Glass Onion – Knives Out (2022)

Un ricchissimo miliardario scemo con le mani in pasta in parecchi settori, tra cui crypto ed aerospazio, invita i suoi vecchi amici succhia-mammelle per un weekend matto sulla sua isoletta privata con l’intento d’intrattenerli facendoli giocare al gioco dell’assassino misterioso, uno dei tanti dispendiosi modi che i ricchi hanno per non morire annoiati nei loro banali pensieri mediocri.

Lo scemo non ha però preventivato l’arrivo sul fittizio luogo del delitto della sua vecchia business-partner ed attuale rivale in tribunale Cassandra “Andy” Brand, nonché il più famoso detective al mondo, Benoit Blanc e le sue gote rosso ‘mbriacone.

Glass Onion - Knives Out (2022)

Simpaticissimo e riuscitissimo sequel di quella cacata liberal-prog dei miei contro stivali che ho avuto la sfortuna d’incontrare lungo il cammino di nostra vita, che uno si chiede ma come cazzo è possibile farsi venire i solchini al culo per la rabbia quando poi d’emblee quella merda dà vita a una bella creatura nera nera la mamma o chiamma Ciro sissignore o chiamma Ciro?

E invece eccomi qui ad elogiare questa presa per il culo, finalmente senza moralismi dozzinali, dei salotti liberal zeppi di ricchi idioti che leccano rovinosamente lo sfintere anale di personaggi quantomeno discutibili tipo il qui parodiato Elon “autismo” Musk.

Bene, anzi benissimo, tra piacevoli risate ed un rinfrancante sospiro di sollievo nel constatare che c’è ancora qualcuno che rispetta la sacrosanta porca madonna regola di non tenere totalmente all’oscuro lo spettatore con la convinzione di fare un buon lavoro, ma invece lo fornisce di quegli elementi investigativi che alla fine gli faranno sentire, seppure per un attimo, che ha potuto partecipare al gioco ad armi pari.

Insomma, l’opposto di quel vomito per cerebrolesi di 1899.

VOTO:
4 cerebrolese

Glass Onion - Knives Out (2022) voto

Titolo originale: Glass Onion: A Knives Out Mystery
Regia: Rian Johnson
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TOP 3 – Poirot: 2° stagione (1990)

Seconda stagione per l’investigatore belga e 5 centimetri in più di girovita sul trippone di Poirot. Che Francia Spagna, purché se magna.
Srotoliamo la top 3!

Episodio 4 – The Cornish Mystery

TOP 3 – Poirot: 2° stagione (1990) 1

Una signora di provincia viene a Londra per chiedere aiuto al dottor professor grantesticazz Hercule Poirot.
Il sospetto è che il marito la stia avvelenando con l’erbicida nella zuppa e lei, incapace di rifiutare un pasto caldo quando le viene presentato sotto il naso, tenta la carta belga per tirarsi fuori d’impaccio dal pasticcio della zuppa avvelenata.
Poirot non la salva e passa l’intero episodio ubriaco al bar del villaggio imprecando contro un dio minore.

Episodio 5 – The Disappearance of Mr. Davenheim

TOP 3 – Poirot: 2° stagione (1990) 2

Un ricco banchiere di nome Mario Draghi esce di casa e non torna più.
La moglie è preoccupatissima, ma Carlo Calenda è ancora più preoccupato e ingaggia Poirot per investigare sul mistero e l’investigatore col baffo da pervertito tenterà di risolvere il caso senza lasciar il suo appartamento, indaffarato com’è nel prendersi cura del pappagallo di un amico… e ci siamo capiti.

Episodio 8 – The Kidnapped Prime Minister

TOP 3 – Poirot: 2° stagione (1990) 2

Il primo ministro inglese viene misteriosamente rapito e il Regno Unito sarà preda dell’isteria collettiva se quest’uomo di merda non verrà ritrovato prima che venga costretto a fottere un maiale in diretta televisiva.
Poirot, non sapendo che pesci prendere, grida “Erin go bragh” e fa venire copiosamente nei pantaloni Arturo Hastings.

Titolo originale: Agatha Christie’s Poirot
Adattatore: Clive Exton
Stagione: seconda
Durata: 9 episodi da 50 minuti
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TOP 3 – Poirot: 1° stagione (1989)

Serie britannica incentrata su Hercule Poirot, famoso personaggio fantastico protagonista di 33 libri, 2 piece teatrali e 50 storie brevi scritti dalla produttrice di salsicce Agatha Christie.
In questa prima stagione abbiamo un po’ di tutto: dall’intrigo nobiliare alla meta esotica passando per casi (solo apparentemente) meno importanti e quindi il materiale per la Top 3 non manca.

Episodio 5 – The Third Floor Flat

Poirot vorrebbe scoparsi la giovane inquilina del piano di sotto, ma i suoi piani diabolici vengono scombussolati quando quella di due piano più in basso viene trovata morta con la faccia sfondata da una pallottola.
Calmatosi con un’eiaculazione veloce nella tromba dell’ascensore di servizio, l’investigatore belga metterà in moto le sue cellule grigie per risolvere il caso della gatta morta.

Episodio 6 – Triangle at Rhodes

Puntatina esotica per Poirot che si reca nell’isola italiana (all’epoca) di Rodi.
Intrighi amorosi e avvelenamenti faranno da corollario a quello che resta l’elemento centrale dell’episodio, ovvero gli imbarazzanti siparietti con gli attori di contorno che urlano, gesticolano e straparlano in un italiano maccheronico perpetrando l’intramontabile pugnalata al cuore italico da parte del mondo cosiddetto civile.

Episodio 10 – The Dream

Un ricco e bastardo padrone d’industria sogna ogni notte di darsi una revolverata in testa e caso vuole che la cosa si avveri.
Un idillio proletario direte voi, ma certo; purtroppo Poirot tifa liberale e tenterà di svelare cosa si cela dietro la faccenda.
Nella sceneggiatura si fa presente che le inglesissime torte di carne di porco fanno cacare.

Titolo originale: Agatha Christie’s Poirot
Adattatore: Clive Exton
Stagione: prima
Durata: 10 episodi da 50 minuti
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Detective Dee e il mistero della fiamma fantasma (2011)

Tanto tanto tanto tempo fa in Cina c’era una donna che stava per diventare imperatrice.

Per coronare quest’evento più unico che straordinario, la corte reale aveva deciso di finanziare la costruzione di un’enorme statua di Buddha, tanto grande da far impallidire Rocco Siffredi, affidandola ad un rinomato pedofilo nonché architetto.
Solo che il pedofilo nonché architetto prese fuoco inspiegabilmente prima di gettarsi a capofitto dalla cima della statua.
Ed è subito mistero!

Un bel caso per l’investigatore più cazzuto della Cina, ovvero Detective Dee, personaggio realmente esistito col nome di Di Renjie e oggi sepolto a Luoyang; un caso misterioso di gente che prende fuoco come un grossetano che pesta una merda, un caso ricco di colpi di scena e quella giusta dose di razzismo che noi ungheresi tanto amiamo.

Detective Dee e il mistero della fiamma fantasma (2011)

Tipico film cappa e spada, o wuxia, che ti rintrona di calci in bocca dati con l’eleganza del cormorano fino a che non ti senti abbastanza a tuo agio da pisciarti copiosamente nei pantaloni.

Interessante per la sfrontatezza con cui mette in scena le acrobazie più assurde, ma anche molto stupido e ridicolo se preso seriamente.
Se a questo aggiungiamo pure che in più di un’occasione ci si ritrova con la bocca piena di caccole per la noia, non me la sento proprio di consigliarlo.

VOTO:
2 caccole

Detective Dee e il mistero della fiamma fantasma (2011) voto

Titolo originale: 狄仁傑之通天帝國
Regia: Tsui Hark
Durata: 122 minuti
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La vera storia di Jack lo squartatore (1988)

Oggi Whitechapel è un quartierino londinese di merda popolato da poveracci e immigrati con localetti dove un panino costa 15 sterline e un affitto ti leva un rene; 100 anni fa invece era sempre un quartierino londinese di merda popolato da poveracci e immigrati, ma un panino te lo facevi con due spicci e l’affitto di una stanza ci scappava con le poche monete raggranellate col lavoro da prostituta.

E in questa melma sociale, frutto pieno del capitalismo senza i freni socialisti che oggi diamo per scontati e che puntualmente le fottute teste di cazzo liberali si dimenticano di mettere in conto quando elogiano il progresso dato, secondo loro, dalle dottrine dell’uomo mangia uomo, girava un misterioso assassino che, tra i tanti criminali che veleggiavano nella Londra della seconda rivoluzione industriale, prese il podio a piene mani e ci cacò sopra negandone per sempre il normale ricambio generazionale.
Parliamo di Jack lo squartatore.

La vera storia di Jack lo squartatore (1988)

Mini serie anglosassone che ripercorre i famosi omicidi che terrorizzarono le povere persone e stuzzicarono la curiosità dei ricchi e che ci fa vedere il mondo attraverso l’occhio acuto e ubriacone di Frederick Abberline, investigatore di Scotland Yard assegnato al caso; un uomo dai modi burberi, ma furbi, con una passione vipera per la tanti dei capelli.

La serie cerca di essere il più possibile vicina alla realtà storica con degli evidenti e comprensibili libertà narrative, una su tutte l’inutile storia d’amore, e giunge ad una conclusione abbastanza famosa ai giorni nostri, ovvero che l’assassino è il maggiordomo, ma resta comunque un buon prodotto.

No scherzo, l’assassino è tua madre.

VOTO:
3 tinte per i capelli e mezza

La vera storia di Jack lo squartatore (1988) voto

Titolo originale: Jack the Ripper
Regia: David Wickes
Durata: 2 episodi da 1 ora e mezza
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The Kid Detective (2020)

Quando era un bambino, Abe Applebaum si divertiva a fare il detective cittadino risolvendo i piccoli misteri di Willowbrook.

Collanine scomparse, criceti persi nei meandri anali e gelatini truffaldini erano il suo pane quotidiano; tutto a posto insomma, una vita al massimo o al massimo una vita mediocre del cazzo, fino a quando però a scomparire non è stata la sua amica/segretaria Gracie Gulliver.

Da quel momento Abe ha smesso di crescere (crescere emotivamente, non il cazzo, perché quello è cresciuto… credo… non gliel’ho visto ma suppongo di sì) ed il suo slancio carrieristico da rampante figlio di puttana yankee ha subito un arresto da polizia americana su cittadino nero.

The Kid Detective (2020)

Sorprendente piccola pellicola che parte come una puntata di Piccoli brividi e finisce come Il silenzio degli innocenti, ma senza travestiti decapitati.
Peccato.

Se si passa sopra una paio di frangenti leggermente sottotono nella parte centrale, questo film ha dalla sua tutte le caratteristiche per renderlo un’eccezionale bombetta da piantare nel culo dei vostri avversari politici da vedere così esplodere in mille rivoli di sangue e merda.

Fior di sangue per Giancarlo!

VOTO:
4 travestiti

The Kid Detective (2020) voto

Titolo portoghese: O Miúdo Detetive
Regia: Evan Morgan
Anno: 2020
Durata: 100 minuti
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Making a Murderer: 2° stagione (2018)

Steven Avery se ne sta in galera dal 1985 per una serie di orrendi crimini che non ha commesso.

Questo perché la giustizia spesso è una puttana balorda grassa e laida che se la prende comoda con i reietti della società, con chi non coincide con i canoni da cannonare coddio coccodè.
E allora andate affanculo sceriffi de sto cazzo corrotti maledetti protetti da giudici ignoranti e pigri colmi di sperma rancido che se li prendi a pugni sul pancione sputerebbero l’anima de li mortacci loro in faccia alla madre di quel figlio di puttana del procuratore.

‘na spremuta de sangue, rancido.

Making a Murderer: 2° stagione (2018)

Prosieguo stagionale della prima, queste 10 puntate si concentrano sugli sforzi di Steven Avery e del nipote Brendan Dassey d’uscire dall’imbuto che li ha fatti scivolare nel fondo della tazza del cesso dove hanno cacato una dozzina di persone.
O forse erano dieci… comunque non più 12. Ne sono certo.

Non è appassionante e non è costruito perfettamente ad incastro come altri, ma rimane encomiabile per lo sforzo produttivo di stare lì a rincorrere sentenze ed appelli per anni ed anni tentando di tirarne fuori un prodotto fruibile dal pubblico generalista.

coccodè

VOTO:
3 chicco testa di cazzo

Making a Murderer: 2° stagione (2018) voto

Titolo giapponese: 殺人者への道
Regia: Laura Ricciardi, Moira Demos
Stagione: seconda
Anno: 2018
Durata: 10 episodi da 1 ora

Cena con delitto – Knives Out (2019)

Harlan Thrombey è un eccentrico scrittore di gialli che ha la famiglia che si merita; una famiglia del cazzo composta da sanguisughe equamente divise nell’ipotetico spettro politico americano conservator-progressista pronte a saltarsi alla giugulare alla prima occasione ghiotta pur di accaparrarsi l’impero economico costruito dal bisbetico capofamiglia.

E però succede che la notte del suo 85esimo compleanno, Harlan decide inaspettatamente di aprirsi la gola con un bel coltello riversando un buon litro di sangue sul tappetino bianco di volpe ai piedi del bel divanetto in pelle nell’attico dove era solito portare la sua badante uruguaiana per verificare la sua integrità morale grazie a graziosi piccoli periscopi anali anacronistici ben lubrificati.

Tutto sembra andare per il meglio quindi: il vecchio è morto, la colombiana è lubrificata al punto giusto e l’eredità andrà ai figli sanguisughe… e però nessuno ha fatto i conti con l’immigrazione clandestina, vera piaga sociale dei nostri tempi, che si affaccia alla nostra narrazione nei panni della peruviana di cui sopra alla quale Harlan ha deciso di lasciare tutti i suoi averi.
E quando dico tutti intendo tutto tutto, anche quella merdosa tazza da 2 lire comprata al mercatino e che recita “la mia casa, le mie regole, il mio prepuzio, il mio caffè”.

Cena con delitto (2019)

Vaffanculo.

Vaffanculo i film dei liberal-progressisti americani che ti vogliono dire che Trump è cattivo mettendo in bocca ad un personaggio idiota elogi per il presidente americano; che gli immigrati irregolari vanno lasciati in pace perché lavorano sodo, a differenza degli sfaticati pesaculo che gravitano attorno ad Hollywood, ma vallo a raccontare ad un contadino del Nebraska mortacci tua sceneggiatore figlio di madre ignota; che le famiglie degli immigrati non si devono dividere, anche se la madre è da anni su suolo americano senza documenti e io mi domando come cazzo hanno fatto le figlie ad andare a scuola; che quel poverello di bambino messicano nella gabbia che abbiamo tutti visto in foto stronzo Trump anche se poi si è scoperto che era tutta una farsa e io amo gli immigrati cazzo, li amo così tanto che ci faccio un film sopra con un paio di twist per dargli quella parvenza d’opera d’arte ma in realtà voglio solo dire ai miei amici ricchi che odio i benestanti ipocriti ricchi nonostante lo sappiamo tutti che sono anche io un benestante ipocrita ricco perché poi alla fine la morale del film è che la badante ecuadoregna i soldi se li è meritati perché è moralmente meglio degli eredi, e NON perché PER LEGGE le spetta l’eredità, cascasse il mondo, fosse lei pure una bevuta bastarda mangia cazzi frullatora, fosse pure una che vota Trump e se lo farebbe mettere in culo da Gerry Scotti mentre urla fortissimo “w il papa re, mannaggia la madonna, w il papa re!”

Ecco: quando vedo queste veline para-governative, io mi vorrei mettere l’elmetto chiodato per andare a marciare sui cadaveri dei figli di questi pezzi di merda che si collocano a sinistra solo perché i posti a sedere a destra sono finiti e dargli tanti di quei calci sulle gengive fino a che m’imploreranno in lacrime di poter rinnegare le loro stronzate finto-progressiste volte solo a nascondere la realtà dei fatti e cioè che l’unica vera rivoluzione avverrà quando verremo a prenderli per i loro capelli tinti, li trascineremo fuori dalle loro lussuose case (comprate, ereditate, rubate, eluse al fisco) e li giustizieremo in piazza dopo che un tribunale popolare li condannerà come “nemici del popolo”.

Per fortuna c’è ancora chi rimane un sano nazionalista del cazzo ed erige un argine a queste puttanelle brasiliane che si fanno intestare l’eredità a suon di limoncelli ai decrepiti cazzi dei nostri nonni rincoglioniti.

Heil Giorgia Meloni! 88 sieg heil !!!

VOTO:
2 puttane brasiliane e mezzo

Cena con delitto - Knives Out (2019) voto

Titolo originale: Knives Out
Regia: Rian Johnson
Anno: 2019
Durata: 130 minuti
Compralo: https://amzn.to/3bPr2Ve

Agenzia Riccardo Finzi… praticamente detective (1979)

Riccardo Finzi ha preso la licenza di detective privato per corrispondenza e decide di cominciare la sua folgorante carriera nella città più ricca e vivace che l’Italia conosca, Pescara Milano.

Affittato un fatiscente appartamentino senza neanche il mobilio, Riccardo chiede subito in giro dove siano i localetti con le donnine sisette sinclair perché non riesce proprio a tenere il cazzo nei pantaloni e, pagate 4mila lire per il biglietto d’entrata, si lascia rimorchiare letteralmente dalla prima che passa che, fortuna sua, è Lory Del Santo con almeno un paio di taglie in meno di reggiseno.
Invitato a casa di lei per una chiavatina veloce e buttato fuori in meno di 5 minuti dopo una misteriosa telefonata, Riccardo dimentica il folle evento fino a che non rivede la ragazza sul giornale in una foto che la ritrae stirata per strada, messa sotto da una macchina.

Sembra un incidente, ma Riccardo non ci casca e sospetta l’inghippo zozzone di un assassino misterioso che ha ucciso per misteriosi motivi che lui dovrà scoprire nell’arco dell’ora e mezza di film.

Agenzia Riccardo Finzi... praticamente detective (1979)

Modesta commedia del crimine diretta da quel mezzo fascio di Corbucci che già aveva dato il meglio di sé, si fa per dire, con Squadra antiscippo, ed ennesima conferma di quanto mischiare nero, rosa e giallo sia un compito arduo che ben pochi sanno fare.

La macchietta Renato Pozzetto, con il quale il regista collaborerà ancora nel successivo La casa stregata, fa quel che può con il canovaccio che gli è stato servito arrotolato e battuto sul muso da pitbull che si ritrova, ma non riesce a strappare neanche una risata, specchiando in questo modo l’astinenza sessuale vissuta dal personaggio che interpreta.

L’intreccio giallo è poca roba e la risoluzione finale anche abbastanza patetica.

Insomma, evitabile.

VOTO:
2 pitbull e mezzo

Agenzia Riccardo Finzi... praticamente detective (1979) voto

Titolo inglese: The Finzi Detective Agency
Regia: Bruno Corbucci
Anno: 1979
Durata: 92minuti