Cosa dovrebbero fare quegli italiani che si sentono stretti nella morsa della crisi economico-culturale del bel paese?
Partire e lasciare la nazione nelle mani di inetti bigotti vecchi paternalisti e patriarcali stronzi? Oppure rimanere e resistere all’assalto della stupidità, dell’oggettificazione della donna, della mentalità mafiosa di larga parte del ceto politico?
E’ quello che si chiedono Luca Ragazzi e Gustav Hofer in questo documentario on the road.

Gustav e Luca sono una coppia gay di Roma, lavorano nell’industria dell’intrattenimento e hanno già prodotto un documentario nel 2008 con uno stile simile, Improvvisamente l’inverno scorso.
Quello era sul rapporto degli italiani con l’omosessualità e ne veniva fuori un quadro un po’ deprimente, ma non sorprendente: l’Italia è un paese restio al cambiamento, attaccato alle sue tradizioni spesso superate e controproducenti, e attanagliato da una religiosità che permea ogni ambito della vita civile.
Questo invece indaga sulla disgregazione della società italica degli ultimi 20 anni: da paese capace di produrre premi nobel, innovazione, ricchezza e cultura, si è arrivati oggi ad avere una manodopera pagata come gli operai in Polonia.
Dalle fabriche della FIAT che chiudono a quelle della Bialetti che ora produce in Romania, dalla Campania invasa dai rifiuti alla Sicilia in preda alla Mafia, il quadro che ne esce fuori è una caricatura deprimente di un paese allo sbando, senza speranze e con alla guida un manipolo di cialtroni criminali e arroganti.
Italy: love it, or leave it è uscito nel 2011, in piena era berlusconiana; si pensava che con la caduta del regime di Arcore le cose sarebbero cambiate, ma la realtà è che in Italia, come nella Sicilia di Tomasi di Lampedusa, tutto cambia per non cambiare nulla.
VOTO:
3 Gattopardi e mezzo
Titolo originale: Italy: Love it, or Leave it
Regia: Gustav Hofer, Luca Ragazzi
Anno: 2011
Durata: 75 minuti