Una lucertola con la pelle di donna (1971)

Carol Hammond è una signora perbene dell’aristocrazia londinese; madre di una fanciulla e moglie di un marito ben pettinato conduce una vita sana a base di cognac e sigarette in astucci d’argento.
Sfiga (?) vuole che invece la vicina di casa, tale Julia Durer, sia una promiscua attraente donna single la quale non fa passar nottata senza un po’ di musica, una spruzzatina di diverse droghe e un variegato sesso hippy.
Carol nel frattempo sogna spesso di corpi nudi dai quali cerca di scappare senza riuscirci e finendo invece sempre e solo nella camera da letto della Durer, con la quale scopa, in sogno.
Un bel sabato la lussuriosa vicina viene trovata morta ammazzata sul suo letto da film porno a basso costo e ben presto gli occhi della polizia si fissano su Carol la quale ha sognato il delitto fin nei minimi dettagli e la cui pelliccia e il di lei coltello sono stati trovati sul luogo del delitto.

E’ tutta una macchinazione per incastrare la signora Hammond?
Carol è diventata pazza?
Chi sarà stato?
E soprattutto: chi se la ricorda la foca Piccola Bianca Sibert?

Una lucertola con la pelle di donna (1971)

Il secondo film lesbico di Fulci va a segno: ottimo intrigo, buoni attori e strambi ma divertenti effetti speciali di Carlo Rambaldi con la famosa scena dei cani vivisezionati che costò un processo a Fulci: inutile, ma bella.

I numerosi colpi di scena e le molteplici soluzioni al caso non disturbano, ma invece contribuiscono al generale clima di confusione mentale nel quale la protagonista si trova e nel quale il regista vuole mandare il pubblico.

Daje così Fulci!

Titolo originale: Una lucertola con la pelle di donna
Regia: Lucio Fulci
Anno: 1971
Durata: 99 minuti

Distretto 13 – Le brigate della morte (1976)

Se non avete mai visto questo film, andate al più vicino telefono, abbonatevi ad una compagnia telefonica con un pacchetto comprensivo di internet illimitato, aspettate 3 settimane, chiamate ripetutamente la compagnia telefonica lamentandovi dei soliti ritardi all’italiana, alla quarta settimana minacciate vie legali e poi aspettate alla finestra, dopo una mezz’ora vedrete il tecnico arrivare con la sua borsa e il modem, apritegli il portone e aspettate che esca dall’ascensore con la porta di casa aperta, quando arriva salutatelo e ricordategli quanto l’Italia sia un paese del cazzo, mostrategli la linea telefonica, offritegli il caffè mentre connette il modem e verifica la linea, una volta finito chiedetegli se ha finito, prima di congedarlo chiedetegli se ha veramente finito perché in Italia si chiede sempre conferma della conferma, sulla porta di casa tirate fuori quei 10 euro che avete preparato mentre il caffè bolliva e dateglieli con un sorriso, chiudete la porta, aspettate 2 settimane per l’attivazione, chiamate ripetutamente la compagnia telefonica per i soliti ritardi all’italiana, uscite di casa e fatevi una passeggiata, quando tornate posate le chiavi sul tavolino all’ingresso e alzate la cornetta per vedere se forse forse hanno attivato la linea, verificato che l’Italia è sempre un paese del cazzo come due settimane fa andate al cesso a cacare, mentre siete lì che spingete sentite il telefono che squilla e allora precipitatevi a rispondere con lo stronzo che vi esce quasi dal culo, rispondete alla signorina della compagnia telefonica che vi comunica l’attivazione della linea e incazzatevi con lei, attaccate e tornate in bagno per finire, una volta cacato e pulito accendete il computer e aprite il browser per verificare la velocità di connessione, col sorriso sulle labbra per i vostri miseri 5 Mb al sec scaricate immediatamente il programma per i torrents, mentre scarica coi vostri miseri 5 Mb al sec aprite un’altra tab e andate su Piratebay.se, cercate “Assault on Precinct 13” (titolo originale inglese dell’idiota “Distretto 13 – Le Brigate della morte”), cliccate sulla calamita e vedrete partire il download, mentre aspettate che finisca andate in balcone a fumarvi una sigaretta, guardate il panorama e pensate quanto siete intelligenti e sprecati in Italia paese del cazzo, tornate dentro e controllate il download, visto che mancano ancora 35 minuti coricatevi sul letto e chiudete gli occhi mentre pensate all’ora e mezza di sana e pura violenza anni 70 intrignata nella prima vera opera di debutto di John Carpenter, svegliatevi dopo 7 ore in piena notte e dirigetevi verso il computer, aprite la cartella download e cliccate due volte sul file scaricato, verificato che non sia un file porno con un altro nome, aprite un’altra pagina e andate su Opensubtitles.org, cercate Assault on Precinct 13 e selezionate italiano come lingua perché non capite un cazzo d’inglese senza i sottotitoli, mettete il file nella stessa cartella e dategli lo stesso nome altrimenti non lo prende, mettetevi comodi, bicchiere d’acqua a portata di mano, staccate il telefono che avete aspettato per 5 settimane e godetevi Assault on Precinct 13, che siccome è un film della madonna ed il più bel thriller degli anni 70, vi gasa ancora nonostante tutta questa serie di rotture di cazzo che avete dovuto passare perché non avete voluto sborsare 9 euro per comprarvi il dvd.

treccine+gelatino+sorrisino+fucilata in petto con annesso spruzzo di sangue = cinema
treccine+gelatino+sorrisino+fucilata in petto con annesso spruzzo di sangue = cinema

Carpenter ha scritto, diretto, montato e composto le musiche di questo piccolo gioiellino a basso costo che in USA all’uscita non ha incassato un cazzo, ma che è diventato un cult a posteriori quando in Europa ha spopolato per i suoi chiari riferimenti al western classico (“Un dollaro d’onore” su tutti) e per quel sorriso beffardo verso la morte che caratterizzerà tutti i successivi anti-eroi carpenteriani (Snake Plissken su tutti).

Il nostro John è un regista politico (non politicizzato), nonostante la patina di superficialità che può dare a vedere ad un pubblico stolto, e questo film ne è un classico esempio: mette insieme un manipolo di anti-eroi, gente reietta e che si scanna l’un l’altro nei classici film reazionari che vogliono educare all’odio sociale per distrarre dall’ingiusto sistema piramidale contemporaneo, e li fa invece combattere contro una gang di assassini i cui volti non vengono quasi mai svelati e che sembrano piuttosto fantasmi immortali, furie cavalcanti pronti a morire per il sangue e per la vendetta.

Oh, mica pizza e fichi.

perché un negro detenuto, un negro poliziotto e un assassino detenuto non si ammazzano l'un l'altro?
perché un negro detenuto, un negro poliziotto e un assassino detenuto non si ammazzano l’un l’altro?

Assalto al distretto 13 (che in realtà è il 9 nel film, mortacci dei distributori ignoranti) è un bellissimo film; da vedere se si vuol capire perché Carpenter e Sorrentino No.

VOTO:
4 Sorrentino e mezzo

Distretto-13-–-Le-brigate-della-morte-(1976)-voto

Titolo originale: Assault on precinct 13
Regia: John Carpenter
Anno: 1976
Durata: 91 minuti

Tenebre (1982)

Avete presente quei film americani nei quali un misterioso assassino fa fuori giovani vittime dopo aver letto tutti i romanzi di uno scrittore dell’orrore, scrittore al quale la polizia si rivolge nella speranza di risolvere il caso?
Ecco, Dario Argento l’ha fatto nel 1982.

Tenebre è un ottimo thriller argentiano con tutti i vari elementi che da sempre contraddistinguono la filmografia del regista pazzo di Roma: un protagonista che si ritrova nel mezzo di una sequenza orribile di omicidi e che, volente o nolente, è chiamato a risolverne il mistero; donne dallo spessore emotivo/psicologico alquanto cartaceo squartate, fatte a pezzi da mani guantate di nero (da sempre Argento presta le sue di mani nelle sequenze di omicidi); trame incongruenti con salti pindarici, ma sempre interessanti e spesso sorprendenti; movimenti di macchina fluidi ed estetizzanti e soggettive dal sapore Hitchcockiano; e alcune inquadrature molto artistiche e dal sapore pittorico.

Tenebre (1982)

Tenebre è anche e soprattutto un film che sputa in faccia alla critica benpensante, uno degli ultimi esempi di cinema autoriale che manda un messaggio oltre che pensare al botteghino: lo scrittore del film viene accusato da una giovane critica di maschilismo e violenza verso le donne perché nei suoi libri le vittime sono sempre femmine silenti in un mondo machista e rozzo; una critica che Argento avrà ricevuto spesso durante la sua carriera ed alla quale Dario ha dedicato 110 minuti di budella femminili su pareti candide come marmo michelangelesco.

Titolo: Tenebre
Regia: Dario Argento
Anno: 1982
Durata: 110 minuti

The Thin Blue Line (1988)

Nominato in numerose liste come il secondo miglior documentario della storia, La sottile linea blu narra la vicenda di Randall Adams, accusato di omicidio di poliziotto e per questo condannato alla pena capitale (poi commutata in ergastolo) nel “fantastico” stato del Texas, e tutto l’incredibile processo farsa che lo ha spedito nel braccio della morte.

Il regista Errol Morris (un passato da investigatore privato) ha regalato ai posteri un’opera meritevole di attenzione e che ha segnato profondamente il genere documentario e la settima arte: ha introdotto le interviste con sguardo nella telecamera e le ricostruzioni filmate con uso di attori delle vicende narrate dai reali protagonisti, ma soprattutto ha mostrato la potenza del documentario.

Si dà il caso infatti che, dopo l’uscita nelle sale di questo film, Randall Adams ha potuto godere di un nuovo processo in seguito al quale è stato liberato e scagionato da ogni accusa.
Questo documentario quindi è soprattutto la risposta a quanti si domandano a cosa serva fare un film.

VOTO:
5 Defender dei carabinieri che proteggono Carlo Giuliani passandogli sopra in retromarcia

The Thin Blue Line (1988) voto

Titolo originale: The Thin Blue Line
Regia: Errol Morris
Anno: 1988
Durata: 103 minuti
Compralohttp://amzn.to/2z2Ece4