Una piccola troupe televisiva sta girando un filmetto di serie b sugli zombie quando improvvisamente i nostri prodi si ritrovano attaccati da zombie veri.
Spintoni, ramanzine e allegorie del Duce faranno da contorno ad un film che sembra una cazzata e che invece va visto, letteralmente, fino in fondo per comprenderlo appieno.
Commedia senza scuregge e siamo già un passo avanti; se poi ci si mette un simpatico piano sequenza da mezz’ora, un twist risolutivo di molti dubbi (e molte gag) e quello humour giapponese non eccessivo che trova un suo perché nello scovare il bambino che è in noi, ecco allora che il film risulta godibilissimo.
E’ un metacinema che riavvicina al cinema artigianale delle origini, tenendo però in considerazione i 100 anni e passa della celluloide.
VOTO: 3 celluliti e mezza
Titolo originale: カメラを止めるな! (non fermare la cinepresa) Regia: Shin’ichirō Ueda Durata: 1 ora e 36 minuti Compralo: https://amzn.to/3Y5HiZt
Nella piccola cittadina di Centerville, dove gli unici edifici degni di nota sono una prigione minorile e un orribile bar all’americana, la vita scorre tranquilla e senza dignità… sino a quando la cupidigia dei cattivi capitalisti impegnati a far baraonda al polo nord sposta l’asse terrestre finendo per incasinare fenomeni atmosferici e facendo tornare in vita i morti.
Piccole gag a seguire.
Film molto noioso che non riesce a centrare quasi nessuno dei suoi bersagli.
Come parodia del genere arriva tardi e senza clamore e come critica al consumismo è incredibilmente datata e semplicistica; senza considerare che Romero aveva già fatto tutto ciò (e meglio) con il secondo episodio della sua quadrilogia/pentalogia/cazzologia zombie.
Cast di rilievo, che probabilmente ha partecipato solo per il gusto di lavorare col famoso regista americano, ma che non aggiunge uno spillo al discorso e trama molto confusionaria e francamente trascurabile.
Veramente inspiegabile.
VOTO: 2 bersagli
Titolo: The Dead Don’t Die Regia: Jim Jarmusch Durata: 1 ora e 44 minuti Compralo: https://amzn.to/3JsVV22
Un professore liceale di biologia non ce la fa più a vedere il figlio bullizzato perché completamente inetto all’esistenza e meritevole d’essere cancellato con un colpo di spugna dopo avergli sputato in grembo e quindi si fa venire in mente un’idea assurda: iniettargli testosterone di topo a valanga per fargli salire la scimmia.
E però questa bislacca procedura tira fuori un virus capace di uccidere l’ospite e prenderne il controllo facendolo muovere come un ottantenne allupato, creando di fatto uno zombie cinematografico.
Sfuggitogli di mano l’esperimento a causa di una caponata di troppo, il professore decide di guardar bruciare Roma ovvero assiste tra il divertito e il rassegnato all’espandersi dell’infezione, dapprima tra le aule della scuola e poi nel resto della città.
Drammi in salsa coreana a seguire.
Vomitevole dramma adolescenziale con asiatici inespressivi per asiatici anaffettivi che tenta la carta morti viventi dopo 20 anni di recrudescenza del genere.
Noioso, banale, prevedibile e reazionario, questa serie televisiva è quanto di più becero abbia visto ultimamente e solo per questo merita un voto in più della merda nella quale sguazza come un liberale tra le sue strampalate teorie economiche senza fondamento.
VOTO: 2 liberali strampalati
Titolo inglese: All of Us Are Dead Titolo coreano: 지금 우리 학교는 Creatori: Lee Jae-kyoo, Chun Sung-il, Kim Nam-su Durata: 12 episodi da 1 ora circa
L’ennesima frittata con gli zombie e l’apocalisse e i personaggi simpatici che tentano di cavarsela vagando per lande devastate abbandonate stuprate sodomizzate mentre fioccano come neve personaggi random più o meno interessanti più o meno strambi più o meno tirati fuori dal cilindro dopo aver pronunciato le parole magiche: “la madonna è una puttana”.
Doc, Lieutenant Warren, 10k, Murphy, Citizen Z sono alcuni dei nomi dei volti da papagno sul grugno che vi accompagneranno per tanti e tanti episodi fino a quando implorerete di farvi sventrare la pancia da 57 minorenni cambogiane armate di scopettoni del cesso.
Ma che vi devo dire.
A me non è dispiaciuto, ha un suo perché, non si prende mai sul serio (tranne rarissimi casi) e per questo mai ti delude; le tue aspettative devono rimanere basse dall’inizio fino alla fine e vedrai che non ti verranno mal di pancia.
Fidati.
Fidati cazzo, non stare lì a guardarmi con quella faccia da stronzo di chi pensa di saperla lunga perché si è appena visto la trilogia dei colori di Kieslowski. Stronzo, vattela a prendere in culo tersta di cazzo non ti voglio vedr merda del palcoscenico. Non sei meglio degli altri, non sei meglio di me, non se melgio di chi ti circondaa, sei putrida carne ambulante zombie e io ti farò saltare il cervello con un pugno fagocitato dal buco del culo di tuop padre in carrozzzaaaaa
Consigliato ad un pubblico maturo per alcune scene sanguigne ed un uso sconsiderato della droga.
VOTO: 3 Kieslowski e mezzo
Titolo lituano: Zombiu nacija Regia: Karl Schaefer, Craig Engler Stagioni/Durata: 5 con episodi da 45 minuti Compralo: https://amzn.to/3kqBWX5
L’orrore di volare a 15mila metri di quota e ritrovarsi con un ciccione obeso maledetto zombie stronzo che tenta di mangiarti il naso azzannandoti come un cazzo di tossico in stato di allucinazione perversa mentre la passeggera 3 file avanti sta sbocchinando voracemente il suo fidanzato come se non ci fosse nessuno attorno a giudicarli moralmente scorretti.
Questo è più o meno Quarantine 2: Terminal; più ovviamente la parte all’aeroporto, da cui il sottotitolo.
Zombie? Spiegazione? Non me ne frega un cazzo.
Filmetto a basso costo abbastanza divertente e senza troppe pretese, a parte l’assurdo finale aperto ad un terzo capitolo in Las Vegas mai realizzato.
Se siete alla ricerca di pepite d’oro, questa pellicola non fa per voi; se invece avete a cuore le dinamiche spazio-temporali che governano invisibilmente l’agire comune, ecco che ‘sta minchiatella potrebbe tornarvi utile come un sorso di limone in mezzo alla foresta nera mentre state vagando senza metà da quando, due giorni prima, vi siete allontanati da quel rave di musica tecno-peruviana molto in voga tra le maschere greche di Taormina.
VOTO: 2 maschere greche e mezza
Titolo originale: Quarantine 2: Terminal Regia: John Pogue Anno: 2011 Durata: 86 minuti Compralo: https://amzn.to/3iAgLBr
Gerry Lane è un padre disoccupato il cui apice giornaliero viene raggiunto mentre, nudo come tua madre, prepara i pancakes per le figlie prima che vadano a scuola.
E però un virus zombificante che mette il pepe al culo dei malcapitati infettati distrugge questo suo mortificante idillio per lanciarlo con una mazzafionda chiodata verso il firmamento delle stronzate made-in-usa-e-getta senza passare dal via a ritirare i soliti due millanti boni e cari per comprare la cocaina bella squamata al pesciarolo sotto casa.
PEPSI !!!
Una fetecchia di film che a quanto pare tradisce il buon materiale originario, il caso letterario omonimo scritto dal figlio di Mel Brooks, per mettere in scena la solita pappardella di strunzatielle diliute per non far male a nessuno… a parte me.
Difatti, nei loro calcoli machiavellici volti a imbonire la più ampia fetta di mercato possibile, si sono scordati che Israele, paese razzista e violento guidato da un manipolo d’invasati fanatici religiosi che si credono gli uomini scelti da dio, non può essere minimamente considerato un baluardo di civiltà contro l’invasione zombie (chiara metafora per veicolare una falsa narrativa lontana dalla realtà socio-politica contemporanea).
Israele, al maschile perché viva il patriarcato, è considerato un empio stato terrorista al di fuori della ristretta cerchia delle teste di cazzo e quindi dipingerlo come fortezza d’intelligenza e previdenza facendo passare i suoi muri dell’apartheid come una cosa buona contro l’invasione zombie è una delle cose più vomitevoli che il genere umano abbia mai dovuto sopportare. Sarebbe come glorificare i forni crematori nazisti perché bruciano bene.
Movimiento es vida, dice Brad Pitt in uno spagnolo claudicante. Porco dio, dico io in un perfetto italiano.
VOTO: 2 spagnoli e mezzo
Titolo panamense: Guerra mundial Z Regia: Marc Forster Anno: 2013 Durata: minuti Compralo: https://amzn.to/3fWcDdR
Norman Babcock è un undicenne di una piccola cittadina del Massachusetts che solo un paio di secoli prima era pregna di ottusi cristiani assetati di integralismo religioso come una cagna rognosa della provincia di Bergamo bassa.
Norman non solo è ad un passo dall’affrontare uno dei momenti più difficili di un essere umano, l’adolescenza, ma è anche guardato male dai suoi concittadini perché considerato strambo e bugiardo. Il motivo? Dice di poter parlare con i morti.
Il suo bel momento di rivalsa arriverà quando la strega locale scatenerà l’inferno in terra per vendicarsi dell’ottusità cristiana degli integralisti fondatori di questa piccola cittadina del Massachusetts che la mandarono due secoli prima alla forca come una cagna della provincia di Bergamo bassa.
Godibilissimo film d’animazione a passo uno dai risvolti moralistici apprezzabili che può essere visto sia da un pubblico giovane che da uno più maturo lasciando ad ogni fascia d’età la sua dose di messaggi costruttivi.
Certo, il ribaltamento dei personaggi buoni e cattivi è ormai all’ordine del giorno nelle storie scritte con le mani invece che coi piedi e non sorprende certo lo spettatore più attento e acculturato, ma sicuramente ripetere certi concetti base quali il relativismo è cosa buona e giusta.
VOTO: 4 piedi
Titolo greco: ParaNorman, mia metafysiki istoria Regia: Chris Butler, Sam Fell Anno: 2012 Durata: 92 minuti
Nella ridente cittadina di Buffalora i morti stanno tornando in vita ed è compito di Francesco Dellamorte, svogliato guardiano del cimitero locale, assieme al suo fidato e ritardato compare Gnaghi, sparare loro in testa e porre così fine all’invasione.
Purtroppo Francesco stesso non se la passa tanto bene visto che sta attraversando una piccola quanto importante fase della sua vita, ovvero il passaggio all’età adulta (leggermente in ritardo sulla tabella di marcia biologica) e ad una maggiore consapevolezza del proprio io che, tra prorompenti ossessioni femminee, figure materne che muoiono, impotenze vere o presunte e solitudini più vere che presunte, lo stanno facendo uscire di capoccia mentre lui vorrebbe solo uscire dalla piccola realtà artefatta della piccola cittadina nella quale la sua esistenza sta svanendo in concomitanza con la triste realizzazione che tutti dobbiamo morire.
Bellissima e molto sottovalutata commedia dell’orrore all’italiana che da un lato intrattiene i fan del genere con una splendida veste scenografica, una buona dose di macabro veicolata con dei graziosi effetti speciali artigianali e una scandalosa sfacciataggine poco politically correct (tipo quando Francesco impallina in piena testa piccoli boy scouts e fracagna la faccia ad una suora occhialuta… roba che ce la sogniamo in questi tempi di perbenismo fasullo) e dall’altro riesce a porre più di un interrogativo alla soluzione della narrazione.
Qual è la realtà? Perché esistiamo? Chi è veramente Francesco? Sono domande che un pubblico più avveduto dovrebbe porsi, ma capisco che la maggior parte sarà troppo impegnata con le pere di Anna Falchi.
VOTO: 4 pere
Titolo inglese: Cemetery Man Regia: Michele Soavi Anno: 1994 Durata: 105 minuti
Vi siete mai chiesti da dove deriva la parola zombie? Come quando e perché nasce il fenomeno? Chi sono i padri fondatori del genere e che opinione hanno della sua (d)evoluzione da prodotto di nicchia a prodotto di sistema?
Questo e (poco) altro vi aspetta in questo piccolo documentario che, attraverso numerose interviste a tantissimi personaggi che hanno animato questa particolare scena horror nel corso dei decenni, cerca di riassumere (sia ad un pubblico profano che ad uno più avvezzo al genere) vita morte e miracoli del personaggio horror cinematografico più recente.
VOTO: 3 fenomeni e mezzo
Titolo russo: Зомби в массовой культуре Regia: Alexandre O. Philippe Anno: 2014 Durata: 81 minuti
Un padre non vuole rinunciare all’inevitabile fuga per fratte della giovane figlia adolescente e quindi la rinchiude in un castello fortificato in mezzo a una sperduta foresta di dannati pur di non vederla pomiciare con un altro uomo.
Niente di sconvolgentemente nuovo, direte voi; giusto, a parte la particolarità della famiglia in questione d’essere composta da vampiri centenari che gestiscono un hotel per mostri dal buon sapore remunerativo.
Buono, simpatico, c’è piaciuto.
Quando si parla di film d’animazione di questo tipo, e cioè blockbusters milionari doppiati da attori milionari, non mi sembra neanche il caso di stare troppo a discutere sui perché e i per come la macchina hollywoodiana difficilmente sbaglia il colpo. Non è certo un capolavoro filosofico, ma se volete passare un bel pomeriggio in compagnia di una storia piacevole e decentemente costruita, non ne rimarrete delusi.
Se invece cercavate un porno gore rumeno, avete sbagliato strada.
VOTO: 3 Gore rumeni e mezzo
Titolo giapponese: Monster Hotel Regia: Genndy Tartakovsky Anno: 2012 Durata: 91 minuti
4 individui molto diversi, sia per carattere che per estrazione socio-culturale, si ritrovano legati emotivamente a seguito dell’apocalisse zombie. Prima di giungere a questo splendido idillio, li seguiremo per un paio di giorni mentre ne fanno di tutti i colori fottendosi l’un l’altro e sbranandosi su un’isola deserta perché il regista non crede nelle persone. Io credo nelle persone. Però non credo nella maggioranza delle persone. Mi sa che mi troverò sempre d’accordo e a mio agio con una minoranza.
Simpaticissima commedia che, non prendendosi troppo sul serio, fa una delle poche mosse vincenti quando si ha a che fare con un genere caldo e allo stesso tempo freddo come quello degli zombie e cioè: rispettare poche semplici regole mentre si cerca di far ridere il pubblico di una storia assurda come la fine del mondo, feticcio spaventapasseri alquanto poco probabile che tiene a bada e dormiente la popolazione su temi più importanti e più pragmatici tipo la diarrea o l’alfabetizzazione di massa.
Le interpretazioni sono simpatiche, la durata è breve al punto giusto e non si può che gioire della breve apparizione di Bill Murray nei panni di se stesso mentre recita una scena di Ghostbusters.
VOTO: 4 Bill Murray
Titolo originale: Zombieland Regia: Ruben Fleischer Anno: 2009 Durata: 88 minuti Compralo: http://amzn.to/2jMOWtN
Un soldato americano di 54 anni vive la vita alla grande: salti, zompi, fughe, fighe e tesori mediorientali da derubare con la scusa della guerra. Insomma, questo moderno lanzichenecco sembra non abbisognare di nulla se non un consistente incasso al botteghino per permettere la continuazione dell’universo cinematografico della Universal chiamato con astuzia rinascimentale Dark Universe.
A fracassargli le palle (mosce) interviene Ahmanet che, lungi dall’essere l’ultima residenza del defunto latitante Bettino Craxi, è una principessa egiziana sepolta viva per aver ucciso padre faraone, madre faraona e fratello faraoncino. Siccome però aveva appena fatto un patto con il dio Set, la giovine pluriomicida non muore ma aspetta la sua rivincita sotto forma di mummia che, lungi dall’essere un simpatico nomignolo per Tom Cruise, è un’assetata modella algerina che succhia la linfa vitale con chilometrici baci lasciando le vittime in uno stato simile a quello degli zombie.
A tentare di fermare questa trama confusionaria entra in campo anche il dottor Jekyll che gestisce un’impresa multinazionale il cui scopo sembra essere quello di fermare/contenere/debellare i mostri che popolano questa roccia alla deriva nello spazio infinito. vabbè, mi sono rotto il cazzo.
La critica l’ha odiato, il pubblico l’ha abbandonato. No, non parlo di Tom Cruise, ma di questo filmetto darkettone che giunge in lievissimissimo ritardo ai nastri di partenza per la corsa agli universi cinematografici, inaugurati e dominati dalla Marvel.
Questo buco nell’acqua certamente infantile e dal sapore di minestra riscaldata non è neanche tanto male: si lascia vedere senza troppi patemi d’animo e risulta piacevole se lo si affronta dimezzando il proprio quoziente intellettivo. Purtroppo oggigiorno uno si aspetta qualcosa di più che qualche effetto speciale e Russell Crowe che si incazza potente cattivo manone ti sfondo ti appiccico al muro mi drogo per chetare il mister Hyde che è in me.
VOTO 2 manone
Titolo originale: The Mummy Regia: Aolex Kurtzman Anno: 2017 Durata: 110 minuti