Renfield (2023)

Robert Montague Renfield è un avvocatucolo inglese voglioso di soldi che, imbattutosi nel conte Dracula, trova finalmente quell’ammasso di carne rognosa buona a riempire il suo buco di culo interiore che fino ad allora aveva vanamente tentato di tappare con pugnali e cazzi mosci.

Però, dopo 90 estenuanti anni di servitù della gleba, Robert comincia a non volerne più; perché fare il galoppino per un personaggio monodimensionale come Dracula farebbe uscire la cazzimma a chiunque e quindi Robert cerca di emanciparsi con terapia di gruppo e buone dosi di fica asiatica.

Il padrone non la prenderà molto bene e molto sangue verrà inutilmente versato.

Renfield (2023)

Uscito come una scureggia dal cappello da quello che doveva essere l’universo mostri della Universal, Renfield è stato martellato come dal carrozziere facendolo diventare una commedia degli estremi con abbondanti dosi di violenza ed azione che vanno sempre bene in un sistema fascio-liberale quale quello in cui viviamo.

Il nostro Renfield infatti, lungi dal controbattere alla natura padronale del conte, vuole semplicemente la libertà di comprarsi il maglione frocio e questo misero sogno consumista è esattamente il tipo di inutile battaglia individualista che non mette a repentaglio l’ordine piramidale costituito e per questo è una battaglia che viene promossa dai liberali.

E l’eccessiva ed inutile dose di violenza che il film riversa sul pubblico nel tentativo di tramutarsi in satira grottesca non riesce invece a mascherarne la natura assolutamente contro-riformista e semmai lo distanzia ancor di più da vere pellicole autarchiche ed adorabilmente rivoltanti come Tokyo Gore Police.

Anche il grottesco Nicolas Cage calato a calci in bocca nel grottesco personaggio di Dracula appare contenuto dentro un potente schematismo invisibile ed è quasi sprecato, conoscendone le potenzialità.

Un peccato, perché l’idea c’era e molte cose sono fatte bene.
Quello che manca è lo schieramento culturale.

VOTO:
3 avvocatucoli

Renfield (2023) voto

Titolo argentino: Renfield: Asistente de vampiro
Regia: Chris McKay
Durata: 1 ora e 33 minuti

Midnight Mass (2021)

Una uggiosa isoletta americana chiamata Crockett sta spopolandosi dei suoi miseri abitanti e nessuno sa o vuole porci rimedio.

Un po’ perché la vita del pescatore povero non è allettante e un po’ perché qualche anno prima una petroliera ha rilasciato in mare una valanga di velenoso petrolio, gli unici isolani ad aumentare a vista d’occhio sono i gatti malefici che ti pigliano l’anima di notte mentre vai a pisciare al campo.

Ma no te preocupe amigo mio: c’è sempre la soluzione ad ogni problema e in questo caso la salvezza verrà portata da un giovine prete con la faccia di uno che si sorprende delle sue stesse scorregge.
Sfortunatamente, assieme agli eventi miracolosi e alle scorregge, capiteranno anche morte e distruzione… ma non potrebbe essere altrimenti quando parliamo di bibbia.

Semagallo bibbione!

Midnight Mass (2021)

Interessantissimo progettino dell’orrore che ad un’attenta visione si rivela essere molto di più che una semplice scusa per farti zompare dalla sedia.

Premesso che il mistero (inspiegabilmente mai esplicitato) è abbastanza telefonato, non che questo fosse l’intento dell’autore, e che alcuni passaggi emotivi siano un pochino forzati, va riconosciuta la compattezza di visione e la chiarezza narrativa dimostrate quando invece tutto avrebbe potuto sbrodolarsi in un banale rimbrotto alla religione cattolica condito di spaventi.

Ed invece il rifiuto papalino c’è senza essere preponderante, mentre tutto sottende invece ad un conflitto ben più profondo nella sua semplicità: l’incomunicabilità.

Siccome nessun uomo è un’isola e rari sono i casi di felice ermetismo, gli abitanti di Crockett sono profondamente tristi perché non riescono ad entrare in contatto l’uno con l’altro: lo sceriffo e il figlio, il prete e la sua comunità, una paraplegica e il suo carnefice, il protagonista ex alcolista e il suo senso di colpa; tutti si parlano, ma nessuno ascolta veramente. Emblematico a questo proposito è il monologo dello sceriffo musulmano che se ne esce lamentando come nessuno gli abbia mai chiesto perché abbia chiesto il trasferimento in quella sperduta cittadina di merda.

E seguendo questo filone logico, la stessa storia narrata non sarebbe mai decollata (con enorme risparmi di vite) se solo ci fosse stata più comprensione.
Perché come ha giustamente detto Tommy Wiseau:
“If a lot of people love each other the world will be a better place to live !”

Amate e moltiplicatevi, pederasti.

VOTO:
4 Tommy

Midnight Mass (2021) voto

Titolo canadese: Sermons de minuit
Regia: Mike Flanagan
Anno: 2021
Durata: 7 episodi da 1 ora
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La leggenda del cacciatore di vampiri (2012)

Il sedicesimo presidente degli Stati Uniti d’America (se non sapete il nome, andate su Wikipedia), oltre ad aver condotto gli stati del nord alla vittoria contro quelli del sud nella sanguinosa guerra civile americana (guerra che, tra il 1861 e il 1865, fece più di 2 milioni di morti), fu anche un avido cacciatore di vampiri.

Ma come? Non lo sapevate?!

Beh, ovviamente la colpa è della cospirazione pluto-pippo-giudaica e di quei rettiliani che non vogliono far sapere quanto le nostre società civili siano infettate dal morbo giudio nel senso di Giuda che vendette nostro signore Gesù Cristo per 30 denari sonanti dirin din din e quanto il valoroso presidente passato alla storia come il liberatore degli schiavi neri americani abbia anche salvato l’Unione da una marea di non morti.

La leggenda del cacciatore di vampiri (2012)
prendi questo, mutato figlio di puttana

Interessantissimo revisionismo storico cinematografico (da far invidia a Renzo De Felice) che, in puro stile americano, se ne fotte della realtà dei fatti e della tradizione per andare invece a riscrivere una pagina più che dibattuta all’interno della società statunitense, quella che vide contrapporsi le giovani colonie americane a suon di baionette e cannonate.

La veste grafica è ottima, come pure le scene d’azione; quello che manca però è un vero filo narrativo visto che in più di un’occasione si avvertono salti spazio-temporali, forse dovuti a grossolani tagli in fase di montaggio, che lasciano parecchio amaro in bocca allo spettatore che abbia la saporita voglia d’assopirsi pigramente di fronte allo schermo.

Ma in verità io vi dico:
pensate se da noi venisse fuori uno con l’idea di mettere in scena un Camillo Paolo Filippo Giulio Benso conte di Cavour assetato di vendetta per la morte di un familiare e che, armato d’ascia lunga un metro, faccia man bassa di satanassi fracassandogli la capoccia e sbudellandone gli addomi.
Ma v’immaginate gli interminabili dibattiti intellettualoidi?

VOTO:
3 Cavour

La leggenda del cacciatore di vampiri (2012) voto

Titolo originale: Abraham Lincoln: Vampire Hunter
Regia: Timur Bekmambetov
Anno: 2012
Durata: 105 minuti

Ammazzavampiri (1985)

Charlie Brewster sta quasi per ciulare con la sua fidanzata liceale quando la sua attenzione si rivolge verso il giardino del vicino di casa dove scorge due persone portare con disinvoltura una bara in cantina.

Da lì comincia la sua personale battaglia contro tutto e tutti per dimostrare che il suo vicino è un vampiro succhia sangue; cosa che non smuove di una virgola la madre single in cerca di cazzi, il poliziotto investigatore che appare per meno di 5 minuti, la fidanzata frigida scassa minchia e l’amico col tono acuto di voce giusto per rompere un bicchiere a distanza.

L’unico aiuto possibile gli arriverà dal suo idolo: un vecchio attore di film dell’orrore in ampio declino che sbarca il lunario presentando in seconda serata vecchie pellicole dello spavento sulla tv locale.

Ammazzavampiri (1985)

Film dell’orrore grottesco e simpaticissimo che però non risparmia alcune scene parecchio adulte e difficili da comprendere per un pubblico troppo giovane: una è l’atroce morte di Evil, l’amico di Charlie che se ne va tra infiniti e mutevoli dolori mentre implora aiuto al suo carnefice, e l’altra è l’erotica danza di seduzione tra il vampiro piacione e la fidanzata frigida scassa minchia che, inquadratura dopo inquadratura, si ritrova con le mani di lui tra le cosce.

VOTO:
4 cosce

Ammazzavampiri (1985) voto

Titolo originale: Fright Night
Regia: Tom Holland
Anno: 1985
Durata: 106 minuti

Hotel Transylvania 2 (2015)

La figlia del caro e vecchio Dracula si sposa con un americano gentile e resta gravida del suo sperma gentile.

Da questa feconda unione nasce un bambino mezzo sangue che il nonno cercherà in tutti i modi di trasformare in vampiro prima dei suoi 5 anni; pena, una vita da contribuente statale.

Hotel Transylvania 2 (2015)

La cosa che lascia un po’ interdetti in questo marasma di situazioni autoconclusive e gag infantili è il sottile, ma non per questo meno visibile, messaggio subliminale sull’identità ebraica e la sua diluizione in un mondo interraziale e interreligioso.

Sono matto?
Stai qua a sentire.

Il cast: l’attore principale nonché produttore esecutivo (Adam Sandler) è ebreo, lo sceneggiatore è ebreo e il regista è ebreo.
La storia: un vecchio europeo conservatore non riesce a credere che suo nipote, frutto dell’amore di sua figlia con un americano di altra etnia, non abbia conservato la sua linea genealogica di sangue; e qui bisogna ricordare che secondo la tradizione giudaica, l’ “ebraicità” (illusione fantastica al pari dell’unicorno) viene passata per linea materna.
Il nonno est-europeo non vuole inoltre che la figlia abbandoni il luogo isolato nel quale si è rifugiato anni or sono per sfuggire alle centenarie persecuzioni degli “altri” per trasferirsi invece nel nuovo mondo, dove tutto sembra solare e perfetto ma dove mancano le antiche tradizioni e gli affetti familiari.

Coincidenze? Volontà? Riflessi condizionati? Subconscio?
Poco importa, perché quando si analizza un film si deve tener conto sia del messaggio e sia delle implicazioni psicologiche da cui esso scaturisce, consce o inconsce che siano.

Se a questo aggiungiamo che la morale del film non sembra essere l’accettazione del diverso se il diverso ce l’hai in famiglia, ma piuttosto l’elogio della perseveranza nel cercare un’identità etnico-religiosa che si basa su tradizioni millenarie inventate da pastori analfabeti mediorientali che tutto erano fuorché gente da cui trarre insegnamenti di sociologia, allora mi sento di scoraggiare questo pamphlet propagandistico mascherato da noiosissimo cartone animato educativo.

A quando un bel film d’animazione sull’importanza della circoncisione come pratica sanitaria?

VOTO
2 rabbini che circoncidono

Hotel Transylvania 2 (2015) voto

Titolo giapponese: Monsters Hotel 2
Regia: Genndy Tartakovsky
Anno: 2015
Durata: 89 minuti

Hotel Transylvania (2012)

Un padre non vuole rinunciare all’inevitabile fuga per fratte della giovane figlia adolescente e quindi la rinchiude in un castello fortificato in mezzo a una sperduta foresta di dannati pur di non vederla pomiciare con un altro uomo.

Niente di sconvolgentemente nuovo, direte voi; giusto, a parte la particolarità della famiglia in questione d’essere composta da vampiri centenari che gestiscono un hotel per mostri dal buon sapore remunerativo.

Hotel Transylvania (2012)

Buono, simpatico, c’è piaciuto.

Quando si parla di film d’animazione di questo tipo, e cioè blockbusters milionari doppiati da attori milionari, non mi sembra neanche il caso di stare troppo a discutere sui perché e i per come la macchina hollywoodiana difficilmente sbaglia il colpo.
Non è certo un capolavoro filosofico, ma se volete passare un bel pomeriggio in compagnia di una storia piacevole e decentemente costruita, non ne rimarrete delusi.

Se invece cercavate un porno gore rumeno, avete sbagliato strada.

VOTO:
3 Gore rumeni e mezzo

Hotel Transylvania (2012) voto

Titolo giapponese: Monster Hotel
Regia: Genndy Tartakovsky
Anno: 2012
Durata: 91 minuti

Stress da vampiro (1989)

Un tipico manager newyorkese poco incline all’arte della comprensione si ritrova sempre più vittima di un vortice psicologico che lo fa piombare dentro una spirale di follia sregolata fatta di passioni ataviche per belle donne nere e assistenti d’ufficio molto incompetenti: tutto ciò mentre il nostro si convince d’essere un novello vampiro, con tutto quello che ne consegue.

Stress da vampiro (1989)

Dramma psicologico con punte horror declinato suo malgrado in commedia dell’assurdo con punte di genialità incompresa, questo film è una vera chicca per tutti quelli che aspirano ad una vita cinematografica che vada al di là della semplice contrapposizione film d’autore <—> film demmerda.

Tralasciando le varie scene erotiche con una Jennifer Beals e una Kasi Lemmons dei bei tempi seminude e il pipistrello impagliato attaccato al filo di nylon che manco nei film con Bela Lugosi, la parte del leone ce l’ha l’interpretazione assolutamente sopra le righe di Nicolas Cage: un misto di recita parrocchiale sotto anfetamine e disperazione da disidratazione.

VOTO:
4 Bela

Stress da vampiro (1989) voto

Titolo originale: Vampire’s Kiss
Regia: Robert Bierman
Anno: 1989
Durata: 104 minuti
Compralohttp://amzn.to/2nIOQop

Vampires (1998)

Un agguerritissimo drappello di giustiziatori di vampiri sponsorizzati e finanziati dal Vaticano stanno facendo una delle loro spedizioni punitive fasciste nel New Mexico quando vengono decimati da un potente Vampiro Capo il quale si rivela poi essere l’origine del tutto e cioè un prete che nel medioevo fu sottoposto ad un esorcismo che lo rese (quasi) immortale.
Ora Valek, questo il nome del maledetto ex ecclesiastico, cerca una croce sacra che servirà a completare il rito che lo renderà immune ai raggi solari e gli permetterà quindi di camminare magnificamente tra i vivi come la grande diva che cova dentro.

Di mezzo però ci si mettono James Woods, Daniel Baldwin, un giovane prete ex calciatore e una non meglio identificata prostituta vampira in fieri i quali cercheranno di stoppare i piani diabolici Valekiani per smascherare così l’ipocrisia della macchina infernale chiamata Vaticano.

Vampires (1998)

Straordinario film vampiresco che, nonostante abbia incassato bene al botteghino e possa considerarsi l’unico vero successo commerciale anni ’90 del caro Carpenter, rimane ancora sconosciuto ai più probabilmente per la sua natura ambivalente ferma al crocevia di un genere spesso bistrattato come l’horror, un umorismo nero quasi nichilista e una sana critica alla Chiesa Cattolica che non fa(rebbe) mai male.

Percorrendo una storia certamente semplice, e per l’andamento lineare e per la tematica tutto sommato popolare, l’intreccio rimane però divertente, non scontanto e soprattutto lungi dallo scadere nel manicheo.
Da questa melma fatta di sangue e merda infatti nessuno ne esce lindo e pinto: dal prete che si fa le birrette in una stanza piena di mignotte desnude sotto gli occhi dello sceriffo locale, al sistema ecclesiastico che pensa soltanto a coprire malamente tutti gli innumerevoli errori in cui cade, passando per una pietosa serie di anti-eroi dal cuor nero.
A tratti sembra, più che altro, di assistere alla corrida degli stronzi, una simpatica competizione al ribasso senza nessun vincitore morale.

VOTO:
4 vincitori morali

Vampires (1998) voto

Titolo originale: John Carpenter’s Vampires
Regia: John Carpenter
Anno: 1997
Durata: 108 minuti

Terrore nello spazio (1965)

Due astronavi di fascisti del terzo millennio ricevono un SOS dal pianeta Aura e decidono quindi di atterrare per indagare sul da farsi.
Appena arrivati però quasi tutto l’equipaggio viene posseduto da misteriose presenze che costringono gli intrepidi nazional socialisti a darsele di santa ragione fino a che, a suon di schiaffoni in bocca, alcuni di loro riprendono coscienza e controllo.
Andando a fare due passi lungo la brulla e nebbiosa superficie del pianeta misterioso, i prodi scoprono una nave spaziale naufragata lì centinaia di anni prima e qualche gigantesco scheletro alieno a testimoniare una morte improvvisa e per nulla pacifica.
Per farla breve: l’SOS era falso e Aura è popolata di spiriti indomiti alla ricerca di corpi da abitare, con o senza il permesso del proprietario.

Terrore nello spazio (1965)
fa il saluto alla romana, viva viva la Befana

Famoso filmetto di serie B italiano che pare abbia ispirato Alien e altre pellicole fantascientifiche di dubbio valore.
A me sinceramente ha fatto cacare: recitazioni al limite del ridicolo con attori e attrici cani chiaramente doppiati da benziani della Pennsylvania con velleità artistiche, ambientazioni sì interessanti ma veramente scarne e povere, effetti sonori zin zin da drive in anni ’50 e un generale senso di pomposa recita parrocchiale del quartiere per benino.

D’altra parte, de gustibus non disputandum est.

VOTO:
2 zin zin

Terrore nello spazio (1965) voto

Titolo inglese: Planet of the Vampires
Regia: Mario Bava
Anno: 1965
Durata: 88 minuti

Dal tramonto all’alba (1996)

La Banda Fratelli Gecko deve passare il confine col Messico per mettersi in salvo dalla polizia americana che li ricerca per furto, omicidio e stupro; presa in ostaggio una famiglia formata da padre ex prete miscredente, figlio cinese grasso e figlia Juliette Lewis che per una volta non fa la pazza zoccola, il variegato drappello riesce a raggiungere in piena notte un locale zozzone malfamato dove la Banda Fratelli Gecko dovrà incontrare all’alba un potente mafiosetto messicano che offrirà loro protezione in cambio di una bella cifretta di quattrini sonanti dirin din din.

Purtroppo le cose non andrannò liscie come l’olio di Lorenzo che è morto paralizzato vegetale come un tappeto che magna e caca e piscia e, nel mezzo della notte nel locale zozzone malfamato, succederanno casini inimmaginabili.

Dal tramonto all'alba (1996)

Film riuscitissimo della coppia creativa Rodriguez-Tarantino, il primo alla regia e il secondo alla sceneggiatura (nonché attore nei panni di Richard Gecko), From Dusk Till Dawn si presenta come il partito comunista italiano del 1987, ovvero con due anime de li mortacci loro: una debitrice dei classici del gangster movie on the road moderno alla Bonnie and Clyde (ovviamente in salsa grottesca e Tarantinizzata), l’altra sorprendentemente horror e splatter a più non posso che vi prego fermatevi perché sto vomitando sangue e piscio dal naso.

Ricordo bene come la prima volta che vidi questo capolavoro, a notte fonda e con pochissima conoscenza dello stile Rodriguez-Tarantino, rimasi totalmente folgorato dalla carica ironica sottesa in ogni inquadratura e il forte senso di disorientamento emotivo provocato dalla giustapposizione di elementi apparentemente constrastanti tipo l’umorismo britannico e la violenza gratuita.
Oggi molti si sono abituati a questi accostamenti (accostamenti che poi erano il pane quotidiano di roba tipo gli spaghetti western), ma nel lontano 1996 ‘sta roba tirava ancora un bel piacevole calcio nei coglioni dell’adolescente che vi si avvicinava.

VOTO:
4 coglioni e mezzo

Dal tramonto all'alba (1996) Voto

Titolo originale: From Dusk Till Dawn
Regia: Robert Rodriguez
Anno: 1996
Durata: 108 minuti

A Girl Walks Home Alone at Night (2014)

Arash è un ragazzo come tanti: una madre morta, un padre eroinomane, il pusher che gli frega la macchina e una vita di merda nella terrificante cittadina iraniana di Bad City fatta di molte trivelle petrolifere e altrettante delusioni.

Destino vuole che la sua vita si incroci con quella di una misteriosa ragazza assetata di vendetta contro il sesso maschile, una vampira che gira su uno skateboard per le strade buie di Bad City con una tunica che la copre dalla testa ai piedi.

A Girl Walks Home Alone at Night (2014)

Questo A Girl Walks Home Alone at Night è uno dei film più pretenzio/hipster che mi sia mai capitato di vedere: girato in bianco e nero, con in colonna sonora i White Lies, dialoghi spolpati al minimo, donne forti contro maschi inetti e infantili e una vampira vestita come una povera donna araba oppressa dal maschilismo islamico.

Ovviamente ciò non toglie che il film sia molto bello e sicuramente un eccezionale esordio per la giovane regista irano-anglo-americana cresciuta a pane e hipsterismo, ma più si va avanti con la visione e più si ha l’impressione che sotto tutta questa immensa bravura tecnica, sotto questo perfetto citazionismo che spazia da Sergio Leone a Jim Jarmusch, non ci sia poi molto di umano.
Ed è un peccato perché ancora una volta ho la conferma di quanto spesso gli artisti moderni si concentrino troppo sull’esteriorità delle loro opere tralasciando invece la cosa più importante e cioè: che cazzo volevano dire al pubblico?

Se siete quelli/e (non sia mai che la regista mi dia del maschilista) che si gasano con le foto in bianco e nero ma non ci capiscono un cazzo di fotografia, allora questo film vi entusiasmerà.
Per gli altri, meglio Jarmusch dei bei tempi o una bella sega.

VOTO:
4 artisti pretenziosi

A girl walks home alone at night (2014) voto

Titolo originale: A Girl Walks Home Alone at Night
Regia: Ana Lily Amirpour
Anno: 2014
Durata: 101 minuti