Viale del tramonto (1950)

Con la scusa di un lavoro di ripulitura per un’orribile sceneggiatura da lei scritta, Norma intrappola lentamente Joe nella sua ragnatela fatta di regali costosi, maniere da ducetto e un egocentrismo senza pari, e Joe dal canto suo finisce presto per abituarsi alla bella vita del toy boy mantenuto.

Norma però non ha fatto i conti con Betty, una giovanissima ragazza di belle speranze che collabora con Joe ad una piccola ma interessante storia d’amore adatta ai frenetici e frizzanti anni ’50, e con un improvviso scatto d’orgoglio del mantenuto il quale si sente sempre più compresso tra le flaccide gambe dell’attempata diva.

Viale del tramonto (1950)

Film epocale hollywoodiano uscito verso la fine dello strapotere degli studios e del fenomeno del divismo, Sunset Boulevard è considerato da tutti una delle più belle pellicole del cinema mondiale…e a ben ragione.

Con una storia accattivante e adulta totalmente incentrata attorno alla tragica figura di una ex-star in cerca di rivalsa e con una costruzione narrativa circolare che ha fatto scuola, questa magnifica opera meta-cinematografica può vantare dalla sua l’eccezionale presenza scenica di Gloria Swanson (vera ex-star del cinema muto) e un celeberrimo Erich Von Stroheim (eccentrico e dispotico ex-regista del muto) nei panni del maggiordomo innamorato, oltre alle comparsate di altri famosissimi protagonisti dell’epoca d’oro hollywoodiana come Buster Keaton e Cecil B. DeMille.

Girato come un noir, recitato come un dramma shakespeariano e ricordato come uno dei più grandi attacchi allo star system cinematografico di inizio secolo scorso, Sunset Boulevard è una di quelle cose che vanno viste se si vuole capire cosa è il cinema e cosa può fare agli esseri umani.

VOTO:
5 scimmie morte

Viale del tramonto (1950) Voto

Titolo originale: Sunset Boulevard
Regia: Billy Wilder
Anno: 1950
Durata: 110 minuti

True Detective: S02E08 (2015)

Chiusi i conti con Paul CHiPs, i corrotti all’interno del sistema cercano di far fuori gli altri due rompiscatole rimasti, ma Donnuomo Ami e Detective Colin sono decisi a non farsi prendere e svelare invece tutto il piano di macchinazioni mafiose del sistema alla stampa, così che i cattivi vengano messi in prigione e loro possano tornare a camminare a testa alta tra la gente.

Il povero Gangster Frank invece pensa solo a salvare il suo culo e quello di sua moglie-labbrone-rifatte-male tentando una fuga fortunosa in Venezuela dal caro amico Chavez, ma prima deve regolare un problemino da nulla: spaccare il culo all’oligarca capitalista russo Osip con una bella pistolettata in faccia e rubargli poi i milioni di dollari della sporca transazione tra i mafiosi e i politici corrotti.Sorpresone finale.

E finalmente ci siamo, cazzo!
All’ultima puntata si gioca il tutto per tutto e finalmente i conti tornano… ovviamente oltre tempo limite, ma meglio di niente.

Girato particolarmente bene e con un paio di scene veramente eccezionali (il qui sopra Frank nel deserto e l’inizio a salti temporali con Ami e Colin nel confessionale post coito), quest’ultimo episodio della seconda stagione di True Detective fa la sua bella figura e ripara molto ai danni creati in prima istanza da una sceneggiatura molto audace e poco furba.

E anche se uno potrebbe obiettare che fare delle donne le forti eroine portatrici di vita alla ricerca di una vendetta per i loro valorosi uomini morti in azione puzza un po’ di retorica da secolo scorso, si può anche chiudere un occhio e gioire dell’indubbia bravura tecnica di tutti quelli che hanno partecipato alla realizzazione di questi 86 minuti di finale di stagione: dagli strapagati protagonisti fino al povero stagista che porta i panini alle comparse.

VOTO:
4 poveri stagisti

True Detective: S02E08 (2015) voto

Titolo originale: True Detective – Omega Station
Stagione: 2
Episodio: 8
Regia: John Crowley
Anno: 2015
Durata: 86 minuti

True Detective: S02E07 (2015)

E i nodi giungono finalmente al pettine per i 3 moschettieri del re alle prese con oligarchi russi, politicanti corrotti, mignotte dell’est e un giro di soldi che neanche ai tempi di Craxi.
Nel frattempo, Gangster Frank scopre di essere stato fatto fuori dai giochi da almeno un anno sotto spinta del nuovo rampante di turno Osip, capitalista/gangster/ignorante russo con una profondissima voglia di espansionismo finanziario.
Più in generale, si scopre che la morte di Ben Casper potrebbe non essere direttamente collegata al giro di tangenti sul nuovo corridoio viario californiano ma essere invece più banalmente un regolamento di conti a proposito di una rapina di diamanti avvenuta nel 1992, una rapina condotta da due agenti di polizia ed insabbiata dal management cittadino di turno.
Verso la fine dell’episodio poi, Paul CHips viene messo in trappola per delle foto frocie che lui non vuole arrivino alla sua futura moglie incinta; si dà il caso che pagherà amaramente questo suo bigottismo culturale.
Nel mentre, Detective Colin e Donnuomo Ami trovano finalmente conforto alle loro esistenze solitarie e autolesioniste, l’una nelle braccia dell’altro.

Giunto al penultimo episodio, ci viene infine regalata un po’ di cinematografia fatta bene: personaggi credibili interagiscono con altri personaggi per motivazioni plausibili e utili ai fini della progressione della trama la quale si schiude allo spettatore nella sua banale coerenza.
Quelli che si lamentano della difficoltà nel seguire le vicende narrate in questa seconda stagione di True Detective hanno le loro dovute giuste motivazioni, anche se sbagliano nell’additare il problema all’intreccio narrativo.
La storia non è difficile di per sé: è che è raccontata male, e non per un caso divino o per divina sfiga. No, è raccontata male perché gli sceneggiatori, nella foga di apparire intelligenti e sarcastici e intellettuali e profondi e contriti e indecifrabili nel loro squallido qualunquismo terzomillenare, hanno peccato della più banale delle colpe cinematografiche: scordarsi chi sono loro e chi è il loro pubblico di riferimento.
Perché True Detective non è Solaris di Tarkowski, uno dei film che mi ha più impegnato cerebralmente in vita mia e non per la trama (anche lì tutto sommato semplice), ma per la narrazione frammentaria e stirata quasi oltre ogni limite umano (167 minuti di silenzi).

Caro Nic Pizzolatto, sei bravo sei forte sconfiggi la morte, ma se abbassi la cresta è meglio per tutti.

VOTO:
4 Sasuke piccoli ninja

True Detective: S02E07 (2015) voto
Titolo originale: True Detective – Black Maps and Motel Rooms
Stagione: 2
Episodio: 7
Regia: Daniel Attias
Anno: 2015
Durata: 55 minuti

True Detective: S02E06 (2015)

Dopo la scoperta della cabina degli orrori alla fine del precedente episodio, i nostri 3 moschettieri del re decidono di allungare il passo ed entrare direttamente nella tana del lupo, ovvero infiltrarsi in una delle segretissime feste orgiastiche organizate da ricchi criminali per il piacere di magnati della finanza e politici corrotti al fine di stringere fruttifere alleanze alle spalle degli onesti cittadini contribuenti.

Per fare ciò, Donnuomo Ami si traveste da mignotta russa per mischiarsi al carro delle vacche da macello (altrimenti chiamate intrattenitrici sessuali) mentre Detective Colin e Paul CHiPs sgattaiolano nelle segrete stanze al fine di rubare documenti e contratti che possano incastrare questi bastardi capitalisti una volta per tutte.
Tra un vecchio che si incula due ventenni sul lavandino del corridoio e una puttana che lecca il culo di un “ospite” che si sta scopando una sua collega drogatissima, ce la faranno i 3 moschettieri a portare a compimento la missione e difendere il popolo dalla corruzione capitalista?

Puntata decisamente migliore delle precedenti 5 (ma ci voleva poco), qui si fanno più chiare le invisibili trame che reggono i fragili equilibri della cittadina di Vinci e più in generale le assurde logiche da medioevo che ancora guidano la politica di mezzo mondo: i criminali corrompono gli uomini di potere con la fica e con la droga (spesso in contemporanea).

Se fossi un idiota italiota, proporrei la castrazione chimica per questi porconi attempati, come quando (troppo spesso) si propone la castrazione (o peggio) per i criminali sessuali; ma ovviamente la soluzione è ben altra e cioè sta nel rimuovere il vero motivo per cui un uomo cede alle lusinghe di una prostituta russa: il patriarcato monogamo capitalista.

Tornando alla puntata, veniamo anche a conoscenza dello stupro subìto da Donnuomo Ami in giovine età, il che spiegherebbe (secondo la psicologia della domenica degli sceneggiatori hollywodiani) la sua avversione verso i maschi e al contempo la sua infaticabile passione per il sesso violento e fatto male.

Nonostante l’episodio sia di molto semplicione e non si aggiuga veramente nulla al moderno panorama cinematografico mondiale, perlomeno si regala un minimo di spessore alla vicenda e si tenta di ampliare il respiro di un’azione fino ad ora congestionata tra un frocio represso, una porcona triste e un alcolizzato senza amore.

VOTO:
3 froci repressi e mezzo

True Detective: S02E06 (2015) voto

Titolo originale: True Detective – Church in Ruins
Stagione: 2
Episodio: 6
Regia: Miguel Sapochnik
Anno: 2015
Durata: 55 minuti

True Detective: S02E05 (2015)

Dopo la sparatoria western alla fine dell’ultimo episodio, Detective Colin, Detective CHiPs e Donnuono Ami vengono sacrificati e messi fuori gioco da poteri forti all’interno e fuori della municipalità di Vinci mentre Gangster Frank prosegue la sua personale scoperta del mondo femminile con l’interessante introspezione nel suo infruttifero matrimonio con Miss Labbra rifatte male.

A richiamare in servizio i 3 moschettieri però arriva presto lo State Attorney in quota afro-americana che vuole scoperchiare la pentola di melma e merda che sta appestando l’intera contea, una melma di soldi sporchi, mignotte rifatte e torture pornos fatti in casa.
Tutta robetta buona per spezzare le reni di parecchi pezzi grossi dell’establishment… ma mancano le prove, in particolare l’hard drive di Ben Casper, fatto opportunamente sparire, che conterrebbe sesso droga e rock and roll, come non ci fosse domani.

La storia di questa seconda stagione di True Detective procede a stento verso un telefonato finale fatto di perversioni e vecchi laidi, tutte cose che non stupiscono più.

Quello che stupisce invece è che nel 2015 i ruoli femminili a Hollywood siano ancora scritti in questa maniera becera, svilente e maschilista: a che serve una donna che dice che le piacciono i cazzi grossi? Anzi, più specificatamente che le piaccioni i cazzi larghi?

Dimmi sceneggiatore hipster finto provatore, cosa volevi comunicare con questa scena?
Era un modo per mettere in imbarazzo i maschi che non sono abituati alle donne che esprimono la loro sessualità in maniera esplicita?
Oppure era uno sbilenco ed inutile tentativo di inspessire un personaggio femminile tormentato e costretto a vivere in un violento mondo dominato dal sesso maschile?
O invece è semplicemente che sei uno stupido pipparolo che maschera la sua pazza voglia di vedere le labbra di Rachel McAdams pronunciare la parola “cazzo” con una finta linea politico-sociale d’avanguardia?

VOTO:
2 pipparoli e mezzo

True Detective: S02E05 (2015) voto

Titolo originale: True Detective – Other Lives
Stagione: 2
Episodio: 5
Regia: John Crowley
Anno: 2015
Durata: 55 minuti

True Detective: S02E04 (2015)

Gangster Frank si distanzia sempre più dalla moglie mentre cerca di rimettersi in gioco nella malavita locale alla disperata ricerca di contanti; Paul CHiPs si svela essere frocio represso con tanta voglia di paternità; Detective Colin smette di bere e ricomincia a provare sentimenti; e Donnuomo Ami viene accusata di mobbing sessuale al dipartimento.
Ah, molti personaggi senza nome schioppano come petardi in un finale che vorrebbe essere adrenalinico ed invece è soporifero.

Altro episodio, altro regista, stessa pappa.
Niente di veramente importante succede, eccezion fatta per uno dei momenti più assurdi che abbia mai visto e cioè quando il padre guru-santone-truffatore di Ami guarda dritto dritto Detective Colin e se ne esce con le seguenti parole:
“Hai un’aurea enorme, verde e nera, prende tutta la stanza… ecco, sentivo di doverlo dire”.

Semplicemente magnifica questa metafora della famosissima nerchia di Colin.

VOTO:
2 Colinerchie e mezza

True Detective: S02E04 (2015) voto

Titolo originale: True Detective – Down Will Come
Stagione: 2
Episodio: 4
Regia: Jeremy Podeswa
Anno: 2015
Durata: 55 minuti

True Detective: S02E03 (2015)

Lo contea di Ventura cerca di usare l’erotomane Ami contro il detective Colin Farrell per arrivare a rompere i coglioni al sindaco della città di Vinci e il sindaco di Vinci a sua volta fa pressione sulla polizia cittadina per stroncare l’erotomane Ami che ha osato entrargli in casa per indagare sul misterioso omicidio del manager cittadino Ben Casper a cui piaceva tanto la perdizione sessuale fatta di giovani prostitute, gigolò ragazzi e oggetti sadomaso.

In tutto ciò, Paul CHiPs non fa nulla.

Continuano le peripezie di tre personaggi in cerca d’autore alle prese con i misteri noir della California inizio millennio.
Grazieaddio per quest’episodio il regista è cambiato e le cose cominciano tiepidamente a migliorare: con un’apertura fantastica e molto Lynchana tra Colin e il padre ex detective (interpretato dal mitico e invecchiatissimo Fred Ward, indimenticabile grugnone bifolco in Tremors) e caratterizzazioni leggermente meno stereotipate, il terzo episodio della nuova stagione di True Detective cerca pietosamente di scalare la montagna di merda ai piedi della quale si era felicemente gettato.

VOTO:
2 montagne di merda e mezza

True Detective: S02E03 (2015) voto

Titolo originale: True Detective – Maybe Tomorrow
Stagione: 2
Episodio: 3
Regia: Janus Metz
Anno: 2015
Durata: 55 minuti

True Detective: S02E02 (2015)

Dopo il primo deludente episodio, qui si cerca di sviluppare ulteriormente quattro protagonisti che non hanno nulla da offrire ad un pubblico avveduto quale dovrebbe essere quello fedele a True Detective e lo si fa andando a scavare nelle loro psiche, proiettili morti che viaggiano a 100 all’ora su strade buie.

Il redento criminale Frank racconta alla moglie che il padre lo chiudeva nello scantinato la notte quando andava a “lavorare” e che una volta lo lasciò lì sotto per 5 giorni senza acqua né cibo; l’agente CHiPs Paul viene mollato dalla ragazza perché non vuole conoscere i genitori di lei e la giovine si sente usata solo come sfogo sessuale; la tosta Ami quando torna stanca dal lavoro si guarda i porno anali (perché questo dovrebbe significare “perdizione” secondo i puritani Hollywoodiani); e Colin, dopo aver preso a calci in bocca il padre di un compagno di scuola del figlio bastardo (nel senso non suo), viene dichiarato indesiderato dalla moglie la quale però prova ancora molta compassione per un soggettone alcolizzato e manesco.

Nonostante l’evidente voglia di inspessire una trama da libretto pulp anni ’50, siamo ancora ben lontani da una vera e propria caratterizzazione, sia dei personaggi, povere figurine senza colla lanciate al vento di novembre, e sia per la corrotta città di Vinci la quale sembra essere fatta unicamente di tristi ciminiere e autostrade a 6 corsie.

Ma dove sono gli abitanti? Dov’è il popolo?
Ma soprattutto, che fine ha fatto Carmen San Diego?

Bah… se questo è intrattenimento, io sono Paperino.

VOTO:
2 Paperini perduti

True Detective: S02E02 (2015) voto
Titolo originale: True Detective – Night finds you
Stagione: 2
Episodio: 2
Regia: Justin Lin
Anno: 2015
Durata: 55 minuti

Cypher (2002)

Ve lo ricordate The Cube?

Dai, è quel film con un gruppo di gente rinchiuso in un labirinto fatto di stanze cubiche dove questi poveracci vengono fatti a pezzi con meccanismi mortali automatici.
Non era male no? Un piccolo film canadese a basso costo con una bella fetta di fans sfegatati che alla sua uscita fu visto come una buona risposta allo strapotere annichilente degli studios hollywoodiani.

Ecco, bene…
questo Cypher invece non è così.

Cypher (2002)

La cosa che salta più all’occhio guardando questo film del 2002 è quanto il tutto sembri incredibilmente datato; se fosse uscito nel 1995, stesso anno del mai abbastanza compianto Strange Days, allora le cose sarebbero andate diversamente: avremmo tutti elogiato la visione futuristica a tinte nere con innesti alla Philip Dick, ci saremmo sorpresi dei 4 colpi di scena e avremmo gioito alla vista del nostro beneamato eroe veleggiare tra le onde tropicali…
e invece no, nel 2002 il mondo aveva già visto in ordine sparso: Blade Runner, Johnny Mnemonic, Strange Days, Dark City e The Matrix.

Ma io dico: ma mannaggia Marco Columbro impestato lurido, si può nel 2002 avere un CD come supporto di memoria per un film futuristico?

VOTO:
2 Marco Columbro e mezzo

Cypher (2002) voto

Titolo originale: Cypher (aka Brainstorm)
Regia: Vincenzo Natali
Anno: 2002
Durata: 95 minuti

True Detective: prima stagione (2014)

Rustin Spencer Cohle è un investigatore texano con parecchi problemi esistenziali: da quando gli hanno investito la figlia piccola, la sua vita è andata a rotoli e il suo pessimismo cosmico l’ha reso sempre più inviso a colleghi e amici.
Passa le giornate ad odiare gli stupidi, a leggere libri su libri e a dispensare giudizi affrettati su chiunque gli sbarri la strada.
Martin Eric Hart invece è un investigatore della Louisiana, uno stato americano famoso per l’atteggiamento rilassato (probabilmente dovuto all’influenza coloniale francese dei secoli passati), è un padre di famiglia a cui piace bere e guardare le partite in tv, non ha una grande intelligenza e si radica in un finto berbenismo e un tradizionalismo confortanti per i semplicioni come lui.

I due vengono appaiati dalla polizia statale e messi presto a lavorare su un caso sconcertante: una ragazza drogata a forza, stuprata, torturata, e uccisa secondo uno strambo rituale pagano.

Rust e Marty, compensando le reciproche lacune caratteriali come una brava coppia del 19° secolo, spaccheranno talmente tanto il culo al sistema che risolveranno il caso e al contempo riveleranno una macchinazione talmente grande da mettere a repentaglio le loro stesse vite.

True Detective: prima stagione (2014) - 1
a sinistra Tree of Life, all’EUR di Roma; a destra una delle tanto decantate inquadrature di True Detective

Questa prima stagione di True Detective è stata un clamoroso successo di pubblico ed un ottimo ritorno economico per il canale produttore, quella HBO che ci sta regalando i migliori anni della nostra vita televisiva.
Basato sul genere “true crime”, molto in voga negli anni ’50, e con uno stile sicuramente influenzato dal capostipite del genere “investigazioni folli”, Twin Peaks, questa serie televisiva americana trova libero sfogo nel compiacimento tecnico visivo, sicuramente di grande impatto e con bellissimi momenti fotografici, ma che bene o male piglia a destra e manca da grandi registi del passato e non.

La cosa più divertente invece è il nichilismo pessimista di Rust: un misto di intelligenza, misantropia, e decadentismo politico lo rende un personaggio interessante e sicuramente diverso dalla marea di poliziotti che hanno fatto capolino sull’etere negli ultimi 60 anni.
D’altra parte però, questo continuo rendere antipatico un personaggio che in realtà ha solo perso la voglia di vivere dopo la tragica morte della figlia, depotenzia troppo spesso il messaggio anti clericale di cui tutta la serie è pervasa.
Soltanto uno sciocco (senza sale, in zucca) potrebbe infatti ignorare tutta la linea anti religiosa che continuamente rispunta ad ogni puntata; una linea politica talmente forte che, senza rovinare la serie a chi non l’ha vista, sarà infine parte fondamentale del mistero attorno al caso.

True Detective: prima stagione (2014) - 2
i culi invece non hanno alcuna ragione narrativa

Non convince appieno neanche l’altro protagonista (e co-produttore dello show), Marty, interpretato da un imbolsito Woody Harrelson, che cerca malamente di comprendere la filosofia di vita di Rust mentre si scopa le ragazzine alle spalle della moglie.
Nonostante in qualche punto si faccia un esile collegamento tra i suoi peccati, le sue tendenze violente e il generale clima di terrore soffocato che pervade le paludi della Louisiana tra le quali orribili omicidi vengono perpetrati ogni giorno, questo legame narrativo è troppo flebile per essere compreso dal pubblico generale e quindi il messagio viene in gran parte vanificato.
Non molti avranno infatti collegato il tema pedofilia e violenza sulle donne con l’atteggiamento finto berbenista e maschilista di Marty il quale giunge a riempire di cazzotti una coppia di ventenni, rei di aver amoreggiato consensualmente con la sua figlia adolescente.
La cosa che lascia più perplessi infatti è il velo di giustificazione verso una giustizia sommaria e privata che ricopre troppo spesso le azioni dei due “eroi”; non si traccia realmente un parallelismo tra i demoni che affliggono Rust e Marty e quelli reali che torturano e uccidono giovani americani per raggiungere un più alto piacere personale, in nome di un contrappasso dantesco che viene appena accennato, una volta rivelata l’identità dell’assassino.

True Detective: prima stagione (2014) - 3
penso che dopo questo girerò Interstellar

La cosa più bella ed invece meno sfruttata di tutte è la sinestesia di Rust, cioè quella condizione per cui due o più sensi si confondono; un certo gusto quindi può dare la visione di un certo colore o il sentire un particolare odore.
La percezione del mondo attraverso i sensi è una cosa naturale ed utile agli esseri viventi, ed una leggera sinestesia è comune e ben accetta: basti pensare alla vista del cibo che può stimolare il senso del gusto, proprio come lo si stesse effettivamente assaporando.
Nella sua forma più pura però, la sinestesia è unidirezionale (cioè va solo da un senso all’altro), incontrollabile e può a volte inficiare la vita della persona affetta.

Rust, con il suo passato di drogato, ha ancora dei fenomeni di allucinazione visiva e olfattiva (lui li definisce flashback acidi) di quando si faceva pesantemente di LSD; in una puntata però, si fa riferimento alla cosiddetta Teoria M, una teoria fisica molto recente e ancora in discussione che, detto in parole poverissime, vorrebbe unificare tutta la fenomenologia fisica sotto un unico ombrello semplificativo.
Una sfera spazio-tempo quindi potrebbe essere ridotta a un cerchio, una figura bidimensionale, nella quale tutte le posizioni di una particella nel tempo sono presenti nello stesso spazio, e dalla cui visione quindi si può concludere che un evento non è mai isolato, ma tutto è ciclico, tutta la storia è circolare e ricorsiva.

Rust si domanda cosa cambi salvare una bambina dalle mani di un assassino quando quella bambina tornerà inevitabilmente in quel posto, ancora, e ancora, e ancora, per tutta l’eternità di questo universo.
Purtroppo però tutta questa linea più alta e filosofica è stata gettata nel cesso dopo circa 10 minuti, in favore di tette pubescenziali e spauracchi fatti coi legnetti.

Grazie, pubblico generalista.

Titolo originale: True Detective
Stagione: 1
Regia: Cary Joji Fukunaga
Anno: 2014
Durata: 8 episodi da 55 minuti circa

Strange Days (1995)

Vorresti essere quel tizio là, quello con la filippina superdotata per 20 minuti, i 20 minuti giusti? Io posso farlo accadere senza neanche farti macchiare la fede nuziale.

Lenny Nero

Lenny Nero vende sottobanco ricordi, dei veri e propri pezzi di vita registrati digitalmente su un disco della TDK (beati anni ’90) che fruttano bei soldini al mercato nero.
Sembra una bella vita, ma non è così: la ragazza l’ha lasciato e allora lui passa le serate a spararsi le loro memorie senza una vera prospettiva sul futuro.

Ecco però che a rompere le uova nel paniere di questa miserabile decadente vita arriva una prostituta braccata da dei killer la quale ha assistito ad un omicidio a sangue freddo, un omicidio che lei ha registrato su uno di questi speciali dischi TDK.

Seguono scazzottate, inseguimenti, rapper neri, colpi di scena, feste di fine millennio e le modeste tette di Juliette Lewis.

Strange days (1995)
Lenny Nero, ex poliziotto, spacciatore di ricordi, arcinemico di Nanni Moretti

Strange Days è un bel film del ’95 che è caduto nel dimenticatoio, quello delle pellicole anni ’90 fiche ma che nessuno ha più trasmesso in tv per ignoti motivi.
Eppure la storia acchiappa sia un pubblico colto, con i suoi rimandi al noir e al cyberpunk, quasi un’evoluzione sporca di Blade Runner con le lancette portate indietro, e sia un pubblico più vasto, con le incredibili sequenze in soggettiva, per l’epoca un vero traguardo tecnico (e che pure oggi spaccano il culo alle stronzatelle con la GoPro).

Insomma, tutto questo ben di dio e invece niente: Ralph Fiennes è passato alla storia come colui il cui nome non va mai pronunciato, la regista Bigelow ha sbancato con The Hurt Locker e Tom Sizemore è molto famoso tra gli spacciatori di crack di Hollywood Boulevard.

VOTO:
4 Sizemore pazzi

Strange Days (1995) voto

Titolo originale: Strange Days
Regia: Kathryn Bigelow
Anno: 1995
Durata: 145 minuti
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