200.000 anni fa l’Homo sapiens sapiens cominciava la sua camminata evolutiva che l’avrebbe condotto fuori dall’Africa per colonizzare il resto della superficie terrestre.
Oggi l’Homo sapiens sapiens ha creato società evolute e tecnologicamente così avanzate da permettergli una cosa che nessun altro animale ha mai fatto prima, lasciare la Terra per esplorare lo spazio.
Ryan Stone e Matt Kowalski sono due moderni esemplari di homo s. s., nonché astronauti dello shuttle Explorer, impegnati nella riparazione del telescopio Hubble; mentre se la ridono allegramente, un satellite spia russo esplode innescando una reazione a catena che porta all’invasione di detriti nello spazio immediatamente sopra l’atmosfera terrestre, proprio dove Ryan e Matt stanno lavorando.
Quello che segue sono quasi 80 minuti di straordinari effetti speciali, una perfezione filmica intesa a replicare quello che si vedrebbe se si fosse realmente lassù, a 550 chilometri dalla Terra.
Gravity può essere visto come una parabola dell’evoluzione della vita sul nostro pianeta: molti scienziati ipotizzano che le prime forme di vita monocellulari siano cadute sulla Terra assieme ai bombardamenti di meteoriti subiti nel remoto passato, e come questi remoti antenati, Ryan precipita sulla Terra in una pioggia infuocata, finisce in un lago e riemerge dalle acque trascinandosi prima con due, poi con 4 arti ed infine facendo i primi stentati passi in posizione verticale, soggetta ora alla gravitazione terrestre.
Me cojoni Alfonso Cuarón!
Titolo originale: Gravity
Regia: Alfonso Cuarón
Anno: 2013
Durata: 91 minuti