Alice Klieg, una borderline americana con forti carenze culturali ed una smisura misura di se stessa, vince una caterva di soldi al Lotto e si dà quindi alla pazza gioia spendendo 15 milioni di dollari su un programma televisivo durante il quale si metterà a nudo di fronte a milioni migliaia di telespettatori cercando di soddisfare quell’egocentrica fame bastarda di sé.
Chi avrà pazienza di aspettare un’oretta potrà vedere la patata e le minne sottotono di Kristen Wiig.
Commediola dolciamara molto superficiale nel suo approccio alla malattia mentale e fin troppo assolutoria rispetto ai mille risvolti negativi che in genere questa comporta.
La formula è chiara: far divertire lo spettatore con brevi gag dal dubbio valore comico, spremere gli attori per quel poco che possono dare con una sceneggiatura così abbrutita dentro il suo stesso (seppur interessante) incipit e infine (but not least) metterci una bella spolverata di quella sana volgarità maschilista partorita invece come fosse femminismo ultima gloria (vedi Ghostbusters) con le donne sucazzi e gli uomini ad una dimensione.
Un film bellino, ma anche molto irritante per chi ha un’intelligenza superiore alla media.
VOTO:
3 bambini a una dimensione
Titolo originale: Welcome to Me
Regia: Shira Piven
Anno: 2014
Durata: 87 minuti