La Cosa (1982)

Cosa c’è di più pauroso a questo mondo?
Semplice, quello che non si conosce.

E come ci si disfa di questa paura?
Semplicissimo: la si esorcizza, cioè la si richiama appositamente per farla scatenare.

La cosa di John Carpenter è esattamente questo: una storia di catarsi travestita da film dell’orrore, con ettolitri di sangue da regalare al suo pubblico.

La Cosa (1982)

Film stupefacente dell’82 (stesso anno di E.T.) bocciato clamorosamente da critica e pubblico alla sua uscita che rappresenta uno dei tipici spartiacque buoni a discernere tra chi ci capisce di cinema e chi non ci capisce un cazzo.

Apprezzate The Thing?
Bene.
Vi fa schifo tutto quel casino e non capite che senso abbia la storia?
Molto male, andate all’angolo col cappello da somaro.

Tratto dal racconto del 1938 Who goes there? di John W. Campbell, questo film è in realtà un densissimo thriller inondato da effetti speciali truculenti volti a stupire un pubblico idiota che mal regge la tensione un po’ fine a sé stessa, un pubblico idiota che infatti lo stesso anno premiò la semplice bontà di Spielberg e decretò la sconfitta di una pellicola coraggiosa nella sua eccessività e perfetta nella sua esecuzione.

Rob Bottin, giovanissimo allievo di Rick Baker, curò gli straordinari e rivoltanti effetti speciali (un misto di modelli in vetroresina, lattice, animatronics e stop motion) i quali contribuirono non poco alla singolarità di The Thing nel panorama fantascientifico dell’epoca.
Una singolarità talmente forte che tuttora rimane l’eccezione che conferma la regola del genere: quante volte avete visto in un film di fantascienza una cassa toracica aprirsi in due a mo’ di fica dentata?
Ecco, appunto.

La colonna sonora fu curata da Ennio Morricone il quale si trovò in leggero conflitto con Carpenter: il primo si sa che ama sbrodolarsi sui violini e sull’emotività anche un po’ semplice; il secondo è molto più introverso, asciutto e poco empatico.
Carpenter scelse Morricone perché lo amava come artista, furono sue le musiche a fare da colonna sonora al matrimonio del regista americano, ma forse avrebbe fatto meglio a comporre la colonna sonora da solo, come al suo solito, invece di investire una fracca di soldi su uno che alla fine gli ha consegnato dei motivi fondamentalmente carpenteriani.

Ad ogni modo, The Thing rimane il più bel film di Carpenter per quel perfetto mix di tensione, mistero, orrore e nichilismo che lo contraddistingue; anche il regista lo reputa il suo fiore all’occhiello e tutt’oggi non riesce a perdonarsi il fallimento al botteghino della sua opera più cara.
Se La cosa alla sua uscita avesse fatto il botto come si meritava, forse Carpenter avrebbe avuto una carriera ben differente; d’altronde questo avrebbe significato che medie produzioni come Big trouble in little China e They Live non avrebbero forse visto la luce del sole.

PS: forse non tutti sanno che l’intero mistero è svelato nei primi minuti dal fuciliere norvegese, ma ovviamente la lingua impedisce la comprensione a chiunque non venga dalla Norvegia.

VOTO:
5 teste ragno

The thing (1982) voto

Titolo originale: The Thing
Regia: John Carpenter
Anno: 1982
Durata: 109 minuti

Tucker & Dale vs. Evil (2010)

Avete presente quei film americani con i protagonisti persi nel bosco che incontrano dei rozzi montanari senza denti che poi se li inculano come maiali?
Sì insomma, avete presente Deliverance?

Ecco, qui la premessa sembra la stessa, ma non lo è: un gruppo di odiosi giovani spocchiosi universitari coi soldi si fanno il weekend nella natura, fumando erba e bevendo birra; sfiga vuole che si incrocino con due hillbillies, che è il termine atto a designare gli americani un po’ scemotti e ignoranti che vivono in montagna, protagonisti loro malgrado di molte storie dell’orrore.
Questa volta però i due semplicioni non hanno alcun piano diabolico; vogliono solo passare un tranquillo weekend a pescare e rilassarsi nella loro casetta di legno.
Entrambi i gruppi però pensano d’essere in pericolo e sotto attacco e questo gioco degli equivoci mieterà molte vite.

Questo Tucker and Dale vs. Evil è un film horror-comico assolutamente divertente: costruito come fosse una cosa seria, il film vira continuamente su temi grotteschi ed esilaranti, sempre con stile e padronanza del mezzo.
E’ talmente delizioso e fatto bene che non è mai stato distribuito in Italia…
…ovviamente.

VOTO:
4 Ash Williams e mezzo

Tucker & Dale vs. Evil (2010) voto

Titolo originale: Tucker & Dale vs. Evil
Regia: Eli Craig
Anno: 2010
Durata: 89 minuti

La casa (2013)

5 ragazzi, 5 amici, si ritrovano in una casetta di legno nel bosco per sottoporre ad una cura disintossicante forzata una di loro, eroinomane stranamente paffuta, che ha provato già molte altre volte a smettere con l’ago, senza successo.
Nella stessa casa però, una strega è stata bruciata viva e il (suo?) libro per evocare il male è ancora lì ad aspettare un nuovo gonzo che pronunci le parole magiche.
Ed uno dei 5 stronzetti lo fa.

Ovviamente.

Nel 1981 usciva un film clamoroso, La Casa; dopo 32 anni esce un remake di cristo, con una storia molto diversa, ma tutti gli elementi che abbiamo imparato ad amare: fiotti e fiotti di sangue escono favolosi dai cavilli dei giovini capri anti-espiatori protagonisti di questo horror gasato e gonfiato come iddio comanda; gambe mozzate, lembi di carne strappati e tanto satanismo come piace a noi sono gli ingredienti principali di questa zuppa emoglobinica.

Evil Dead targato Uruguay (il regista esordiente è lo stesso di quel corto, Panick Attack, molto premiato in giro per il mondo) fa schifo, ma nel senso buono del termine: infatti ci si ritrova spesso a digrignare i denti, a stringere le mascelle e a mordersi la lingua, tale è il livello di bella e sana violenza raggiunto.
Errori non ce ne sono e, anche se non si toccano i vertici raggiunti da Raimi, specialmente nel secondo capitolo, rimane sempre un’ora e mezza spesa bene.

Bruce Campbell fa una comparsatina dopo i titoli di coda.
Groovy!

Titolo originale: Evil Dead
Regia: Fede Alvarez
Anno: 2013
Durata: 91 minuti

300 – L’alba di un impero (2014)

Spatatran bum bim.
Cataprap sbum swish.
Zing ta trang

La storia è che c’è la comandante della marina persiana che ha manie di vendetta coi greci e allora batatang giù di spade, zing petti tagliati e mandibole spalancate.
Ma c’è il capo dei greci che smuoiiiing sono democratici, zazang budella fuori.
E poi si fanno le battaglie, tipo 4 nei primi 40 minuti e cabum si fanno scoppiare fetetenghete dinamite e petrolio e missioni suicida.
Buuuuum schioppi nazionalistici di qua e di là.
Poi scopano senza motivo, du dum du dum du dum. Ma no lui è fedele ai greci e allora ancora battaglie.
haaaaaaaaa tuuum
E’ tutto un casino qui e un casino lì, e gli Spartani scudi neri, fascisti littorini genuini arrivano.
BRaccio armato dello stato.
Musulmani che crepano. Morte Morte dal cielo.
alleluia.
Vittoria.
Sangue sulla telecamera
Fine

300 l’alba di un impero?
Ma VAFFANCULO.

Titolo originale: 300: Rise of an Empire
Regia: Noam Murro
Anno: 2014
Durata: 102 minuti

Hellraiser (1987)

Il coltello passa lento sulla pelle liscia e lucente sotto la luce intensa della lampadina appesa morta al soffitto. Il sangue goccia giù copioso, dai vestiti, dalle cosce, dai capelli sporchi e marci.
Uno ad uno, gli uncini ancorati alla carne, affondati dentro come ad un’esca viva, si tendono sotto il carico del corpo morto a cui sono sposati in comunione di dolore e piacere.
Le tavole di legno sotto i piedi bevono il misto di sangue e merda che ormai appesta la stanza.
Su tutto regna un odore di foglie acide, sputi e grasso di maiale.

Ecco, se vi siete eccitati leggendo queste righe, siete pronti per l’Infermo di Hellraiser.

Hellraiser (1987)

Frank, un masochista insoddisfatto dalle solite scopate mascherate con marocchine e thailandesi, pensa bene di comprare un cubo magico capace di spalancare le porte dell’inferno, putroppo non ha fatto i conti con i Cenobiti, esseri demoniaci che ti strappano la carne a forza e ti riducono l’anima a pezzi appena le porte dell’inferno masochista si aprono.
Per il resto del film Frank, essere perverso e crudele come Berlusconi, cerca di riacquistare la sua fisicità succhiando i fluidi vitali da ignare vittime.

La cosa fenomenale di questo film è indubbiamente la fortissima carica di sadomasochismo che fa da traino alla storia e da scintilla di avvio; difatti qui tutto gira intorno alla passione/repulsione per il dolore fisico, per l’estremo e per il sesso grottesco.
Se vi piace l’orrore e i mostri sanguinari alla Lovecraft e siete curiosi di vedere come si può rappresentare in maniera filmica il quartiere a luci rosse di Amburgo, acchiappatevi questo film.

Altrimenti, andate all’inferno.

Titolo originale: Hellraiser
Regia: Clive Barker
Anno: 1987
Durata: 94 minuti

Django Unchained (2012)

La storia americana ha terribili scheletri nell’armadio, uno di questi è lo schiavismo, finito (si fa per dire) con la guerra civile del 1861-1865.
Django Unchained è il tentativo (ottimamente riuscito) di ripescare questi terribili eventi dal pozzo del dimenticatoio e metterli in bella vista sotto le sfavillanti luci hollywoodiane.

Questo film, seppur ricevuto ottimamente da pubblico e critica, ha ovviamente scontentato coloro i quali non hanno il buon coraggio di fare i conti col passato; costoro si lamentano dell’eccessiva polarizzazione dei personaggi (bianchi cattivi e vigliaccchi, neri buoni ed eroici), ma non si rendono conto che, in prima istanza, la realtà dei fatti del 19° secolo era abbastanza simile e quella ricreata da Quentin Tarantino, e secondo poi, Django Unchained è un film eccessivo per concezione: dal primo all’ultimo frame si gioca sul grottesco, sulla macchietta, sul leggendario e sull’assurdo.
Ma soprattutto, questo film è un ottimo esempio di come si possa fare storia con un buon mix di humour, violenza e passione.

Tra le tante perle e ottime interpretazioni, non si può tralasciare quella di Samuel L. Jackson nei panni di Stephen, l’ “House Nigger” (il negro di casa), ovvero quel particolare nero che, pur di conquistare particolari privilegi quali ad esempio la permanenza nella casa del padrone, migliori condizioni di lavoro e una certa rispettabilità in società, è disposto a vestire i panni del carnefice contro i suoi stessi confratelli neri nel duro lavoro di oppressione del più debole e perpetuazione della schiavitù.

Il fenomeno dell’House Nigger non è certo nato (né morto) con lo schiavismo americano; esempi sono ovunque, uno dei quali siede alla casa bianca.

Django Unchained (2012) - 2
House Nigger mentre se la gode

Titolo originale: Django Unchained
Regia: Quentin Tarantino
Anno: 2012
Durata: 165 minuti

Re-Animator (1985)

Dalla premiata ditta Yuzna-Gordon, il miglior horror splatter degli anni ’80 nonché la miglior parodia nera di Frankenstein.
Basato su un racconto di Lovecraft, la storia ha subito profonde modifiche da parte dei due sovraccitati fenomeni, modifiche gradite che infatti hanno reso questo film un prodotto godibilissimo per il suo humour nero e la frotta di sangue che scorre a bestia sui protagonisti, sui tavoli, sulle pareti, sugli specchi, su tutto.

Re-Animator (1985)

Gli effetti speciali sono caserecci, ma efficacissimi e l’apparente seriosità dei personaggi poi contrasta volutamente con la follia della storia.
Tutto questo (e di più, tipo il cunnilingus zombie) ha consacrato Re-Animator come vero e proprio film cult.
Un must quindi per i fan di Yuzna e Gordon, ed un ottimo film per il resto dell’umanità.

Titolo originale: Re-Animator
Regia: Stuart Gordon
Anno: 1985
Durata: 86 minuti
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