I segreti di Twin Peaks (1990-1991)

La tranquilla cittadina di Twin Peaks è sconvolta dal ritrovamento del corpo di Laura Palmer, una giovane ragazza locale molto popolare e molto mignottona (ma questo si scoprirà solo dopo), che sembra essere stata brutalizzata, torturata e ammazzata senza una ragione apparente (non che una ragione apparente giustifichi brutalizzare, torturare e ammazzare un mignottone locale).

A togliere le castagne dal fuoco giunge in città l’agente dell’FBI Dale Cooper, il quale si mette immediatamente ad investigare il malaffare e a ficcare il naso dentro tutti i pertugi anali degli abitanti alla disperata ricerca di quella bella sensazione di bucato pulito e fiori di campo che ha popolato i suoi sogni di giovincello omosessuale.

Purtroppo però dentro i culi degli abitanti di Twin Peaks c’è il marcio, un marcio marcescente che neanche te che te ne intendi puoi veramente capire e afferrare con le tue mani da cinese, e quindi ben presto verranno a galla tradimenti, doppi giochi, avidità e alieni in numero crescente e ululante fino a che Dale Cooper invocherà il potere del demonio emettendo un ruggito ancestrale per riportare un po’ d’ordine in questo mondo di ladri.

I segreti di Twin Peaks (1990-1991)

Famosissima serie cult anni ’90, creata dal famoso regista tabagista americano che mi ha regalato anche quel bel film chiamato The Elephant Man, e sorprendente ridicolizzazione del medium televisivo con tutti gli annessi e connessi.

Purtroppo parte benissimo per scendere un po’ lungo la prima stagione, che comunque si mantiene buona, mentre il dramma arriva come un pugno nello stomaco con la seconda che è piena zeppa di stronzate e deviazioni narrative tali da farti pensare che Lynch si sia bevuto il cervello per inettitudine o per una fottutissima voglia di prendere in giro pubblico, critica e tre quarti della palazzina tua.

Nel 2009 lo schivo Andrea Scanzi su La Stampa la definì “una serie invecchiata benissimo”, ed invece la cosa più drammatica è che la serie è invecchiata MALISSIMO: tolti alcuni episodi, specialmente i primi, Twin Peaks mostra molto gli anni passati sotto al ponte.
La spregiudicatezza assunta dallo spettatore medio nei confronti di trame contorte e torbide e il disastro avvenuto durante la seconda stagione quando il mistero su chi abbia ucciso Laura Palmer viene svelato portano la serie a procedere a stenti e bocconi in bocca rotta per sentieri colmi di merda e dolore.

Dolore.

Ma a noi frega cazzi perché la cosa più importante da ricordare di questo telefilm è l’attore che interpretò il cattivissimo Bob.
Frank Silva, arredatore e membro della troupe, finì per caso inquadrato nella scena finale dell’episodio pilota e David Lynch ebbe una fulminazione: facciamo interpretare a quest’uomo orrendo e dai capelli unti e bisunti il ruolo di demone incarnato e assatanato.
Frank ovviamente accettò perché così poté schiaffeggiare e slinguazzare Laura Palmer a piacimento; una scelta che Mattarella avrebbe approvato.

Purtroppo però Frank “Bob” Silva ci ha lasciati nel 1995 all’età di 44 anni per colpa del male dei froci: l’AIDS.

VOTO:
3 Bob

I segreti di Twin Peaks (1990-1991) voto

Titolo originale: Twin Peaks
Creatore: David Lynch
Durata: 2 stagioni, 30 episodi da 25 minuti
Compralo: https://amzn.to/47F8qTD

Saw X (2023)

John Kramer ha trovato un nuovo passatempo: prendere povere persone già annichilite dalla vita di merda che vivono e donare loro la voglia di sopravvivere mettendole di fronte alla morte più cruenta che (non) abbiano mai immaginato.

Però nell’alto dei cieli c’è un dio potente e vendicativo che dona a John Kramer un bel tumore al cervello e lui, disperato come una cucuzza marcia, si fa raggirare da una truffatrice su internet che promette cure miracolose nella sua clinica in Messico.

Ovviamente le cose andranno allo scatafascio, per lui ma anche e soprattutto per il gruppo di truffatori che hanno preso la fortuna in fronte di ritrovarsi tra le mani quel pazzo di Jigsaw.

Saw X (2023)

Situato cronologicamente tra il primo e il secondo capitolo, questo film si posiziona fisicamente nel tuo retto buio e sporco… e io rido.

Diviso tra una prima parte tipo Un medico in famiglia e una seconda col più tradizionale canovaccio di sbudellamenti e pianti disperati che tanto abbiamo imparato ad amare, Saw X ha il grossissimo difetto di lasciare in vita il personaggio più odioso forse di tutto il franchise.
E ce ne voleva.

VOTO:
3 personaggi odiosi purtroppo in vita

Saw X (2023) voto

Titolo colombiano: Saw X: El juego del miedo
Regia: Kevin Greutert
Durata: 1 ora e 58 minuti
Compralo: https://amzn.to/3Qy7PfO

Mission: Impossible – Dead Reckoning – Parte uno (2023)

Storia di un uomo che non vuole invecchiare e che per questo finisce dentro una setta messianica costruita attorno alla controversa figura di un marinaio non apertamente omosessuale ma sicuramente alcolizzato e storia anche di come questo anziano attore americano tenti in tutti i modi di svelare il mistero attorno a 2 chiavi maledette e un sottomarino russo cattivo cattivone sul fondo dell’oceano.

Per fare ciò si avvarrà della presenza di molteplici donne sotto i 40 pensando che la media aritmetica delle loro età possa in qualche maniera aiutare il suo cazzo a risorgere dalle ceneri luride nel quale giace moscio e stronzo.

Mission: Impossible - Dead Reckoning - Parte uno (2023)
risorgi!

Vi è piaciuto Top Gun Maverick?
Vi è piaciuto The Mummy?
E allora correte a sborare sui teleschermi per questo nuovo capitolo della serie Missione Impossibile diretto dallo stesso regista!

Molta noooia vi verrà data in pasto e voi giù a ridere dell’ennesima presa del culo nei vostri confronti, molte recitazioni abbozzate vi verranno mostrate e voi zitti come i chierichetti inculati zitti porca madonna ZITTI!

Dovete tacere ho detto!

E non aspettatevi molto meglio dalla seconda parte.

VOTO:
2 chirichetti zitti!

Mission: Impossible - Dead Reckoning - Parte uno (2023) voto

Titolo giapponese: ミッション:インポッシブル/デッドレコニング PART ONE
Regia: Christopher McQuarrie
Durata: 2 ore e 43 minuti
Compralo: https://amzn.to/3MsHZso

Top 3 – Storie incredibili 1° stagione (1985)

Serie antologica di episodi scollegati con la caratteristica di rivoluzionare la loro narrazione tossica attorno al perno fallico del fantastico e dell’incredibile.

Ora, cosa uno intenda per fantastico e incredibile è il vero mistero della serie; perché le storie dalla loro hanno poca ciccia sotto il cofano e quando c’è poca ciccia le fiche umettate delle spettatrici non verranno saziate dai salsicciotti degli spettatori.
Quindi, una serie per famiglie con bambini.

Episodio 2 – “Un’incontrollabile erezione attrazione”

Top 3 - Storie incredibili 1 stagione (1985) - 1

Un ragazzo viene visitato nella notte da un meteorite che sconquassa camera sua e lo lascia con un piccolo problemino magnetico, ovvero comincia ad attirare oggetti metallici con forza sempre maggiore fino a quando non tirerà a sé la cosa che meno desiderava al mondo, la vagina.

Forse uno degli più riusciti perché riesce a fondere perfettamente l’elemento fantastico con la narrazione allegra di una storia per ragazzini.

Episodio 12 – “Vanessa”

Top 3 - Storie incredibili 1 stagione (1985) - 2

Byron Sullivan è un pittore ottocentesco felicemente sposato con la bellissima Vanessa del titolo fino a quando la loro carrozza si cappotta e la giovane musa ispiratrice muore come una cagna di periferia gettando nella depressione più cupa l’artista, interpretato da Harvey Keitel non nudo.

Byron pensa che oramai la sua carriera artistica sia finita, ma invece scopre che la moglie può rivivere come fantasma corporeo nei luoghi dove lui l’ha dipinta… e ovviamente si affretta a dipingerla nel lettone matrimoniale.

Diretto da Clint Eastwood, questo è uno degli episodi più maturi e toccanti, nel quale il fantastico ha il sapore dei romanzi romantici ottocenteschi più che del popcorn da cinema americano.

Episodio 19 – “Lo specchio”

Top 3 - Storie incredibili 1 stagione (1985) - 3

Uno scrittore di racconti de paura non ha paura di un cazzo, ma si trova spavaldo col suo uccello da 40enne flaccidone di fronte la terrificante consapevolezza che c’è un triste figuro incappottato alle sue spalle ogni volta che vede la sua immagine riflessa.

Diretto da Martin Scorsese, l’episodio è molto accattivante e riesce a tenerti sulle terga per la gran tensione di vedere Tim Robbins, che interpreta l’oscuro figuro incappottato, prendere il deretano del protagonista senza il suo consenso.

Menzione Speciale:
Episodio 21 – “Il toupet assassino”

Top 3 - Storie incredibili 1 stagione (1985) - 4

Murray Bernstein sembra inoffensivo, ma è accusato d’omicidio e il giovane avvocatucolo assegnato al caso, piuttosto che dormire sugli allori, comincia a sospettare che a compiere il delitto sia stato un parrucchino malvagio.

Strepitoso episodio da vedere assolutamente con un fantastico crescendo dell’assurdo da far invidia a tuo padre mentre cerca di chiavare tua madre.
Ha probabilmente ispirato un episodio dei Simpsons molto molto simile.

Titolo originale: Amazing Stories
Creatore: Steven Spielberg
Stagione: prima
Anno
: 1985

Durata: 24 episodi da 25 minuti

Jack Reacher: Punto di non ritorno (2016)

Jack The Reacher non ha pietà per le sue palle e per questo se le stramazza di mazzate ogni volta che si ritrova solo per le vie del centro di qualche città mittle-americana.

Sfortunatamente Jack The Reacher arriva in un posto dove lo stramazzamento di mazzate di palle è vietato dalla decenza cittadina e quindi scopre di essere padre tramite un pizzino lasciato in bocca al sorvegliante di un parcheggio notturno nel quale sovente Jack The Reacher ama soverchiare le forze del male col suo peto al profumo di coglioni d’asino.

La figlia, o presunta tale, diventa a questo punto un punto debole in quanto ricattabile di morte ad ogni festa comandata e Jack The Reacher non lo può permettere.
Perché lui è forte, Perché lui è astuto, perché lui è bello, perché lui è agile, perché lui vola, perché lui è geniale, perché lui conosce le arti marziali e la via della calma, perché lui è sterile, perché lui ha mandato a memoria gran parte di Ossi di seppia in edizione Neri-Pozza, perché lui è Jack The Reacher.

Bum bim bam, colpo in fronte e vaffanculo.

Jack Reacher: Punto di non ritorno (2016)

Secondo capitolo di quel primo capitolo che tutto sommato non era così male mentre questo è un po’ brutto e noiosetto.

Non ci siamo proprio direbbe il Duce guardandosi il cazzetto sotto quel pancione da puzzone e non ci siamo proprio neanche con questo film: combattimenti banali, storia tirata su col naso e triangolo familiare infranto dalla realtà che vorrebbe essere originale perché finisce male e invece finisce male e basta.

Da evitare.

VOTO:
2 duce

Jack Reacher: Punto di non ritorno (2016) voto

Titolo: Jack Reacher: Never Go Back
Regia: Edward Zwick
Durata: 1 ora e 58 minuti
Compralo: https://amzn.to/3Q9jt0c

Incubo sulla città contaminata (1980)

Un giornalista si trova all’aeroporto perché deve intervistare un famoso scienziato in arrivo da casa di tua madre, e invece si ritrova un’orda di vampiri zombie mutanti bevisangue che zompa fuori dalla fusoliera di un aereo militare e comincia a farsi strada a suon di cazzotti e corse pazze per la pista d’atterraggio.

Dapprima confuso e successivamente eccitato, Dean Miller, il giornalista di cui sopra, tenta in tutte le maniere di trovare un anfratto, un giardino isolato, un pertugio nel muro dove poter finalmente spararsi una sonora pippa col riporto e dare così una calmata ai suoi bollenti spiriti maneschi che vorrebbero mettere a ferro e fuoco mezza Europa.

Sentito odore di sperma e violenza, interviene sulla scena Joe Biden che con balzo felino corre verso la finestra, che per il caldo era stata lasciata socchiusa, e si lancia nel vuoto.

Incubo sulla città contaminata (1980)

Un filmerda perché è confusionario, è soporifero, è recitato da cani, è finanziato con un chilo bruscolini e chi più ne ha più ne metta.

E di questo dobbiamo ringraziare Umberto Lenzi, prolifico regista che ha sfornato ben 66 pellicole (una all’anno), per averci regalato questo pacchetto di sterco fumante dopo la vincente serie di polizieschi anni ’70 tipo Milano odia: la polizia non può sparare, Roma a mano armata e Napoli violenta e il fruttuoso sodalizio con Thomas Milian col quale inventò il celebre Er Monnezza.
Qui invece Lenzi s’imbarca sul genere horror tentando una sua versione della fortunata carriera di Dario Argento, senza però possederne talento e fronte padana.

E io mi danno l’anima perché il regista ha sempre detto d’essere anarchico… e allora perché hai voluto impormi questa merda di stronzata?
Perché Lenzi? Perché?

VOTO:
1 fronte e mezza

Incubo sulla città contaminata (1980) voto

Titolo inglese: Nightmare City
Regia: Umberto Lenzi
Durata: 1 ora e 32 minuti
Compralo: https://amzn.to/47y26xX

The Final Destination 3D (2009)

4 amici vanno alle corse delle macchine brum brum ed assistono ad un incidente catastrofico che porta all’altro mondo una marea di persone, compresi loro.

Ma, come diceva Alberto Manzi, non è mai troppo tardi e il più sensitivo di loro, il giovane Vintonio Fugacazzi, trarrà in salvo lui e gli altri 3 stronzi facendosi venire in mente la dinamica dell’incidente prima che questo accada.
Una cosa però inutile visto che, come oramai sapranno tutti quelli che hanno visto i precedenti episodi della saga, il destino è quel che è non c’è scampo più per me.

The Final Destination 3D (2009)

Questa volta lo facciamo in 3d!

E ovviamente non cambia un cazzo; anzi va pure peggio visto che a casa te lo devi vedere in 2d, perdendoti quindi l’attrattiva principale, e poi è proprio l’ultimo scalino prima del patibolo, fa schifo, è noioso, non ci siamo proprio.

diocane.

VOTO:
2 Alberto Manzi

The Final Destination 3D (2009) voto

Titolo originale: The Final Destination
Regia: David R. Ellis
Durata: 1 ora e 22 minuti
Compralo: https://amzn.to/47uxuh2

L’assassinio di Gianni Versace: American Crime Story (2018)

Il 15 luglio 1997 lo stilista Gianni Versace viene freddato con due colpi di pistola da Andrew Cunanan, un versatile mentitore seriale con la fissa per l’egocentrismo a scapito del prossimo, che poi è quello su cui un po’ tutto il mondo della moda si fonda.

Gianni fu soltanto l’ultimo di una serie di omicidi (5 in totale) che non hanno in realtà mai trovato una vera risposta definitiva; la pista omosessuale, sempre ben battuta da quei froci dei poliziotti, è stata data per buona, ma il perché e percome Andrew abbia freddato 5 persone se li è portati nell’aldilà da dio onnipotente e bocchinaro.

L'assassinio di Gianni Versace: American Crime Story (2018)

Seconda stagione, anche se stagione non è proprio il termine esatto visto che siamo più che altro di fronte ad una serie diversa con l’unico trait d’union a far filotto rappresentato da quel “American crime story” che vuol dir tutto e non vuol dir niente, per questa raccolta antologica che si era aperta con Il caso O.J. Simpson.

Alcune scelte sono un po’ ridicole, su tutte l’insopportabile Donatella Versace che parla con accento spagnolo, ed inspiegabili sono i personaggi italiani che parlano tra di loro in inglese, persino nella Calabria degli anni ’50, ma nel complesso la serie è molto godibile e molto realistiche appaiono le interazioni umane tra i personaggi, specie quelle amorose, mai scontate e mai caricaturali.

Finale che va un po’ a perdersi nel nulla.

VOTO:
3 Calabrie

L'assassinio di Gianni Versace: American Crime Story (2018) voto

Titolo: The Assassination of Gianni Versace: American Crime Story
Durata: 9 episodi da 50 minuti
Compralo: https://amzn.to/43j3EsB

Assassinio su commissione (1979)

La storia la sappiamo tutti: tra il 1888 e il 1891 nel quartieraccio londinese di Whitechapel dove oggi una stanza te la mettono a 700 pound e devi pure ringraziare il signore gesucristo (in croce), è successo che 11 donne sono state uccise e in molti casi trucidate da uno o più misteriosi assassini in quello che è diventato il caso di “Jack lo squartatore”, nome preso direttamente dalla firma di una delle tante lettere anonime recapitate alla polizia durante quel periodo.

Era un pazzo solitario, un gruppo di massoni che volevano evocare il diavolo, un ebreo giuda nasadunco?
Nessuno ne venne a capo ed ancora oggi quegli eventi evocano curiosità, morbosità e tanti film dal dubbio valore artistico.

Questo è uno di quelli.

Assassinio su commissione (1979)

Dallo stesso regista di quella cacata di A Christmas Story ed il capolavoro incompreso titolato The Karate Dog, ecco l’ennesimo film su Jack lo squartatore che in questa particolare incarnazione dovrà vedersela con nientepopodimenoché Sherlock Holmes e quel lurido lucida stivali senza spina dorsale del dottor Watson.

Molte cose vengono dette e molta rabbia provoca l’assoluta e lucida aderenza di questi liberali ottocenteschi al sistema piramidale costituito, in particolare risulta a tratti inconcepibile (se non nei più bagnati sogni renziani) lo zerbinaggio di Watson che ad esempio applaude ed incita forsennatamente il re di fronte alle sacrosante proteste del popolo.

Perché diciamocela tutta: Jack lo squartatore non è mai stato il vero problema, come anche un mongoloide potrebbe capire, ma è il sistema liberal-capitalista costruito attorno milioni di sudditi inglesi ad aver creato sia l’opportunità che le condizioni per cui tale fenomeno potesse esplodere.

Sia chiaro, lo stronzo o il folle c’è sempre e sempre ci sarà, ma differenti organizzazioni sociali possono evitare sia l’emergere del conflitto che rispondere in maniera più organica all’esprimersi di esso.

E ora andate affanculo.

VOTO:
2 persone affette dalla sindrome del mongoloide

Assassinio su commissione (1979) voto

Titolo originale: Murder by Decree
Regia: Bob Clark
Durata: 2 ore e 4 minuti
Compralo: https://amzn.to/45s3lht

La serie Amityville (1979-2021)

Prima di affrontare quest’impresa degna dei peggiori pappataci di Las Vegas, non avevo idea che questa serie di film non avesse assolutamente un filo logico, ma che in realtà fosse un modo per riciclare i soldi delle tasse evase degli imprenditori liberali straccioni che, usando il franchise “Amityville”, hanno sfornato una serie di pellicole basate sulle più improbabili sceneggiature che nel migliore dei casi risultano simpaticamente folli e nel peggiore sono invece un affronto alla fame nel mondo coi bambini neri con la pancia gonfia e privati persino della voce della speranza.

Ecco a voi lo scempio:

Amityville Horror (1979)

Amityville Horror (1979)

A Long Island nel 1974 c’è una bella villona dove Ronald DeFeo Junior ha ammazzato tutta la sua famiglia perché posseduto da presenza demoniache.
Neanche il tempo di smacchiare i muri dal sangue che la famiglia Lutz decide di penetrare con tutte le scarpe nella casa degli orrori… perché con un prezzo così non ci si può lasciar sfuggire l’affare.
Ovviamente se ne pentiranno; non tanto per la stanza demoniaca sotto le scale del sotterraneo, quanto per gli spifferi dei vecchi serramenti.
Famoso per aver ispirato il padre omicida con l’accetta in The Shining.

Amityville Possession (1982)

Amityville Possession (1982)

La famiglia Montelli è veramente un casino, ma per fortuna ci pensa il primogenito Sonny a mettere a tacere quelle malelingue che lo dipingevano come uno che si fotteva la sorella nella casa stregata di Long Island.
Perché lui non la fotteva, bensì la perculava, che è ben diverso.
Veramente particolari alcune sequenze, tipo la possessione di Sonny.
La stanza demonica si è trasferita dal sottoscala alla parete di fondo, dentro un guardaroba.

Amityville 3D (1983)

Amityville 3D (1983)

John Baxter non crede ai fantasmi e quindi decide di acquistare la vacante casa degli orrori di Long Island, costruita sopra un cimitero indiano; a pagarne le conseguenza saranno tutti tranne lui, il che fa ridere più che spaventare.
Molto o forse tutto il senso del film è nel 3D che purtroppo si è perso con il passaggio al piccolo schermo; se ne capisce la presenza dai numerosissimi oggetti schiaffati in primissimo piano come i cazzi in bocca a tua madre.
Nel frattempo la stanza demonica è diventata un pozzo senza fondo nascosto sotto le assi di legno del sotterraneo.

Amityville Horror – La fuga del diavolo (1989)

Amityville 4: The Evil Escapes (1989)

Un drappello di preti si arma di crocifissi e acqua santa per debellare il maligno dalla casa stregata e finiscono per farlo fuggire dentro una lampada a piantana che viene comprata da una vecchia bacucca per regalarla alla sorella semi-ricca che vive in California.
Ecco quindi che la stanza demoniaca è diventata una lampada che infesta una nuova dimora e comincia a far casini con signora anziana, figlia di lei e figli di figlia di lei.
Una scogliera sul mare e un cavo della corrente lungo 37 metri aiuteranno i nostri beniamini a cacciare il mostro dalle loro vite.

Amityville – Il ritorno (1990)

The Amityville Curse (1990)

Un gruppo di amici speculatori vuole fare il colpaccio: comprare una villa derelitta a poco prezzo, ristrutturarla con le loro manine sante e poi rivenderla al doppio di quanto l’hanno pagata.
Purtroppo la stanza demoniaca è diventata un confessionale maledetto nel quale 15 anni prima un prete è stato barbaramente assassinato a suon di pistolettate e non vi sarà pace sulla Terra fino a quando Gianni Riotta non verrà scaraventato giù dal dirupo con tutti gli altri neonati deformi e mongoloidi di cui dobbiamo disfarci al più presto se vogliamo purificarci da tale monnezza.

Amityville 1992: It’s About Time (1992)

Amityville 1992: It's About Time (1992)

Un architetto entra in possesso di un antico orologio cinquecentenario e decide di metterlo in bella mostra nel soggiorno di casa dove ogni tanto si ciula una donnetta da 4 lire con la promessa di trattarla con i guanti quando invece il suo unico scopo è posizionare il suo pene tra le sue tette rifatte per poi sburrarle copiosamente nell’arco di 7 appassionati secondi di urla disumane.
I figli liceali sentono tutto e tacciono, come è giusto che sia, mentre un puzzo demoniaco si spande per casa.
E non è merda.
La stanza demoniaca è sia l’orologio che tutta casa.

Amityville: A New Generation (1993)

Amityville: A New Generation (1993)

Un maldestro gruppo di fighetti sfigati che vivono in un loft diviso con pareti di cartongesso devono fronteggiare la puzza di merda che il fotografo Keyes ha portato in casa prendendo un vecchio specchio pacchiano da un barbone accampato di fronte al fast-food.
Ma la puzza di cadavere è il male minore di questo manufatto misterioso visto che in realtà siamo di fronte alla famosa stanza demoniaca sotto mentite spoglie.
Correlazione zero con il film originale, ma grande emozione nel vedere un non ancora pelato Terry O’Quinn nei panni dell’investigatopo.

Amityville Dollhouse (1996)

Amityville Dollhouse (1996)

Uomo e donna usciti da precedenti matrimoni si accoppiano per non dover crescere i rispettivi figli da soli.
Andati a vivere nella gran casa costruita dall’uomo gran testa di cazzo, cominceranno presto a vivere episodi al limite del paranormale a causa della stanza demoniaca che ha preso le sembianze di una casa delle bambole che riproduce in scala quella del film originale.
Molto particolare la sottotrama della donna che si masturba pensando al figlio adottivo.

The Amityville Horror (2005)

The Amityville Horror (2005)

Che dire?
E’ il remake dell’originale con meno sudore e senza la moglie minorenne con le treccine e il maglione di due taglie più grande a suggerire una minutezza fisica tipica delle pubescenti.
E quindi non riesce ad interessare minimamente lo spettatore che invano attenderà fino all’ultimo minuto per una risata malefica del suo io interiore, qui a rappresentare la stanza demoniaca.

The Amityville Asylum (2013)

The Amityville Asylum (2013)

La povera Lisa viene assunta nel manicomio “Grandi speranze” come assistente spazzolatrice di pavimenti e come tale dovrà subire le più profonde angherie da parte di colleghi e pazienti che la perculeranno mentalmente e fisicamente fino a quando la verità non verrà a galla.
Sì, perché il manicomio è stato costruito sopra un cimitero indiano e mannaggia la madonna ladra questa storia è più riciclata del culo di tua madre.
La stanza demoniaca qui è uno spazzolone del cesso.

Amityville Exorcism (2017)

…da vedere…

Amityville – Il risveglio (2017)

Amityville - Il risveglio (2017)

La famiglia Walker è composta da madre fil di labbra, figlia emo e figlio in stato vegetale irreversibile piedi torti e mani a pugno.
Trasferitisi in una bella casona grande grande, devono però fare i conti con i misteri grandi grandi che aleggiano tra quelle quattro mura.
Misteri e paurose perplessità sembrano far tornare ai fasti del passato il giovane vegetale… ma sarà tutto oro quel che luccica?
La stanza demoniaca è un pappagallo per pisciare.

Witches of Amityville Academy (2020)

Witches of Amityville Academy (2020)

Siamo alla follia oramai e i collegamenti con il primo film sono talmente esili che mi ci potrei fare il filo interdentale.
Qui una giovane ragazza decide che comandare è meglio che fottere e quindi va a scuola di streghe dove non le viene insegnato assolutamente nulla, ma riuscirà comunque a fare molto male alle streghe cattive e a Botis, il demone che hanno invocato ungendosi le fiche con olio di palma.

Compralo: https://amzn.to/3K3D6E6

The Watcher (2022)

La famiglia Brannock merita la morte, ma purtroppo non è quello che riceve.

In compenso questi 4 scalmanati rifugiati prezzolati vengono fatti uscire di capoccia da una serie di misteriosi eventi che tendono a spingerli a vendere in fretta e furia la casa da sogno da 3 milioni di dollari che hanno appena comprato senza neanche fare un’ispezione alle tubature che uno dice vabbé, ma allora sei un coglione e te lo meriti che ti spediscono le lettere anonime dove ti descrivono minuziosamente quanto sei stronzo e, quindi, come non ti meriti la tua bella casa.

Fetente, piagni e fotti.

The Watcher (2022)

Mini serie che non si sa bene il perché ha riscosso un più che tiepido successo, probabilmente dovuto ad un generale fenomeno di rinconglionimento, e che invece di tiepido ha a malapena la fica della figlia minorenne mentre quella di Naomi Watts si attesta sui buoni 44-45 gradi che quando è novembre e fuori fa freddo può scaldarti per benino col suo umore.

Non v’interessa la fregna della 52enne Naomi e volete sapere di più sul telefilm in questione?
Feroci.

VOTO:
3 feroci

The Watcher (2022) voto

Titolo brasiliano: Bem-Vindos à Vizinhança
Creatori: Ryan Murphye Ian Brennan
Durata: 7 episodi da 47 minuti

The Midnight Club (2022)

Ilonka, cancro alla tiroide; Kevin, leucemia terminale; Anya, cancro alle ossa; Sandra, linfoma terminale; Spencer, AIDS; Cheri, menzoniera; Natsuki, cancro alle ovaie; Amesh, glioblastoma.

Questa deprimente squadra di calcetto di simpatiche canaglie è l’insolito quanto detestabile gruppo di adolescenti con cui siete destinati a convivere questi 10 episodi trilleroni conditi da una salsa densissima di drammi adolescenziali e interpretati come fossimo in un teatro avanguardista cagliaritano.

Fantasmi affamati, antiche divinità, misteriosi culti pagani, sacrifici umani e un ascensore perennemente occupato come quando la mattina devi andare a lavoro sono l’altra metà della mela bacata chiamata The Midnight Club.

The Midnight Club (2022)

Adattamento semi-libero del libro omonimo di Christopher Pike, autore per ragazzi che ci fa rimpiangere i tempi in cui i ragazzi li mandavamo a fare la campagna di Russia facendoli diventare ghiaccioli seminati in lande sconsolate e lontane per farci drizzare il cazzo a noi patrioti con la patria altrui.

Se non fosse per il reddito di cittadinanza, prima piaga sociale di questo paese altrimenti felice e florido, non avremmo avuto questa mini serie dal sapore rancido di vomito riscaldato che non ha nulla a che vedere con Midnight Mass, che invece è un ottimo intrattenimento, senza pretese.

Visto e presto dimenticato.

VOTO:
2 antiche divinità e mezzo

The Midnight Club (2022) voto

Titolo ebbbreo: מועדון חצות
Creatori: Mike Flanagan, Leah Fong
Durata: 10 episodi da 50 minuti