio.

Salti, zompi, esplosioni a non finire sono gli ingredienti unici di questa torta multistrato senza alcuna consistenza interna; un puro spettacolo visivo fine a sé stesso che se te lo dicevano prima di vederlo avresti forse optato per una bella tirata di sciacquone in bocca.
E non aspettatevi una catarsi, anche perché il film non finisce qui ed è suddiviso in multipli capitoli, ma aspettatevi invece un bel pugno in faccia da parte mia e con i complimenti della casa.

w il papa re!

VOTO:
2 pugni e mezzo

Fast X (2023) voto

Titolo: Fast & Furious 10
Regia: Louis Leterrier
Durata: 141 minuti
Compralo: https://amzn.to/3q3HCwq

Highlander II – Il ritorno (1991)

Dopo gli eventi del primo episodio, l’immortale Connor MacLeod, ora mortale come un cane, è diventato un vecchio bavoso con la fissa per la fica.

Siccome però, vecchio com’è, il cazzo non gli tira più, è costretto a girare per localetti malfamati per bere in compagnia di altri solitari avventori con la fissa per la fica; un comportamento che lo mette più volte a rischio evirazione da parte di gang criminali sudamericane vestite come il budello di tua madre.

Come non fosse abbastanza, Connor MacLeod è anche il principale artefice del più grande disastro ambientale mai concepito da essere umano, ovvero il totale oscuramento del Sole per difendere la Terra dalle radiazioni solari che stavano mietendo vittime come non ci fosse un domani.

Siccome però la vita sul nostro pianeta non potrebbe assolutamente esistere senza i raggi solari, la trama parte con un buco di sceneggiatura grande come il Cervino, e voi mi direte “Vabbé dai sticazzi, c’è de peggio”…
C’è sempre de peggio se vai a scava’ sotto ‘na montagna de merda alla discarica de Malagrotta e lo spettatore piangerà come un vitello.

Highlander II - Il ritorno (1991)

Un film assolutamente fuori dalla grazia di dio, senza senso, pieno di contraddizioni, girato male e scritto peggio.

E’ passato alla storia come uno dei peggiori sequel di sempre e chi aveva amato il primo film si è ritrovato in un incubo lisergico dal quale ci si poteva risvegliare solo esprimendo forte la volontà di farla finita con il gold standard.

Case di produzioni argentine che hanno cambiato il montaggio, iperinflazione che ha fatto lievitare i costi, Christopher Lambert ubriaco tutte le sere e Sean Connery accusato di molestie sessuali sono solo alcune delle peripezie che la pellicola ha dovuto attraversare a salti e bocconi per giungere fino a noi, e questo già di per sé vale una visione.

Perché fa schifo, non c’è dubbio, ma è anche una giusta penitenza per chi s’ingolfa il culo di chetamina, tipo te.

VOTO:
2 chetamine

Highlander II - Il ritorno (1991) voto

Titolo originale: Highlander II: The Quickening
Regia: Russell Mulcahy
Durata: 1 ora e 31 minuti
Compralo: https://amzn.to/44wbh06

Arcade: Impatto Virtuale (1993)

Mamma s’è sfondata il cranio con una pistolettata sulla tempia mentre andava in onda La ruota della fortuna e papà beve come un fijo de ‘na mignotta.

E io sai che faccio? Lo sai che faccio?
Diocane vado nella realtà virtuale e mi ci perdo.
E ad aiutarmi in questa difficile impresa avrò dei coetanei dal quoziente intellettivo pari ad una noce di cocco ed una spietata azienda videoludica che ha pensato bene di ficcare, non si sa come non si sa perché, delle cellule neuronali di bambino nel suo ultimo videogioco dando così vita ad un serial killer alla Freddy Krueger.

Solo che questo non ti ammazza nel sonno, ma ti ammazza nel gioco.

Arcade: Impatto Virtuale (1993)

Dallo stesso regista del compianto Cyborg, il fantasmagorico Dollman e l’originale Captain America, ecco qui la merda signori.

Ma non la merda brutta che ti sporca le scarpe al prato.
Noooo, questa è merda positiva, ben simpatica, quasi gaia, che te la darei sui denti forte forte e giù per Place de la Concorde con la band al seguito e uno stuolo di mignotte del Bagaglino che levati di torno.

Film mediocre, da cassetta lercia.
E per questo te lo meriti.
Sì, tu, sì sì porcamadonna proprio te.

Pape Satàn, pape Satàn aleppe!

VOTO:
2 Pippo Franco

Arcade: Impatto Virtuale (1993) voto

Titolo originale: Arcade
Regia: Albert Pyun
Durata: 1 ora e 25 minuti
Compralo: https://amzn.to/3CH9AjY

Highlander – L’ultimo immortale (1986)

Sono 500 anni che Connor MacLeod gira per il mondo ficcando randelli in bocca ad altri immortali come lui e posizionando il suo di randello dentro povere sgualdrine ignare del ph acido che contraddistingue lo sperma di quelli che non possono morire.

Come se non bastasse poi c’è da un lato quell’egiziano spagnolo con l’accento scozzese che non smette di perseguitarlo con battute oscene sui lager nazisti e le torte rustiche agli spinaci, una delizia, e dall’altro si erge un energumeno divino vestito da frocissimo del baseball che cova l’ambizione, pur comprensibile, di venire nominato vescovo di Viterbo.

Ne rimarrà soltanto uno.

Highlander - L'ultimo immortale (1986)

La forza scorre forte in questo lungo videoclip anni ’80 travestito da film d’azione con gusto europeo e, nonostante all’inizio nessuno nutrisse alcuna speranza per la sua permanenza sugli scaffali, Highlander è diventato uno dei più famosi film cult del suo genere che poi genere proprio non ce l’ha.

Una vittoria, soprattutto per chi crede nella possibilità di poter recitare in inglese non sapendolo parlare.

VOTO:
4 travestiti

Highlander - L'ultimo immortale (1986) voto

Titolo originale: Highlander
Regia: Russell Mulcahy
Durata: 111 minuti
Compralo: https://amzn.to/3Coklb4

Renfield (2023)

Robert Montague Renfield è un avvocatucolo inglese voglioso di soldi che, imbattutosi nel conte Dracula, trova finalmente quell’ammasso di carne rognosa buona a riempire il suo buco di culo interiore che fino ad allora aveva vanamente tentato di tappare con pugnali e cazzi mosci.

Però, dopo 90 estenuanti anni di servitù della gleba, Robert comincia a non volerne più; perché fare il galoppino per un personaggio monodimensionale come Dracula farebbe uscire la cazzimma a chiunque e quindi Robert cerca di emanciparsi con terapia di gruppo e buone dosi di fica asiatica.

Il padrone non la prenderà molto bene e molto sangue verrà inutilmente versato.

Renfield (2023)

Uscito come una scureggia dal cappello da quello che doveva essere l’universo mostri della Universal, Renfield è stato martellato come dal carrozziere facendolo diventare una commedia degli estremi con abbondanti dosi di violenza ed azione che vanno sempre bene in un sistema fascio-liberale quale quello in cui viviamo.

Il nostro Renfield infatti, lungi dal controbattere alla natura padronale del conte, vuole semplicemente la libertà di comprarsi il maglione frocio e questo misero sogno consumista è esattamente il tipo di inutile battaglia individualista che non mette a repentaglio l’ordine piramidale costituito e per questo è una battaglia che viene promossa dai liberali.

E l’eccessiva ed inutile dose di violenza che il film riversa sul pubblico nel tentativo di tramutarsi in satira grottesca non riesce invece a mascherarne la natura assolutamente contro-riformista e semmai lo distanzia ancor di più da vere pellicole autarchiche ed adorabilmente rivoltanti come Tokyo Gore Police.

Anche il grottesco Nicolas Cage calato a calci in bocca nel grottesco personaggio di Dracula appare contenuto dentro un potente schematismo invisibile ed è quasi sprecato, conoscendone le potenzialità.

Un peccato, perché l’idea c’era e molte cose sono fatte bene.
Quello che manca è lo schieramento culturale.

VOTO:
3 avvocatucoli

Renfield (2023) voto

Titolo argentino: Renfield: Asistente de vampiro
Regia: Chris McKay
Durata: 1 ora e 33 minuti

Train to Busan (2016)

Un padre tutto prono a succhiare il cazzo del liberismo capitalista non si rende conto che sua figlia comincerà ben presto ad odiarlo talmente tanto da desiderare più di ogni altra cosa al mondo che essere pisciata in faccia da un gruppo di figli di papà prima d’essere brutalmente stuprata a ripetizione senza il minimo briciolo d’amore.
Quell’amore che lei tanto desiderava dal padre prono a succhiare il cazzo del liberismo capitalista.

E no, non stiamo parlando di casa Calenda, ma dell’invasione zombie in Corea del sud che coglie di sorpresa i nostri protagonisti mentre sono in treno da Seul a Busan, senza scalo ad Orte e senza noccioline.

Sangue, spaventi, urla, tradimenti, pentimenti, sacrifici, dentifrici e molto, ma molto rimpianto di queste due ore della vita mia.

Train to Busan (2016)

NCS ragazzi. Non Ci Siamo.

Nonostante una buona realizzazione tecnica ed alcune simpatiche trovate, tipo il plotone di soldati zombie alla stazione Daejeon che sburrano panna montata quando odono qualcuno pronunciare “carmelitane scalze”, la sensazione è di aver già visto tutto e tutti, perlomeno per chi ha effettivamente già visto qualsiasi altro film zombie.

Chi invece è appena sceso sul pianeta Terra e non ha idea di cosa sia un morto vivente, allora forse questo film riassumerà bene qualche decennio di narrativa al riguardo.

VOTO
2 figlie di Calenda e mezza

Train to Busan (2016) voto

Titolo originale: Busanhaeng
Regia: Yeon Sang-ho.
Durata: 118 minuti
Compralo: https://amzn.to/3nqJVIi

La serie Fast & Furious (2001-2021)

Chi non conosce la famosa saga con le automobili che sfrecciano sull’asfalto coi culi delle donne in primo piano e la musica tamarra in sottofondo?

Beh, probabilmente in molti visto che ho scoperto, sorbendomi TUTTI e 9 i film, che in realtà si abbandona ben presto il formato adolescenziale dei primi episodi per abbracciare quello tardo adolescenziale della guerra permanente americana che foraggia l’elite liberale con palate di milioni di dollari sottratti alla classe lavoratrice che, oltre al danno, riceve pure la beffa di vedersi investita col passeggino mentre questi 4 scalmanati giocano a fare gli stronzi per le strade di mezzo mondo.

Ecco a voi lo scempio, porca madonna:

Fast and Furious (2001)

Fast and Furious (2001)

Brian O’Conner tira forte la cocaina dal cofano delle macchine parcheggiate alla Conad perché a Brian O’Conner gli tira il cazzo.
Ma Brian O’Conner è un piedipiatti, mortacci sua.
Un piedipiatti che deve trovare chi cazzo è che sta rubando dei preziosissimi lettori DVD del 2000.
Gli occhi sono puntati su Dominic Toretto, un uomo grande e grosso e glabro con la sorella fregna entro cui Brian O’Conner sta disperatamente tentando di entrare ungendosi il cazzo di olio di vasellina, ma incastrarlo è una bella gatta da pelare e Brian otterrà soltanto un bel bocchino nel reparto pane della Conad.

2 Fast 2 Furious (2003)

2 Fast 2 Furious (2003)

Brian O’Conner è diventato un maledetto pimp my ride e se la scoatta a Miami con altri sfigati come lui con la fissa per le macchine colorate come un gay pride e rumorose come gli zoccoli per le strade di paese mentre verremo a prenderli pei capelli per poi bastonarli forte sui denti con lacrime e sangue a fiotti dai loro occhi di merda.
In sostituzione di Toretto, impegnato a districare il cazzo da un rovo di more, abbiamo un’altra minoranza dipinta come rissosa, arraffona ma col cuore al posto giusto come i vostri cani, un nero.

The Fast and the Furious: Tokyo Drift (2006)

The Fast and the Furious: Tokyo Drift (2006)

Cambio totale di cast e location ed eccoci in Giappone con il giovane Sean Boswell, teppistello con genitori separati che sfoga la sua rabbia giovane con macchine veloci e tagli di capelli da sfigato.
Nella terra del sol levante troverà pane per i suoi denti… e molta gente che parla inglese così da non avere sottotitoli per i pigri spettatori.
La cosa importante da ricordare per questo film è che sono 1 ora e mezza di rumorosissime derapate che vi faranno scapocciare come il papa buono.

Fast & Furious – Solo parti originali (2009)

Fast & Furious - Solo parti originali (2009)

Tornano in scena i nostri Dominic e Brian, separati in casa per una storia di cioccolata e piedi sporchi, che dovranno vedersela con Arturo Braga (non imparentato con il più celebre Mario Brega) e un commercio internazionale di droga.
Una piccola parte viene sorprendentemente affidata ad una giovane e sconosciuta Gal Gadot, prima di fare il botto con le colonie illegali israeliane in territorio palestinese e una pioggia di bombe vere durante il crimine di guerra chiamato “operazione piombo fuso”.
W il popolo palestinese. A morte lo stato d’apartheid israeliano.

Fast & Furious 5 (2011)

Fast & Furious 5 (2011)

A Rio de Janeiro ci sono le favelas porca madonna.
Le favelas!
Ma a noi liberali del cazzo ci frega sta minchia dei poveri; noi vogliamo glorificare i nostri privilegi sfrecciando con le macchine veloci per le strade, seminando il panico tra i proletari che si fanno il mazzo tanto per 40 anni costituendo la base della piramide sociale sopra cui sediamo noi.
Soldi soldi e soldi.
Polizia cattiva, ma in fondo meglio la pula che i criminali come Hernan Reyes che io quasi quasi ci faccio cumunella con i cani del potere che coi loro suv enormi scheggiano e rovinano le già malandate strade di Rio de Janeiro.
Mamma come godo a veder soffrire il genere umano!
Dwayne Johnson imprime la virata action verticista a quella che fino ad ora era una serie su macchine veloci e culi pubescenti mentre Vin Diesel pensa di parlare spagnolo quando dice “Salud me familia!”.

Fast & Furious 6 (2013)

Fast & Furious 6 (2013)

Dominic e i suoi compari hanno fatto i soldi veri, tipo 100 milioni di dollari ognuno che quasi quasi ci compri un attico a Milano.
Ma Dwayne The Rock Johnson sorprende Dominic Pelato Toretto mentre sta pisciando per dirgli che la sua vecchia fiamma Letty è ancora viva e sta lavorando per Owen Shaw, un criminale cattivo cattivo.
E allora: perché non ci mettiamo assieme a dare la caccia a questa lestofante che io poi ti faccio riunire con la tua amata te lo giuro porca madonna te lo giuro potessi famme incula’ dal primo che bussa a quella porta?

Fast & Furious 7 (2015)

Fast & Furious 7 (2015)

Il fratello del cattivo del precedente episodio vuole vendicarsi riempiendo di mazzate il signor Toretto e compagnia cantante, ma non ha fatto i conti con la perseveranza dell’alopecia e la magia della coca colombiana. Nel frammentre Letty riacquista la memoria del suo terribile matrimonio con Dominic in canottiera e cavezza d’oro e tenta il suicidio assistito in Svizzera.
L’episodio è felicemente famoso perché l’attore Paul Walker carbonizzò dentro la macchina di ritorno da una pesca di beneficenza con le suore di Nevers e si tentò l’impossibile per farlo apparire durante tutto il film spiaccicando la sua faccia computerizzata sul corpo del fratello minore.
Una cosa da denuncia.

Fast & Furious 8 (2017)

Fast & Furious 8 (2017)

Dominic e Letty portano scompiglio nella tranquilla repubblica socialista cubana distruggendo proprietà pubblica e impaurendo i ridenti cittadini cubani perpetuando così lo stereotipo dell’americano poliziotto de stocazzo che dovrebbe essere bruciato in pubblica piazza facendo poi pisciare i bambini sul cadavere carbonizzato di Paul Walker.
Non domo, questo gruppo paramilitare capitanato da Mastro Lindo riesce pure ad assassinare barbaramente dei giovani soldati russi che proteggevano un arsenale atomico facendo rapidamente precipitare l’allarme di una catastrofe nucleare a Defcon 5.
Da notare che Toretto scopre di avere un figlio con una bianca e per tutto il film deve cercare di ammosciare l’inevitabile erezione che ne consegue.

Fast & Furious 9 – The Fast Saga (2021)

Fast & Furious 9 - The Fast Saga (2021)

Dominic ha un fratello di un’altra razza, ma nessuno ci fa caso.
Quando però il padre salta con la sua macchina da corsa sulla recinzione della pista da corsa per brillar di luce fascista grazie alle fiamme purificatrici dentro le quali dovremmo gettare la carta straccia tipo Giorgetti, allora sorge il problema dello schiaffo dello soldato.
Ovvero: hanno ammazzata papà Toretto, chi sia stato non si sa, forse quelli della mala oppure la pubblicità.
In questo episodio si raggiunge letteralmente l’apice sparando una macchina direttamente nello spazio.

Compralo: https://amzn.to/44jCCCT