L’ultima profezia (1995)

L’arcangelo Gabriele si è rotto il cazzo dell’amore di Dio dio per gli esseri umani e si è messo in testa di rovesciare l’ordine costituito nel vano tentativo di riconquistare l’amore divino a suon di papagni in bocca agli angeli che ancora sostengono quel figlio ‘e ‘ntrocchia di Dio dio.

A sbarrargli la strada abbiamo un detective con un generoso parrucchino che ha perso la fede (il detective ha perso la fede, non il parrucchino), una bambina che viene ingravidata oralmente da un angelo (sì, hai letto bene) e un gruppo di sciamani indiani che non c’entrano un cazzo con la trama tutta giocata (male) sul cattolicesimo ma che fanno sempre molto colore.

L'ultima profezia (1995)

Madonna ladruncola di briciole di pane.
Che pietà, per pietà.

Ma come cazzo si fa a partorire un filmaccio così?
Il regista appare chiaramente confuso tra un tono duro, orrorifico, apocalittico ed un altro completamente opposto, composto di smorfiette e siparietti tra il comico e il patetico che starebbero bene in bocca al budello di tu’ ma’; la storia può far breccia unicamente nei cuori dei pavidi e Matteo Renzi è il peggior politico mai partorito da un democrazia.

Che poi guarda: il film parte pure benino, con quell’abbondante gusto splatter dei primi 30 minuti, e però poi va a perdersi proprio quando dovrebbe decollare, ovvero con l’entrata in scena di Christopher Walken.
Pietà.

VOTO:
2 smorfie (puorchiddio)

L'ultima profezia (1995) voto

Titolo originale: The Prophecy
Regia: Gregory Widen
Anno: 1995
Durata: 98 minuti
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La vendetta di Halloween (2007)

La notte di Halloween si è molto trasformata nel corso dei decenni: da festa per omaggiare i morti ed esorcizzare la morte è pian piano diventata un fenomeno consumistico nel quale è finito per gravitare un po’ di tutto, dal gore al sexy passando per il freak.

In questo breve film episodico, oltre ai temi sovraccitati, s’intrecciano 5 storie dell’orrore che prendono vita (si fa per dire) proprio durante la notte di Halloween: una giovane coppia di disillusi con lui che ama scopare e lei che non ama nulla tornano a casa dopo la parata cittadina, un padre di famiglia con qualche segreto di troppo incontra un giovane obeso con la passione dei dolciumi, un gruppo di ragazze alla ricerca di carne fresca fanno festa attorno ad un falò, 4 ragazzini in vena di tetre esplorazioni esplorano un vecchio bus precipitato in fondo a una cava e un bisbetico anziano deve fare i salati conti con i fantasmi del passato.

La vendetta di Halloween (2007)

Prima di scrivere e dirigere quel piccolo cult natalizio che è Krampus, il signor Dougherty aveva già tentato di fare lo stesso con la festa più americana che ci sia (ovvero Halloween) e, dando retta a pubblico e critica dei mini-festival, sembrava che la cosa gli fosse riuscita.

Ed è proprio per questo hype che si è venuto a creare attorno a questa pellicola low budget che io mi sono deciso ad una sua attenta visione e posso tranquillamente deliberare con ragionata sicurezza che Trick ‘r Treat, nonostante sia girato e scritto competentemente ed affondi felicemente il pedale del truculento in più di un’occasione, alla fine non è niente di che.

Voi guardatelo, non guardatelo… me ne frega cazzi.

VOTO:
3 falò

La vendetta di Halloween (2007) voto

Titolo originale: Trick ‘r Treat
Regia: Michael Dougherty
Anno: 2007
Durata: 82 minuti

Dellamorte Dellamore (1994)

Nella ridente cittadina di Buffalora i morti stanno tornando in vita ed è compito di Francesco Dellamorte, svogliato guardiano del cimitero locale, assieme al suo fidato e ritardato compare Gnaghi, sparare loro in testa e porre così fine all’invasione.

Purtroppo Francesco stesso non se la passa tanto bene visto che sta attraversando una piccola quanto importante fase della sua vita, ovvero il passaggio all’età adulta (leggermente in ritardo sulla tabella di marcia biologica) e ad una maggiore consapevolezza del proprio io che, tra prorompenti ossessioni femminee, figure materne che muoiono, impotenze vere o presunte e solitudini più vere che presunte, lo stanno facendo uscire di capoccia mentre lui vorrebbe solo uscire dalla piccola realtà artefatta della piccola cittadina nella quale la sua esistenza sta svanendo in concomitanza con la triste realizzazione che tutti dobbiamo morire.

Dellamorte Dellamore (1994)

Bellissima e molto sottovalutata commedia dell’orrore all’italiana che da un lato intrattiene i fan del genere con una splendida veste scenografica, una buona dose di macabro veicolata con dei graziosi effetti speciali artigianali e una scandalosa sfacciataggine poco politically correct (tipo quando Francesco impallina in piena testa piccoli boy scouts e fracagna la faccia ad una suora occhialuta… roba che ce la sogniamo in questi tempi di perbenismo fasullo) e dall’altro riesce a porre più di un interrogativo alla soluzione della narrazione.

Qual è la realtà?
Perché esistiamo?
Chi è veramente Francesco?
Sono domande che un pubblico più avveduto dovrebbe porsi, ma capisco che la maggior parte sarà troppo impegnata con le pere di Anna Falchi.

VOTO:
4 pere

Dellamorte Dellamore (1994) voto

Titolo inglese: Cemetery Man
Regia: Michele Soavi
Anno: 1994
Durata: 105 minuti

Benvenuti a Zombieland (2009)

4 individui molto diversi, sia per carattere che per estrazione socio-culturale, si ritrovano legati emotivamente a seguito dell’apocalisse zombie.
Prima di giungere a questo splendido idillio, li seguiremo per un paio di giorni mentre ne fanno di tutti i colori fottendosi l’un l’altro e sbranandosi su un’isola deserta perché il regista non crede nelle persone.
Io credo nelle persone. Però non credo nella maggioranza delle persone.
Mi sa che mi troverò sempre d’accordo e a mio agio con una minoranza.

Zombieland (2009)

Simpaticissima commedia che, non prendendosi troppo sul serio, fa una delle poche mosse vincenti quando si ha a che fare con un genere caldo e allo stesso tempo freddo come quello degli zombie e cioè: rispettare poche semplici regole mentre si cerca di far ridere il pubblico di una storia assurda come la fine del mondo, feticcio spaventapasseri alquanto poco probabile che tiene a bada e dormiente la popolazione su temi più importanti e più pragmatici tipo la diarrea o l’alfabetizzazione di massa.

Le interpretazioni sono simpatiche, la durata è breve al punto giusto e non si può che gioire della breve apparizione di Bill Murray nei panni di se stesso mentre recita una scena di Ghostbusters.

VOTO:
4 Bill Murray

Zombieland (2009) voto

Titolo originale: Zombieland
Regia: Ruben Fleischer
Anno: 2009
Durata: 88 minuti
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Society – The Horror (1989)

Billy è ricco e vive a Beverly Hills, ma questo non gli impedisce di provare un continuo disagio interiore che lo porta a sentirsi diverso da quelli che lo circondano: padre, madre, sorella, amici e compagni di scuola sembrano come appartenere a un qualcosa di sinistro da cui Billy sente il bisogno di difendersi.

Diviso tra il sospetto d’essere matto e quello che i matti siano tutti gli altri, il giovine abbiente scivolerà rapidamente nello scarico di un lurido lavandino nel quale c’hanno vomitato, cacato e pisciato in parecchi.

Society - The Horror (1989)

Insospettabile tripudio politico per questo film di serie B (z?) pululante situazioni e recitazioni un po’ paradossali e però perfettamente in linea con lo spirito libero e scardinatore dei freni societari che pervade tutta la pellicola.

Gli effetti speciali sono molto anni ’80 e molto godibili e sicuramente rivestono un ruolo primario nella scalata verso l’invettiva vetta rappresentata da un finale assolutamente imprevedibile e di cui non rivelerò una virgola per non rovinarvi la meravigliosa sorpresa; il resto della baracca fatica un pochino, ma glielo si perdona vista la geniale trovata narrativa.

Consigliato a tutti quelli che amano in egual misura il gore e la politica; sconsigliato agli stupidi.

VOTO:
3 vette e mezzo

Society - The Horror (1989) voto

Titolo originale: Society
Regia: Brian Yuzna
Anno: 1989
Durata: 99 minuti

The Greasy Strangler (2016)

Big Brayden è un infantile eunuco pelato col cazzetto senza speranza alcuna di redenzione che vive assieme a suo padre Big Ronnie, un bestiale figlio di puttana super dotato che non prova alcun sentimento per il figlio mentre convoglia un’insaziabile passione per il lardo col quale ricopre non solo il cibo ma anche se stesso prima di uscire la sera per andare a strangolare chi ha avuto l’audacia di fargli rodere il culo.

Bella premessa, eh?

The Greasy Strangler (2016)

Un film assurdo, sotto ogni punto di vista.

Se non fosse per un generale senso d’inconcludenza di tutta la trama che, nonostante racconti un semplice rapporto padre figlio attraverso la lente dell’eccesso e dell’assurdo, non sembra poi andare da nessuna parte, si potrebbe pure gridare al miracolo.

Sì perché, nel panorama patinato e perfettino del cinema aristotelico, fa veramente piacere ogni tanto vedere (o dovrei dire subire) una serie interminabile e formidabile di follie strappa risate che riusciranno a innervosire gran parte del pubblico di merda che si ostina a voler vedere film come fossero un semplice passatempo.

Se hai voglia di passare il tempo, masturbati.

VOTO:
4 Big Ben

The Greasy Strangler (2016) voto

Titolo originale: The Greasy Strangler
Regia: Jim Hosking
Anno: 2016
Durata: 93 minuti

Gremlins (1984)

Un obeso padre di famiglia americano, mentre è in cerca di giovani ragazzi cinesi da fottere, finisce in un negozio di antiche cianfrusaglie a Chinatown dentro il quale trova un Mogwai, ovvero una piccola creatura pelosa di circa 10 centimetri, simile per dimensione ai cazzi che andava cercando.
L’obeso pensa bene che sia il regalo di Natale perfetto per suo figlio scemo, ma non sa che, nonostante un’apparenza bonaria e sorniona, questo simpatico animaletto cela invece una mostruosa natura che può essere rivelata se si infrangono certe regole.

Le regole del Mogwai sono:
1 – mai parlare del Mogwai
2 – mai parlare del Mogwai
3 – mai esporlo alla luce
4 – mai bagnarlo
5 – mai dargli da mangiare dopo mezzanotte

Ovviamente la famiglia dell’obeso efebofiliaco riesce a infrangerle tutte nell’arco di 48 ore scatenando quindi l’inferno nella loro piccola cittadina di residenza, Kingston Falls.

Gremlins (1984)

Indimenticabile pietra miliare del genere horror-comico molto in voga negli anni ’80 americani (vedi Ghostbusters, uscito lo stesso weekend) che sicuramente deve aver ingannato più di una famiglia con bambini a carico le quali saranno andate al cinema pensando di godersi una commediola natalizia coi pupazzi trovandosi invece proiettate dentro un simpatico incubo splatter.

Gli effetti speciali sono adorabili e spaventosi allo stesso tempo e se la fanno da padrone nonostante il loro uso sia ben calibrato e sporadico, basti pensare che il primo gremlin appare dopo ben 45 minuti di film.
La storia scritta da Chris Columbus (lo stesso dei Goonies) come biglietto da visita per i produttori era originariamente molto più dark (tipo che la madre del protagonista veniva decapitata e la sua testa rotolava dalle scale di casa), ma poi, grazie all’influenza del produttore esecutivo Steven Spielberg il quale (da vecchio marpione capitalista quale è) ha capito l’importanza del merchandising legato a queste bestioline pelosette, l’intero intreccio è stato perciò virato verso un umorismo certamente nero, ma comunque più sarcastico che offensivo.
Restarono comunque parecchie scene violente, tra cui l’indimenticabile gremlin che esplode nel forno a microonde, vero e proprio botto visivo per il me bambino.

VOTO:
5 bambini cinesi

Gremlins (1984) voto

Titolo originale: Gremlins
Regia: Joe Dante
Anno: 1983
Durata: 106 minuti

La casa (1981)

Quattro amici vogliono passare un fine settimana in una decrepita casa di legno in mezzo al bosco dall’aria alquanto spettrale.
Ovviamente le prime impressioni negative si trasformano presto in puro terrore mentre, uno ad uno, i giovani universitari vengono posseduti da una misteriosa forza maligna che aleggia nell’aria nebbiosa di un’america ancora ancestrale e che li trasformerà in putrescenti sacchi di merda diabolica.
Per la gioia dei patiti dello splatter.

La casa (1981)

Film culto per eccellenza ed esordio sul grande schermo per la coppia artistica Raimi-Campbell, ‘sto crogiuolo di sangue e sputi è uno dei migliori horror a basso costo in circolazione.
Saldamente impantanato nei cliché del genere, sviluppato attorno ai cari temi di sesso e morte e serpeggiato da una sarcastica vena sanguinolenta di una violenza inaudita a quel tempo, The Evil Dead è una pellicola breve e pungente che riesce a trattenere lo spettatore anche nei vari momenti di lunga suspense che, per esigenze economiche e di genere, trovano ampio spazio all’interno dell’oretta e mezza di spaventi quali si compone l’opera.

Siamo ai livelli di Via col vento?
Ovviamente no, sia per contenuti che per esecuzione, ma non ha senso comparare un prodotto (razzista) dello studio system hollywoodiano con un filmino girato nei fine settimana e finanziato coi dindini di genitori, parenti e amici vari di un paio di ragazzi borghesi e viziati come Raimi e Campbell.

VOTO:
4 borghesi viziati e mezzo

La casa (1981) voto

Titolo originale: The Evil Dead
Regia: Sam Raimi
Anno: 1981
Durata: 85 minuti

La notte dei morti viventi (1990)

Barbara e Johnnie, sorella e fratello, vanno a trovare la madre morta in uno sperduto cimitero nei pressi di Pitsburgh, ma quello che trovano è ben più spaventoso della morte.
Si è sparso infatti una sorta di virus che fa tornare in vita i recenti deceduti i quali se ne vanno in giro barcollanti come fossero appena usciti dalla “vineria prezzi popolari” disperatamente alla ricerca di carne fresca da strappare a morsi sdentati.
Johnnie cade (letteralmente) sotto l’attacco di questi morti viventi mentre Barbara riesce a rifugiarsi in una casa di campagna solo apparentemente disabitata; ben presto a farle compagnia avrà infatti un variegato drappello di umanità appesa al filo della vita come d’autunno sugli alberi le foglie.

La notte dei morti viventi (1990)
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Rifacimento (quasi) passo passo del famosissimo capostipite degli zombie movies, quest’opera forse un po’ orfana di padre e idee, risplende comunque di luce propria come un ottimo esempio di film dell’orrore girato bene e senza troppo spargimento di sangue e budella.
Alcune interpretazioni sono forse un po’ caricate e/o dilettantesche (vedi la coppia di ragazzi compagnoli locali), ma a far da contraltare c’è un duo di protagonisti assolutamente eccezionali: Tony Todd (già apprezzato in Candyman) e Patricia Tallman (inconsapevolmente piaciuta come strega sotto due chili di trucco in Army of Darkness) sono infatti perfetti e pienamente credibili nei loro stravolgimenti emotivi che si susseguono lungo il teso arco narrativo dell’ora e mezza scarsa di film.

Si punta ancora sulla critica alla natura violenta dell’uomo, come nell’originale, ma con un piccolo twist finale su cui taccio.

VOTO:
3 twist e mezzo

La notte dei morti viventi (1990) voto

Titolo originale: Night of the Living Dead
Regia: Tom Savini
Anno: 1990
Durata: 92 minuti

Gremlins 2 – La nuova stirpe (1990)

E’ passato qualche anno dagli strani avvenimenti di Kingstone Falls, una tranquilla cittadina americana improvvisamente devastata dalla furia cieca di un’orda di Gremlins fermati per bucio di culo grazie alla luce del Sole, unico vero nemico per una stirpe maligna/malevola come questa.

Ora i giovani protagonisti del primo capitolo si sono trasferiti a New York e cercano, assieme ad altri milioni di sottoproletari, l’occasione di una vita per sfondare ed entrare quindi in quel famoso 1% di cui si parla tanto in televisione.
Sfortunatamente però l’1% riservato loro è quello dei poveri sfigati che vengono colpiti dallo stesso cataclisma 2 volte nell’arco della loro vita; un vero e proprio evento fortuito che ha invece tutta l’aria d’essere l’evento meno fortuito della vita di una persona.

Ma bando alle ciance: alzate il sipario su questo scempio.

Gremlins 2 - La nuova stirpe (1990)

Divertente sequel/parodia di un indimenticabile horror per ragazzi perfetto sotto molteplici punti di vista, questo spin-off spurio invece punta moltissimo sulla moltiplicazione degli effetti speciali e sull’estremizzazione della vena comico/satirica ben presente anche nel primo capitolo.
Purtroppo, essendo molto attaccata ai tempi in cui è ambientata e con un’abbuffata quindi di (anti)capitalismo, diete e televisione via cavo, la storia qui perde una certa dose di vapore se trasportata/trapiantata ai giorni nostri senza una dovuta acclimatazione.
Resta comunque un prodotto valido, soprattutto per il reparto merchandising, e sicuramente un’opera lodevole per la grande dose di coraggio presa dal regista Joe Dante nello spingere i limiti della macchina hollywoodiana un tantino più in là.

Quello che a noi interessa però è altro:
Howie Mandel, un brillante commediante, presentatore e doppiatore (qui ricordato per aver prestato la voce a Gizmo in entrambe le pellicole) soffre di un grave disturbo ossessivo compulsivo unito ad una germofobia particolarmente acuta.
Tutto questo gli rende la vita molto difficile e nonostante ciò però non si riesce fare a meno di ridere a crepapelle del suo inferno quotidiano se lo si immagina con la piccola faccetta paffutella di Gizmo.

VOTO:
3 handicappati e mezzo

Gremlins 2 - La nuova stirpe (1990) voto

Titolo originale: Gremlins 2: The New Batch
Regia: Joe Dante
Anno: 1990
Durata: 106 minuti

Planet Terror (2007)

Un drappello di soldati americani riescono finalmente a trovare Osama Bin Laden e lo uccidono sul momento; purtroppo vengono contemporaneamente infettati con un composto chimico altamente velenoso chiamato DC2 che li fa rapidamente trasformare in sanguinari mostri bubbonici se non vengono continuamente esposti al gas stesso.
Durante una compravendita del composto tra i militari e uno scienziato corrotto, alcune bombole dello stesso vengono perforate rilasciando il mostruoso gas nell’aria ed ecco che un’intera cittadina texana entra nel panico più totale mentre i suoi cittadini cominciano a trasformarsi in zombie purulenti mangiacarne.
Spetterà ad una go-go dancer senza una gamba, ad un’anestesista lesbica fedifraga e a pochi altri personaggi molto sopra le righe cercare di fermare l’invasione e ristabilire l’ordine costituito.

Fallendo miseramente.

Planet Terror (2007)

Spettacolare secondo film del progetto double-feature Grindhouse concepito da Rodriguez e Tarantino e senza ombra di dubbio un ardito esperimento perfettamente riuscito sotto ogni punto di vista.
Per ricreare l’effetto vissuto e di second’ordine tipico dei film fine anni ’70 inizio anni ’80 a cui si fa chiaramente omaggio, si è optato per tutta una serie di accorgimenti tecnici e narrativi volti a catapultare lo spettatore dentro un mondo oramai scomparso: graffi sulla pellicola, uso di lenti appannate e di bassa qualità, una storia ridicola ed eccessiva o la finta mancanza di una bobbina che elimina il plot point numero 2 alla fine del secondo atto costringendo ad un reset narrativo eccezionale sono tutte perle che forse solo un vero estimatore dell’arte cinematografica può digerire fino all’osso.
Difatti il progetto fu un completo fallimento e, nonostante i miei 10 euri felicemente sborsati all’epoca, Planet Terror non se lo incula più nessuno.

VOTO:
5 10 euri

Planet Terror (2007) voto

Titolo originale: Planet Terror
Regia: Robert Rodriguez
Anno: 2007
Durata: 105 minuti

Il giorno degli zombi (1985)

Dopo la notte e l’alba, eccoci arrivati al giorno degli zombi, ovvero quando la Terra, intesa come Stati Uniti, intesi come New England, è oramai invasa da orde di morti viventi il cui unico scopo è fottere e mangiare.
Per la verità, più mangiare che fottere.
A farci da compagno di viaggio abbiamo un drappello di umanità sgangherata fatta di soldati un po’ incazzosi, scienziati un po’ macellai e piloti d’elicottero un po’ nichilisti.

Il giorno degli zombi (1985)

Conclusione nu poco strana per la trilogia originale di Romero sugli zombi perché molto in bilico tra perla di Serie B e spisciacchione Hollywoodiano.
Gli effetti speciali del grande Savini e del giuovine Nicotero (presente anche nel piccolo cameo del soldato Johnson) che poi andrà a creare tutto l’orrore della serie TV The Walking Dead sono fantastici e splendidamente truculenti con l’apice gore raggiunto nella scena della decapitazione a mano del soldato Torrez il quale, prima d’essere definitivamente diviso in due, lancia un grido straziante con un’impennata vocale atta a sottolineare la rottura delle corde vocali.

Un bellissimo macello sudamericano insomma.

Il resto purtroppo soffre un po’: dalle recitazioni leggermente macchietistiche se giudicate secondo un metro da film serio ma perfettamente normali se immaginate in un B movie, alla sentita latitanza di un vero messaggio socio-politico che invece era ben presente nei capitoli precedenti.

VOTO:
3 Bub

Il giorno degli zombi (1985) voto

Titolo originale: Day of the Dead
Regia: George A. Romero
Anno: 1985
Durata: 96 minuti