The Watcher (2022)

La famiglia Brannock merita la morte, ma purtroppo non è quello che riceve.

In compenso questi 4 scalmanati rifugiati prezzolati vengono fatti uscire di capoccia da una serie di misteriosi eventi che tendono a spingerli a vendere in fretta e furia la casa da sogno da 3 milioni di dollari che hanno appena comprato senza neanche fare un’ispezione alle tubature che uno dice vabbé, ma allora sei un coglione e te lo meriti che ti spediscono le lettere anonime dove ti descrivono minuziosamente quanto sei stronzo e, quindi, come non ti meriti la tua bella casa.

Fetente, piagni e fotti.

The Watcher (2022)

Mini serie che non si sa bene il perché ha riscosso un più che tiepido successo, probabilmente dovuto ad un generale fenomeno di rinconglionimento, e che invece di tiepido ha a malapena la fica della figlia minorenne mentre quella di Naomi Watts si attesta sui buoni 44-45 gradi che quando è novembre e fuori fa freddo può scaldarti per benino col suo umore.

Non v’interessa la fregna della 52enne Naomi e volete sapere di più sul telefilm in questione?
Feroci.

VOTO:
3 feroci

The Watcher (2022) voto

Titolo brasiliano: Bem-Vindos à Vizinhança
Creatori: Ryan Murphye Ian Brennan
Durata: 7 episodi da 47 minuti

The Midnight Club (2022)

Ilonka, cancro alla tiroide; Kevin, leucemia terminale; Anya, cancro alle ossa; Sandra, linfoma terminale; Spencer, AIDS; Cheri, menzoniera; Natsuki, cancro alle ovaie; Amesh, glioblastoma.

Questa deprimente squadra di calcetto di simpatiche canaglie è l’insolito quanto detestabile gruppo di adolescenti con cui siete destinati a convivere questi 10 episodi trilleroni conditi da una salsa densissima di drammi adolescenziali e interpretati come fossimo in un teatro avanguardista cagliaritano.

Fantasmi affamati, antiche divinità, misteriosi culti pagani, sacrifici umani e un ascensore perennemente occupato come quando la mattina devi andare a lavoro sono l’altra metà della mela bacata chiamata The Midnight Club.

The Midnight Club (2022)

Adattamento semi-libero del libro omonimo di Christopher Pike, autore per ragazzi che ci fa rimpiangere i tempi in cui i ragazzi li mandavamo a fare la campagna di Russia facendoli diventare ghiaccioli seminati in lande sconsolate e lontane per farci drizzare il cazzo a noi patrioti con la patria altrui.

Se non fosse per il reddito di cittadinanza, prima piaga sociale di questo paese altrimenti felice e florido, non avremmo avuto questa mini serie dal sapore rancido di vomito riscaldato che non ha nulla a che vedere con Midnight Mass, che invece è un ottimo intrattenimento, senza pretese.

Visto e presto dimenticato.

VOTO:
2 antiche divinità e mezzo

The Midnight Club (2022) voto

Titolo ebbbreo: מועדון חצות
Creatori: Mike Flanagan, Leah Fong
Durata: 10 episodi da 50 minuti

Old (2021)

Una famiglia di teste di minchia, sia i genitori che i figli, vogliono passare l’ultima vacanza assieme prima del divorzio dei due stronzi più grandi e scelgono un ricco resort su un’isola tropicale sfruttando un coupon della farmacia di 10 euro.

Questa cifra, del tutto ragguardevole e consona all’anima de li mortacci tua, sarà la loro rovina perché si ritroveranno assieme ad altri malcapitati turisti su una spiaggetta tanto incantevole quanto maledetta che li farà invecchiare più o meno alla velocità con cui ti alzerai dal divano per pronunziare una bella bestemmia in aramaico.

Old (2021)

L’insostenibile leggerezza dell’essere multiforme chiamato gesucristo non riesce minimamente a farmi comprendere il motivo di un film che, partendo da un’idea buona (ma che non è frutto del “genio” di Manoj, bensì di una grafic novel zozzetta secondo i puritani americani), finisce per approdare sul lido di Venezia durante lo scarico delle acque reflue di 20 navi da crociera.

Loro scaricano e tu bevi e ribevi la merda di migliaia di liberali che si sono liberati dei loro scarti organici in bocca tua.
Bravo proletario, bravo così che un giorno anche tu potrai scalare la scala mobile sociale… solo che la scala l’hai presa al contrario e sempre al tuo posto di proletario rimarrai.

Film bambinesco e finale-stoccata alle multinazionali che fa ride stocazzo per le incongruenze narrative e il semplicismo spiccio con cui (non) è stata costruita la storia.

VOTO:
2 navi da crociera e mezza

Old (2021) voto

Titolo alternativo: Decrepit
Regia: M. Night Shyamalan
Durata: 1 ora e 48 minuti
Compralo: https://amzn.to/3cgn0tW

Scissione (2022)

In una cittadina fredda e desolata, tutto gira attorno alla grande industria Lumon; una misteriosa azienda fondata da un visionario d’altri tempi con manie da leader settariano, un’azienda che ad oggi nessuno sa esattamente cosa faccia.

E come mai nessuno sa cosa c’è dietro le grandi pareti specchiate della Lumon?
Semplice, perché chi ci lavora ha ricevuto un microchip nel cervello che permette la scissione della coscienza lavorativa da quella privata; in altre parole: quando un impiegato si trova fuori dal luogo di lavoro, tutto scorre normalmente, ma quando lo stesso entra dentro l’ascensore che lo porta al suo ufficio, ecco che la mente subisce un rapido cambio e una differente coscienza prende il controllo, tutti i ricordi del suo passato e del suo presente al di fuori del luogo di lavoro sono cancellati e il poveraccio in questione può interagire mnemonicamente solo con quello che gli viene proposto giorno dopo giorno dal datore di lavoro.

In pratica viene creato un corpo con due persone all’interno che si danno il cambio per quelle 8 ore al giorno, inconsapevoli di quello che capita all’altro, ma soprattutto inconsapevoli delle emozioni e le paure e le felicità e i dubbi che passano nell’altra metà della testa.

Siamo di fronte al paradiso del padrone liberale.

Scissione (2022)

Interessantissima serie psicologica sull’eterna questione di cosa siamo, dove andiamo, cosa ci facciamo a questo mondo e perché nel 21 secolo siamo costretti a lavorare quasi tutto il giorno per far ingrassare quei porci liberali il cui “merito” è detenere il possesso dei mezzi di produzione.

Non fanno un cazzo, si lamentano del nulla e vorrebbero i poveri sempre più poveri per essere loro sempre più ricchi, nonostante non ne abbiano assolutamente bisogno.
Vivono chiaramente un disagio psichiatrico purtroppo ignorato dalla società, anzi spesso incoraggiato. Ma d’altra parte che ci si può aspettare dalla società malata che loro stessi hanno in gran parte creato?

Una società ingiusta, sbilanciata a favore di pochi, non curante dei bisogni del prossimo, sociopatica e tronfia della propria inclinazione criminale.
Te lo infilano nel culo e mentre lo fanno ti prendono a calci sulla nuca.
E tu zitto, sennò ti licenziano e poi come le paghi le bollette? Come sfami quella puttana di tua figlia? Come le compri le arance da portare a tuo fratello che scippa le vecchiette fuori dalle poste?

Ma sì, la scissione mentale della tua coscienza di classe è la miglior cura all’alienazione della classe proletaria che oggi non c’ha manca i figli per quanto s’è ridotta male.

Ovviamente la maggior parte della critica si soffermerà su ben altro parlando di Severance.
E questo perché sono dei cani bastardi troppo abituati a leccare la mano del padrone sperando nell’osso da rosicchiare gettato sotto al tavolo.

A cuccia.

VOTO:
4 cucce

Scissione (2022) voto

Titolo originale: Severance
Creatore: Dan Erickson
Durata: 9 episodi da 40 minuti

Virtuality (1995)

Un poliziotto ha sfondato la bocca ad una giornalista che gli ha puntato la telecamera in faccia mentre fiottava di proiettili un pericolosissimo terrorista comunista che attentava all’ordine costituito secondo il quale ci sono i padroni che sfruttano i lavoratori e loro zitti e muti perché mannaggia cristo voglio i soldi per la bamba e le mignotte sennò faccio a botte.
E questo sfondare la bocca della giornalista lo ha fatto finire in prigione buuu mamma le docce me lo mettono nel culetto coltellini fatti coi cucchiai ciuf ciuf acciuffami il cuore e gettalo nel bitume del porchiddio la bamba.

La bamba.

Virtuality (1995)

Nessuno se lo ricorda, ma questo film era il preferito di Mikhail Gorbachev ed ha parzialmente contribuito alla decarbonizzazione del Congo belga.

A parte queste meritevoli quanto doverose precisazioni, Virtuosity è uno di quei grandi film a basso budget che andrebbero evitato come la peste se non si possiede un blog di recensioni filmiche nel quale riversare tutto il proprio livore o se non si possiede un cancro terminale all’ipotalamo.

A voi la scelta.

VOTO:
2 ipotalami

Virtuality (1995) voto

Titolo originale: Virtuosity
Regia: Brett Leonard
Durata: 106 minuti
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Yoga Hosers – Guerriere per sbaglio (2016)

Adrien Arcand è stato il führer canadese che nella prima metà del ventesimo secolo ha sognato un popolo profondamente credente in dio, amante del proprio paese, patriottico, nazionalista, devoto e leale verso la corona inglese.

Un sogno bagnato erotico nazista che farebbe ribollire il sangue persino a quel fascio liberale di Carlo Calenda che sogna l’uomo forte che risolve col guanto di ferro le tensioni sociali; un sogno bagnato erotico che potrebbe avverarsi grazie al braccio destro di Arcand, Andronico Arcano, creatore di un esercito di salsicce naziste pronte a ficcarsi nel culo di persone a caso.

Yoga Hosers - Guerriere per sbaglio (2016)

Insopportabile progetto creato a tavolino per le figlie di Johnny Depp e Kevin Smith che hanno così avuto l’opportunità di recitare, cantare e cagneggiare per un’ora e mezza sul grande schermo.

Inutile, triviale e soprattutto noioso, questo film non si salva neanche se lo si guarda con occhi strafatti di peyote.

Unica inquadratura degna di nota è quella che vede assieme Johnny Depp e Jay di Jay & Silent Bob; il resto è da triturare nel macina carne per darlo in pasto ai cani (liberali).

VOTO:
1 cane e mezzo

Yoga Hosers - Guerriere per sbaglio (2016) voto

Titolo originale: Yoga Hosers
Regia: Kevin Smith
Durata: 1 ora e 28 minuti
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La finestra socchiusa (1949)

Il piccolo Tommy Woodry vive una vita più o meno normale, assieme al padre e alla madre, in 30 metri quadri d’appartamento di un edificio di poveracci nel Lower East Side di New York fino quando una notte, uscito sulle scale antincendio per trovare refrigerio, assiste ad un omicidio per mano degl’inquilini del piano di sopra.

Essendo un ragazzino dall’immaginazione vivace che spesso grida “al lupo al lupo”, nessuno crede alla sua storia, non i genitori e non la polizia; a credergli invece sono ovviamente i vicini che si mettono subito all’opera per trovarsi da soli con il marmocchio e capire come disfarsi di lui.

La finestra socchiusa (1949)

Il film non è un granché e l’unica nota positiva è l’ottima interpretazione del bambino; un’interpretazione che gli valse addirittura l’oscar.

Va bene la trascuratezza dei genitori americani degli anni ’40 che lasciano il ragazzino da solo a casa nonostante implori loro di portarselo appresso, va bene che sono gli anni del dopoguerra e c’era un po’ di desensibilizzazione della popolazione (anche se non vi fu sangue versato su suolo statunitense), va bene che è un filmetto di spaventi e non un dramma documentaristico, ma le logiche secondo le quali i personaggi prendono questa o quell’altra decisione rimangono pressoché incomprensibili.

La cosa invece degna di racconto è la tragica storia del giovane protagonista, Robert Cletus Driscoll, conosciuto come Bobby Driscoll.
Divenuto celebre in giovane età grazie alla Disney, ad esempio è suo il volto e la voce di Peter Pan nell’omonimo lungometraggio animato, Robert vide rapidamente declinare la sua notorietà, e di conseguenza la sua promettente carriera, una volta raggiunta la pubertà.
Finì quindi prima nel giro del teatro off di Broadway e poi, sfumata anche questa via, passò ai circoli dei figli dei fiori newyorkesi per poi scendere ai circoli dei rimastini bucatini.
Morì d’infarto a 31 anni; il suo corpo senza vita fu trovato il 30 marzo del 1968 da due ragazzini che giocavano in un edificio abbandonato dell’East Village, ironicamente il quartiere adiacente a quello dove si svolge il film. Disteso su di un sudicio lettino di ferro, con un paio di bottiglie di birra e qualche volantino religioso accanto, Robert non venne riconosciuto dalle autorità perché non aveva documenti con sé e fu quindi seppellito in una fossa comune a Potter’s Field sull’isola di Hart, la stessa fossa che fu usata nel 2020 dalle autorità di New York durante la pandemia di Covid.

VOTO:
2 birre e mezza

La finestra socchiusa (1949) voto

Titolo originale: The Window
Regia: Ted Tetzlaff
Durata: 1 ora e 13 minuti
Compralo: https://amzn.to/3tYyIPy

The Staircase (2004 – 2018)

Michael Peterson è uno scrittore americano con ampia e variopinta famiglia composta di mogli, figlie e figli (suoi e adottati) che si è ritrovato di botto dentro l’inferno del sistema giudiziario americano, corrotto e ingiusto come solo qualcosa che precede la rivoluzione francese può essere agli occhi di un cittadino contemporaneo.

Accusato di aver ucciso la sua seconda moglie per un litigio scaturito dalla rivelazione della sua bisessualità succhia cazzi, Peterson avrebbe inflitto ripetuti colpi alla testa della vittima con un oggetto contundente per poi lasciarla esanime ai piedi della scala di casa fino alla morte, sopravvenuta un paio d’ore dopo, o almeno questo è quello che l’accusa sostenne in tribunale.

Dal canto suo, Michael ha sempre negato questa ricostruzione e, pur ammettendo di aver vissuto una doppia vita per una repressa omosessualità, afferma di aver sempre amato sua moglie e di non aver avuto nessun motivo di compiere un tale gesto; quello che è successo, dice la difesa, è piuttosto il risultato di una serie di sfortunati eventi che hanno portato la donna a perdere l’equilibrio, sotto effetto dell’alcool, finendo per sbattere la testa sui gradini della scala.

La verità ovviamente non la sapremo mai.

The Staircase (2004 - 2018)

Documentario che abbraccia la discesa agli inferi di un uomo risoluto e pieno di vitalità e la sua risalita dopo 8 anni come guscio svuotato e crepato avendo perso quasi completamente quel briciolo di speranza che riponeva nel sistema giudiziario.

Tra prove fabbricate ad arte, invettive contro gli omosessuali che neanche nel 1957 e un procedimento investigativo per deduzione che ha condotto il procuratore distrettuale dal suo preconcetto negativo verso i ricchi frocioni fino alla ricostruzione degli avvenimenti, The Staircase val bene una messa.

Non lascia a bocca aperta né per tecnica e né contenuto, ma vedere la distruzione di un uomo per mano della cosiddetta “Giustizia” resta comunque un boccone amaro da mandar giù.

VOTO:
4 giustizie

The Staircase (2004 - 2018) voto

Titolo originale: Soupçons
Regia: Jean-Xavier de Lestrade
Durata: 13 episodi da 47 minuti
Compralo: https://amzn.to/3NpyzMH

Night Stalker: caccia a un serial killer (2021)

Ricardo Leyva Muñoz Ramirez è stato un americano figlio d’immigrati messicani che si è distinto per la brutalità dei suoi crimini e la totale mancanza d’empatia verso le sue vittime.

Una dozzina d’omicidi, altrettanti tentati e un’abbondante spolverata di violenze sessuali contro donne, vecchie e bambine sono la lista della spesa per questo personaggio che nei favolosi anni ’80 californiani venne soprannominato “The Night Stalker”, il molestatore notturno, dagli avidi e spietati mezzi di comunicazione che, assetati di fluidi corporei come liceali del Mamiani di Roma, crearono l’ennesimo mostro da sbattere in prima vagina pagina.

Night Stalker: caccia a un serial killer (2021)

 

Serie televisiva banalotta e senza verve che tenta di spaventarti con gli efferati crimini di un poveraccio brutalizzato dalla vita al punto tale di sviluppare una personalità schizoide e allucinata.

Più volte associato al satanismo e stronzate simili per la sua bambinesca voglia di stupire con pentagrammi dipinti sulle mani, Richard Ramirez è stato piuttosto l’esempio perfetto di cosa costruisce una società ingiusta e violenta come quella americana: padre immigrato e alcolizzato, violenze domestiche, difficoltà economiche e cugino berretto verde dell’esercito americano che perpetrò impunemente crimini di guerra contro i poveri vietnamiti che al confronto i cosiddetti “crimini di Bucha” in Ucraina fanno ridere i polli.

Patetici i poliziotti incompetenti che non sono riusciti a fare un cazzo per 13 mesi fino a quando sono stati i cittadini di un quartiere povero di Los Angeles a prendere l’assassino.
Perché il popolo mai sarà sconfitto.

VOTO:
2 liceali del Mamiani assetati di fluidi corporei

Night Stalker: caccia a un serial killer (2021) voto

Titolo originale: Night Stalker: The Hunt For a Serial Killer
Regia: Tiller Russell e James Carroll
Durata: 4 episodi da 45 minuti

Belfagor o Il fantasma del Louvre (1965)

Uno studente riccastro e stronzetto gironzola per Parigi alla ricerca di una giovane proletaria da rapire, seviziare ed infine sgozzare, ma trova di meglio, ovvero il fantasma del Louvre che si aggira per le sale deserte del “museo dei ladri liberisti” con l’intenzione d’impossessarsi del segreto del metallo di Paracelso, un filosofo-medico-alchimista-pelatone svizzero rinascimentale che aveva l’inspiegabile convinzione di avere 4 nani permalosi tra le dita del piede destro, invece dei soliti 5 che tutti noi ospitiamo.

Succede quindi che André, questo il nome del sadico marciume parigino dal volto d’angelo, si ficca in un giro di troie e coca che neanche vostra madre che è esperta e, tra un nascondino tra le lamiere dello sfasciacarrozze e la più incredibile sfilata di sigarette fumate su pellicola, lo spettatore farà tanti di quegli sbadigli da rimanere con i coglioni in gola.

Belfagor o Il fantasma del Louvre (1965)

Mini serie francese completamente fuori dalla grazia di dio che ho visto dopo tanti anni di curiosità dovuta all’usanza in casa mia di chiamare, per antonomasia, una persona brutta, Belfagor.

Appurato, dopo più di 4 ore di dialoghi francesi con la sigaretta che pende dalle labbra, che Belfagor non solo non è brutto, ma non è neanche un uomo, rimango sbalordito per il clamoroso successo che ebbe sia in patria che in Italia.

L’unica ragione che riesco a darmi, oltre ad una martellata sui coglioni, è la presenza di alcune sporadiche scene ben girate tipo quella dei vagoni del treno che stanno per schiacciare il giovane André; levato l’assurdo della situazione, una messa in scena oggettivamente carica di tensione.

VOTO:
2 vagoni

Belfagor o Il fantasma del Louvre (1965) voto

Titolo originale: Belphégor ou Le fantôme du Louvre
Regia: Claude Barma
Durata: 4 episodi da 1 ora
Compralo: https://amzn.to/3O0n5ju

La donna nella casa di fronte alla ragazza dalla finestra (2022)

Anna è una ricca signora americana che passa le giornate a bere come un cecoslovacco pazzo dopo aver divorziato a seguito della morte della figlia, morta sbranata dal criminale Michele Massacro.

Dotata di vulva parzialmente lubrificata, Anna vorrebbe sentire l’ebbrezza del cazzo dopo anni di astinenza, ma il suo comportamento bizzarro nonché la quantità di psicofarmaci che prende le rendono quasi impossibile una vita che la borghesia definisce normale e quindi spia i vicini di casa dalla finestra del soggiorno massaggiandosi prepotentemente la fica, la troia.

Improvvisamente, quando uno pensa che siamo al TFR, ecco che ad intensificarle la lubrificazione vaginale arriva un bel vedovo con figlia che però ha la ragazza bona hostess aerea stronza maledetta ti fotterò l’anima appena ti giri, lo giuro su questo calice di vino rancido.

Misteri a seguire.

La donna nella casa di fronte alla ragazza dalla finestra (2022)

Forsennata parodia del genere “donne al bivio” che prende di petto gli stereotipi del genere, dalla passione per la pittura dei fiori al bel puledro che la signora si fotte e si rifotte su ogni superficie della casa, questa serie gronda di incredibili situazioni e personaggi che in genere andiamo a perdonare nei film e nei libri per signore benestanti, ma che, decontestualizzati ed amplificati da una lente focale 520mm, appaiono come in realtà sono: assurdi.

Godibile e molto straniante fino a quando non se ne colgono le intenzioni, La signora con la vulva di fronte alla casa dell’uomo col cazzo bifolco fa incazzare parecchio, ma per le ragioni giuste.

VOTO:
3 bifolchi e mezzo

La donna nella casa di fronte alla ragazza dalla finestra (2022) voto

Titolo originale: The Woman in the House Across the Street from the Girl in the Window
Creatori: Rachel Ramras, Hugh Davidson, Larry Dorf
Durata: 8 episodi da 30 minuti

La vera storia di Jack lo squartatore (1988)

Oggi Whitechapel è un quartierino londinese di merda popolato da poveracci e immigrati con localetti dove un panino costa 15 sterline e un affitto ti leva un rene; 100 anni fa invece era sempre un quartierino londinese di merda popolato da poveracci e immigrati, ma un panino te lo facevi con due spicci e l’affitto di una stanza ci scappava con le poche monete raggranellate col lavoro da prostituta.

E in questa melma sociale, frutto pieno del capitalismo senza i freni socialisti che oggi diamo per scontati e che puntualmente le fottute teste di cazzo liberali si dimenticano di mettere in conto quando elogiano il progresso dato, secondo loro, dalle dottrine dell’uomo mangia uomo, girava un misterioso assassino che, tra i tanti criminali che veleggiavano nella Londra della seconda rivoluzione industriale, prese il podio a piene mani e ci cacò sopra negandone per sempre il normale ricambio generazionale.
Parliamo di Jack lo squartatore.

La vera storia di Jack lo squartatore (1988)

Mini serie anglosassone che ripercorre i famosi omicidi che terrorizzarono le povere persone e stuzzicarono la curiosità dei ricchi e che ci fa vedere il mondo attraverso l’occhio acuto e ubriacone di Frederick Abberline, investigatore di Scotland Yard assegnato al caso; un uomo dai modi burberi, ma furbi, con una passione vipera per la tanti dei capelli.

La serie cerca di essere il più possibile vicina alla realtà storica con degli evidenti e comprensibili libertà narrative, una su tutte l’inutile storia d’amore, e giunge ad una conclusione abbastanza famosa ai giorni nostri, ovvero che l’assassino è il maggiordomo, ma resta comunque un buon prodotto.

No scherzo, l’assassino è tua madre.

VOTO:
3 tinte per i capelli e mezza

La vera storia di Jack lo squartatore (1988) voto

Titolo originale: Jack the Ripper
Regia: David Wickes
Durata: 2 episodi da 1 ora e mezza
Compralo: https://amzn.to/3skvOTC