Khoma Brutus è un seminarista che, assieme a due compagni di corso, s’imbatte in una strega arrapata che se lo cavalca come una pazza per mezza Ucraina fino a quando Brutus la prende a legnate in testa e lei stesa a terra che implora pietà ahia ahia.
Siccome però le sciagure non vengono mai sole, appena tornato al convento Khoma è inviato a vegliare e pregare per 3 notti la figlia morta di un signorotto locale e, sorpresa delle sorprese, la figlia è la strega di cui sopra, stirata per le percosse ricevute dal nostro buon seminarista.
Lui ovviamente non dice un cazzo a nessuno e in un crescendo rossiniano di magia nera e temibili mostri molto vintage, Khoma Brutus ballerà ubriaco al suo stesso funerale.
Film sovietico tratto dall’omonimo racconto di Nikolai Gogol e caleidoscopico film dell’orrore che passò il vaglio statale dell’epoca solo grazie alla sua natura di favola folcloristica.
Pieno di azzeccate soluzioni visive e permeato di un irriverente stile orientale, Viy è certamente ostico per chi non abbia un minimo di pazienza e piacere per l’arte cinematografica, ma se si ha voglia di andare oltre l’ovvio ci saranno scene memorabili e il fantastico mostro tenerone che dà il titolo all’opera.
VOTO:
3 teneroni e mezzo
Titolo originale: Viy – Вий
Regia: Konstantin Ershov, Georgiy Kropachyov, Aleksandr Ptushko
Durata: 1 ora e 17 minuti
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