Zatōichi (2003)

Il medioevo giapponese è un periodo infinito che si estende per tipo 800 anni, fino alla metà del 19° secolo, quando le corazzate e i cannoni americani hanno esportato un bel po’ della loro democrazia anche nella terra del sol levante costringendo l’imperatore ad aprire il suo paese al commercio e alle rotte straniere a cui si erano opposti per tanti anni in un isolazionismo coglione ma tutto sommato pacifico.

E in questo adorabile contesto bucolico girovagava un massaggiatore cieco con un’abilità straordinaria con la spada a cui nessuno, ripeto, nessuno doveva cacargli il cazzo altrimenti finiva a pezzi come un cagnaccio bastardo.

Giunto in una cittadina vessata dalla malavita di due bande rivali e incontrate due geishe in cerca di vendetta e un ronin con la moglie malata di Covid, il nostro Ichi alzerà un tale casino che manco il Capodanno napoletano.

Zatōichi (2003)

Undicesimo film per il Kitanone nazionale e prima incursione cinematografica nel periodo Edo, dopo una ventina d’anni dal celebre Takeshi’s Castle televisivo.

Basato sul personaggio di finzione Zatoichi a cui più di 20 film hanno dato spazio, questo strano esperimento al limite tra commedia, dramma e musical appare indubbiamente riuscito, anche se non perfetto.
Questo perché le vicende dei vari personaggi che s’intersecano nel breve lasso di tempo durante il quale si svolge la storia risultano sì interessanti, ma non sempre perfettamente intersecate, anche per via di alcuni salti temporali non perfettamente convincenti.

Resta comunque un film godibilissimo ed indubbiamente un buon viatico per chi non conosce ancora la filmografia del regista giapponese su cui ho basato la mia tesi di laurea.

VOTO:
3 castelli e mezzo

Zatōichi (2003) voto

Titolo originale: 座頭市
Regia: Takeshi Kitano
Durata: 1 ora e 56 minuti
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Vacanze di Natale ’91 (1991)

E’ il Natale del 1991, la gloriosa Unione Sovietica è da poco caduta contro la volontà dei suoi stessi popoli per colpa di un golpe organizzato dalla CIA e dal Vaticano e un gruppo ammischione di teste di cazzo si ritrova nella città più stronza del pianeta Terra: Sankt Moritz.

Sulla tavoletta del cesso abbiamo una coppia frocissima, un evasore fiscale con la punta del cazzo sempre dritta per il vedovato, un cameriere rincoglionito, i milanesi scambisti, i romani caciaroni… insomma, la fiera dello stereotipo e del becero spacciato per satura di costume.

Vacanze di Natale '91 (1991)

Il vomito.
A voi che avete creato questo film vi deve venire il vomito e poi dovete soffocare nel letto a faccia in giù come John Bonham.

Per quelli che invece hanno sofferto ingiustamente senza colpa alcuna, come me e i martoriati Palestinesi a cui i porci sionisti hanno rubato terra e libertà, posso solo augurare un futuro migliore e tante tante care cose.

VOTO:
1 porco sionista

Vacanze di Natale '91 (1991) voto

Titolo russo: Рождественские каникулы ’91
Regia: Enrico Oldoini
Durata: 2 ore
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Il trionfo di King Kong (1962)

Un sottomarino che non si fa mai i cazzi suoi finisce dritto dritto dentro un iceberg contenente Godzilla ibernato e lo risveglia facendolo incazzare come una bestia rettiliana alta 50 metri che sputa raggi atomici dalla bocca.

Nel frammentre, un drappello di fottuti liberal-capitalisti sbarca sull’isola dei cannibali dei cazzi mosci per rubare il loro dio, ovvero una bestia scimmiesca alta 45 metri che tira caraffe possenti sulla tua boccaccia di merda e riesce a potenziarsi enormemente quando entra in contatto con l’elettricità.

I due mostri, Godzilla e King Kong, si affronteranno a suon di caraffate sbocchine sul martoriato suolo nipponico fino a quando uno dei due ammetterà la sua impotenza di fronte all’imperatore giapponese.

Il trionfo di King Kong (1962)

Film cross-over tra due famosi universi mostruosi e pellicola di merda.

Vedere due uomini travestiti darsi spintoni all’interno di miniature dettagliate per simulare morte e distruzione può anche essere divertente, ma ci deve essere una narrazione coinvolgente a supporto… e purtroppo qui è assente.

Qualche idea serpeggia, tipo l’idiozia dei magnati dell’industria che pensano di controbattere le pubblicità di Godzilla portando a casa un mostro spaventoso rubato ad una popolazione a cui regalano specchietti e sigarette, ma sono troppo poche e diluite in un mare d’inconsapevole arretratezza culturale pregna di patriarcato, razzismo, diseducazione emotiva e tua madre travestita da pirata.

Molto famoso per la storia dei due finale divergenti, americano e giapponese, cosa totalmente falsa, e molto odiato dal sottoscritto, cosa totalmente vera.

VOTO:
2 caraffe e mezza

Il trionfo di King Kong (1962) voto

Titolo originale: キングコング対ゴジラ Kingu Kongu tai Gojira
Regia: Ishirō Honda
Durata: 1 ora e 37 minuti
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C’è ancora domani (2023)

Delia è madre, moglie e nuora.
Non ha una sua identità, ma esiste solo ed unicamente in funzione di un maschio ed ecco quindi che il marito, il suocero o i figli le spiaccicano in faccia l’unico possibile volto da poter esporre in società, l’unico in una città, un paese e un’epoca intrise di patriarcato.

Delia ha uno spirito arguto, una piccola voglia di rivalsa nei confronti di tutti quelli che la schiacciano, la riempiono di botte e la sottopagano solo perché lei è una donna; ma non è ancora tempo per le rivendicazioni di classe, figuriamoci quelle di genere.
E’ finita da poco la seconda guerra mondiale e le donne non possono uscire di casa senza permesso, devono stare zitte quando parlano gli uomini, non possono gestire i soldi, non hanno diritti; una condizione di totale sottomissione che troverà sfogo solo 30 anni dopo con gli anni della rivoluzione culturale e le conquiste sociali della sinistra internazionale, ottenute a suon di schiaffi in bocca e manganellate.

Delia quindi, anche se dentro è ancora ribelle, vive oramai in maniera rassegnata la sua vita, ma non vuole che la figlia faccia la sua stessa fine solo perché questa ha fretta di scappare di casa nell’unica maniera che a quel tempo era possibile per una donna: con un matrimonio.

C'è ancora domani (2023)

Un capolavoro assoluto.

La storia della donna Delia, romana vessata dai nostri nonni con le botte e le minacce, che ha 3 lavori ma non ha diritto a tenersi niente dei soldi che porta a casa, che trova il tempo di parlare con le persone solo nel tragitto tra una faccenda e l’altra, è la storia delle donne che hanno fatto la mia Roma, la nostra Italia e alle quali non è mai stato riconosciuto questo ruolo fondamentale perché purtroppo a questo mondo ci sono persone che pensano che non siamo tutti uguali.

E questo racconto femminile e femminista, che solo apparentemente parte solitario e invece si risolve coralmente attraverso i mal comuni di Delia e delle altre donne che inaspettatamente si ritroveranno dallo stesso lato della barricata, ci regala un finale meraviglioso che è anche la parte più straordinaria del film, ovvero: Delia conquista la sua fuga dalle ingiustizie senza l’aiuto dell’ennesimo uomo, ma attraverso le sue forze e quelle delle tante altre donne che spesso compongono i film che vediamo tutti i giorni in ruoli defilati e che qui invece si meritano i tanto agognati primi piani.

Come amava ripetere il povero Luigi Di Maio, non puoi fermare una cascata con le mani e finché ci saranno quelli che apriranno bocca per dare voce a chi voce non ce l’ha, allora forse le cose cambieranno.

Con solo questa lingua in bocca
E se mi tagli pure questa
Io non mi fermo, scusa
Canto pure a bocca chiusa

VOTO:
4 lingue lunghe e mezza

C'è ancora domani (2023) voto

Titolo inglese: There’s Still Tomorrow
Regia: Paola Cortellesi
Durata: 1 ora e 58 minuti

Vacanze di Natale ’90 (1990)

Una serie di personaggi disgustosi si ritrovano a Saint Moritz per le vacanze di Natale e noi siamo costretti a seguire le loro vomitevoli vicende torcendoci i coglioni come mai.

Il romano di frosinone e il milanese con la fabbrichetta che devono accopparsi le mogli a vicenda a Vicenza, il ludopatico pugliese che tenta di fottersi la bella aristocratica mezza francese mezza inglese mezza fregna combattendo allo stesso momento un glorioso mutismo psicosomatico, un ignorante ladro di nome Ezio Greggio che interpreta un ignorante ladro alle prese con la Cucinotta e le sue abbondanti tette da levriera obesa, un romagnolo chiavatore incallito che ha dei tentennamenti quando sta per penetrare violentemente sua figlia e un recensore cinematografico folle e disperato che si è convinto di cambiare il mondo una recensione alla volta, ci volessero 20mila anni di bestemmie.

Vacanze di Natale '90 (1990)

Porca madonna.

Pensavo che il primo capitolo fosse pietoso, ma questo riesce ad essere persino peggio di Ezio Greggio.

Noioso, lurido, diseducativo, recitato male, fotografato di merda, Vacanze di Natale ’90 è veramente una tortura americana per i prigionieri politici a Guantanamo, è una bomba israeliana sganciata su un ospedale palestinese con dentro decine di bambini, è un pugno in bocca a quel liberale figlio di troia negazionista del genocidio dei palestinesi che deve morire tra atroci torture mentre piangerà lacrime amare e capitaliste prima di morire come il cane che è sempre stato.

Film incommentabile.

VOTO:
1 bomba israeliana

Vacanze di Natale '90 (1990) voto

Titolo spagnolo: Vacaciones ‘cornutas’ en Saint Moritz
Regia: Enrico Oldoini
Durata: 1 ora e 37 minuti
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Sonatine (1993)

Murakawa è un mafioso annichilito dalla vita di merda che vive, tra eccessi di violenza e sospiri per un mondo alternativo che non è successo, ed è proprio sul punto di prendere armi e bagagli e mandare il mondo intero a puttane quando il caso vuole che invece sia lui ad andare a puttane nel senso che viene mandato dal boss in missione ad Okinawa per placare una faida tra la loro ghenga ed una rivale; una missione che appare subito tanto strana quanto pericolosa.

Arrivati i mafiosi in missione sull’isola, il tempo si cristallizza con la detonazione di una bomba nel loro ufficio zozzo di cesso e qui comincia la regressione infantile che porterà tutti loro dentro la fregna tombale delle loro madri.

Sonatine (1993)

Quarto film del regista giapponese più famoso tra il 1996 e il 1997 e pellicola dai toni amari e sconsolati come i cazzi dei protagonisti: non c’è via di scampo dal destino scespiriano che attende i personaggi e questi non possono fare altro che giocare sulla spiaggia come esuberanti ragazzini.

Il ritmo non è certamente incalzante, un po’ da tradizione e un po’ per estendere gli ultimi momenti spensierati di questi reietti della società, ricordiamo che gli yakuza nascono dalla casta degli intoccabili, ma sicuramente chi avrà denti per rosicarsi le unghie avrà anche la fortuna di vedere un bel film.

E ricordatevi sempre:

Il mio nome è Jem, sono una cantante,
bella e stravagante e ballo il rock and roll.
Vesto assai elegante e certe volte lo sai,
sono esuberante!

VOTO:
4 Jem

Sonatine (1993) voto

Titolo: ソナチネ
Regia: Takeshi Kitano
Durata: 1 ora e 34 minuti
Compralo: https://amzn.to/47tmsaP

Mission: Impossible – Dead Reckoning – Parte uno (2023)

Storia di un uomo che non vuole invecchiare e che per questo finisce dentro una setta messianica costruita attorno alla controversa figura di un marinaio non apertamente omosessuale ma sicuramente alcolizzato e storia anche di come questo anziano attore americano tenti in tutti i modi di svelare il mistero attorno a 2 chiavi maledette e un sottomarino russo cattivo cattivone sul fondo dell’oceano.

Per fare ciò si avvarrà della presenza di molteplici donne sotto i 40 pensando che la media aritmetica delle loro età possa in qualche maniera aiutare il suo cazzo a risorgere dalle ceneri luride nel quale giace moscio e stronzo.

Mission: Impossible - Dead Reckoning - Parte uno (2023)
risorgi!

Vi è piaciuto Top Gun Maverick?
Vi è piaciuto The Mummy?
E allora correte a sborare sui teleschermi per questo nuovo capitolo della serie Missione Impossibile diretto dallo stesso regista!

Molta noooia vi verrà data in pasto e voi giù a ridere dell’ennesima presa del culo nei vostri confronti, molte recitazioni abbozzate vi verranno mostrate e voi zitti come i chierichetti inculati zitti porca madonna ZITTI!

Dovete tacere ho detto!

E non aspettatevi molto meglio dalla seconda parte.

VOTO:
2 chirichetti zitti!

Mission: Impossible - Dead Reckoning - Parte uno (2023) voto

Titolo giapponese: ミッション:インポッシブル/デッドレコニング PART ONE
Regia: Christopher McQuarrie
Durata: 2 ore e 43 minuti
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Top 3 – Storie incredibili 1° stagione (1985)

Serie antologica di episodi scollegati con la caratteristica di rivoluzionare la loro narrazione tossica attorno al perno fallico del fantastico e dell’incredibile.

Ora, cosa uno intenda per fantastico e incredibile è il vero mistero della serie; perché le storie dalla loro hanno poca ciccia sotto il cofano e quando c’è poca ciccia le fiche umettate delle spettatrici non verranno saziate dai salsicciotti degli spettatori.
Quindi, una serie per famiglie con bambini.

Episodio 2 – “Un’incontrollabile erezione attrazione”

Top 3 - Storie incredibili 1 stagione (1985) - 1

Un ragazzo viene visitato nella notte da un meteorite che sconquassa camera sua e lo lascia con un piccolo problemino magnetico, ovvero comincia ad attirare oggetti metallici con forza sempre maggiore fino a quando non tirerà a sé la cosa che meno desiderava al mondo, la vagina.

Forse uno degli più riusciti perché riesce a fondere perfettamente l’elemento fantastico con la narrazione allegra di una storia per ragazzini.

Episodio 12 – “Vanessa”

Top 3 - Storie incredibili 1 stagione (1985) - 2

Byron Sullivan è un pittore ottocentesco felicemente sposato con la bellissima Vanessa del titolo fino a quando la loro carrozza si cappotta e la giovane musa ispiratrice muore come una cagna di periferia gettando nella depressione più cupa l’artista, interpretato da Harvey Keitel non nudo.

Byron pensa che oramai la sua carriera artistica sia finita, ma invece scopre che la moglie può rivivere come fantasma corporeo nei luoghi dove lui l’ha dipinta… e ovviamente si affretta a dipingerla nel lettone matrimoniale.

Diretto da Clint Eastwood, questo è uno degli episodi più maturi e toccanti, nel quale il fantastico ha il sapore dei romanzi romantici ottocenteschi più che del popcorn da cinema americano.

Episodio 19 – “Lo specchio”

Top 3 - Storie incredibili 1 stagione (1985) - 3

Uno scrittore di racconti de paura non ha paura di un cazzo, ma si trova spavaldo col suo uccello da 40enne flaccidone di fronte la terrificante consapevolezza che c’è un triste figuro incappottato alle sue spalle ogni volta che vede la sua immagine riflessa.

Diretto da Martin Scorsese, l’episodio è molto accattivante e riesce a tenerti sulle terga per la gran tensione di vedere Tim Robbins, che interpreta l’oscuro figuro incappottato, prendere il deretano del protagonista senza il suo consenso.

Menzione Speciale:
Episodio 21 – “Il toupet assassino”

Top 3 - Storie incredibili 1 stagione (1985) - 4

Murray Bernstein sembra inoffensivo, ma è accusato d’omicidio e il giovane avvocatucolo assegnato al caso, piuttosto che dormire sugli allori, comincia a sospettare che a compiere il delitto sia stato un parrucchino malvagio.

Strepitoso episodio da vedere assolutamente con un fantastico crescendo dell’assurdo da far invidia a tuo padre mentre cerca di chiavare tua madre.
Ha probabilmente ispirato un episodio dei Simpsons molto molto simile.

Titolo originale: Amazing Stories
Creatore: Steven Spielberg
Stagione: prima
Anno
: 1985

Durata: 24 episodi da 25 minuti

Jack Reacher: Punto di non ritorno (2016)

Jack The Reacher non ha pietà per le sue palle e per questo se le stramazza di mazzate ogni volta che si ritrova solo per le vie del centro di qualche città mittle-americana.

Sfortunatamente Jack The Reacher arriva in un posto dove lo stramazzamento di mazzate di palle è vietato dalla decenza cittadina e quindi scopre di essere padre tramite un pizzino lasciato in bocca al sorvegliante di un parcheggio notturno nel quale sovente Jack The Reacher ama soverchiare le forze del male col suo peto al profumo di coglioni d’asino.

La figlia, o presunta tale, diventa a questo punto un punto debole in quanto ricattabile di morte ad ogni festa comandata e Jack The Reacher non lo può permettere.
Perché lui è forte, Perché lui è astuto, perché lui è bello, perché lui è agile, perché lui vola, perché lui è geniale, perché lui conosce le arti marziali e la via della calma, perché lui è sterile, perché lui ha mandato a memoria gran parte di Ossi di seppia in edizione Neri-Pozza, perché lui è Jack The Reacher.

Bum bim bam, colpo in fronte e vaffanculo.

Jack Reacher: Punto di non ritorno (2016)

Secondo capitolo di quel primo capitolo che tutto sommato non era così male mentre questo è un po’ brutto e noiosetto.

Non ci siamo proprio direbbe il Duce guardandosi il cazzetto sotto quel pancione da puzzone e non ci siamo proprio neanche con questo film: combattimenti banali, storia tirata su col naso e triangolo familiare infranto dalla realtà che vorrebbe essere originale perché finisce male e invece finisce male e basta.

Da evitare.

VOTO:
2 duce

Jack Reacher: Punto di non ritorno (2016) voto

Titolo: Jack Reacher: Never Go Back
Regia: Edward Zwick
Durata: 1 ora e 58 minuti
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Mortal Kombat (1995)

Ogni morta de Papa viene messo in piedi un circo mediatico dal sapore sanguigno chiamato Mortal Kombat attraverso il quale una stirpe di figli di puttana intergalattici tenta di penetrare, oltre al vostro culo, anche il nostro pianeta Terra vincendo uno dopo l’altro scontri sovrumani duelli decisivi che decideranno chi l’armatura indosserà è un torneo micidiale è uno scontro fratricida il più forte dovrà in fine tra tutti trionfar.

Chi sarà mai?
Il porchiddio.

Mortal Kombat (1995)

Pellicola fortunatissima al botteghino che è riuscita a portare sul grande schermo (forse) la prima vera buona trasposizione cinematografico di un videogioco, ben prima di Resident Evil dello stesso regista e con risultati decisamente migliori.

Ritroviamo qui i nostri beneamini beneamati figli di puttana Liu Kang, Johnny Cage, Sonya Blade, Kitana, Scorpion, Reptile, Sub-zero ed uno straordinario Raiden interpretato da un improbabile Christopher Lambert in astinenza da coca che avrebbe fatto bocchini alla stazione dei treni per una dose, tutti quanti bardati come nel videogioco anni ’90 e soprattutto con una storia e un comportamento simili.
Che aderenza alla fonte!

Ovviamente è un film pessimo dal punto di vista contenutistico, ma come recitava quell’erotomane di Sant’Agostino:
MORTAL KOMBAT!!!

VOTO:
2 sant’Agostino e mezzo

Mortal Kombat (1995) voto

Titolo giapponese: モータル・コンバット
Regia: Paul W.S. Anderson
Durata: 1 ora e 41 minuti
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Pranzo misterioso (1989)

La famiglia Laemie (madre casalinga porcona, padre chimico criminale di guerra e figlio reietto della società) si trasferisce in California e cominciano immediatamente a mostrare sintomi di disfunzionalità.

Una notte poi il piccolo Michael becca i genitori che si azzuffano di bocchini nel salotto di casa e non capendo cosa stia succedendo si spiega la cosa in maniera Freudiana pensando che siano cannibali intenti a mozzicarsi l’un l’altro in una rotolata di sudore.

Da qui parte la ricerca misteriosa sulla verità della faccenda in questione, ovvero: i cittadini americani Nick e Lily Laemie sono dei mangiacarne a tradimento come Alessandro Giuli che da giovane era un fascista di merda che dovrebbe vergognarsi per il resto della sua vita per aver fatto parte di un movimento assurdo come Meridiano Zero o il piccolo Michael si sta facendo i film in testa?

 Pranzo misterioso (1989)

Interessantissima commedia dell’orrore con piccola critica alla finta perfezione della famiglia americana anni ’50.
E fin qui tutto bene, ma niente di eccezionale.

Quello che invece rende la pellicola destabilizzante e per questo intrigante è la presenza di elementi onirico-angoscianti alla David Lynch che, specialmente nella prima parte, fanno davvero un figurone (epica la scena del bambino che si tuffa in un letto di sangue) e poi un continuo rinunciare alla risoluzione catartica con il disvelamento del mistero sulle fantasticherie o meno di Michael.
Uno strano mix che mi ha fatto giungere alla conclusione che ci troviamo di fronte ad un’opera o di assoluto genio, con twist del twist inesistente, o d’incredibile cretineria, vista l’apparente linearità del tutto.

VOTO:
3 Alessandro Giuli che deve chiedere scusa a capo chino e mezzo

Pranzo misterioso (1989) voto

Titolo originale: Parents
Regia: Bob Balaban
Durata:1 ora e 21 minuti
Compralo: https://amzn.to/45PHkbZ

Colpi di fulmine (2012)

Film episodico con tema centrale “il colpo di fulmine”.

Nel primo, lo psichiatra Benni si rifugia in Trenino per sfuggire alla guardia di finanza li mortacci sua sto ladro e, fingendosi prete, raggira un’intera comunità montana per poi tentare, con successo, l’affondo del suo pene dentro la vagina del maresciallo dei carabinieri locale.

Nel secondo invece abbiamo la classica storia d’amore apparentemente impossibile tra una pesciarola romana e l’ambasciatore italiano presso la Santa Sede che, cotto a puntino dai modi bruschi della signora, si fingerà un coatto di primo pelo per conquistare la sua bella avvalendosi dell’aiuto del suo autista romano Nando.

Colpi di fulmine (2012)

Svolta clamorosa per i cinepanettoni della Filmauro che per la prima volta si ripuliscono dalle tonnellate di merda e battute sessiste che li hanno contraddistinti per un ventennio ed abbracciano un più tradizionale registro casa-famiglia con battute scemine ma simpatiche ed attori che non tentano ogni due minuti di urlarsi in bocca quanto hanno cacato la sera prima.

Non è eccezionale, tutt’altro, ma se si considera la sporca provenienza siamo di fronte ad un capolavoro.

VOTO:
3 tonnellate

Colpi di fulmine (2012) voto

Titolo inglese: Lightning Strike
Regia: Neri Parenti
Durata: 1 ora e 44 minuti
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