John Spartan è un poliziotto americano che non bada a spese quando si tratta di demolire palazzi interi nell’intento di catturare pericolosissimi criminali neri come la notte della ragione che lui non riconoscerà mai di contribuire a creare.
Ma a un certo punto, punto certo, avendo provocato la morte di 30 ostaggi mentre acchiappava per le palle il pazzo carnefice Simon Phoenix, viene condannato assieme a quest’ultimo al congelamento correttivo in una prigione criogenica per una sonora quarantina d’anni.
Balzo in avanti e siamo nel 2032, la società si è trasformata in una distopia liberale del politicamente corretto dove vieni punito attraverso un sistema a crediti per ogni parolaccia o per ogni comportamento scorretto, tipo mangiare cibi ricchi di colesterolo.
Ed è in questo paradiso per gente tipo Lilli Gruber che John e Simon si ritrovano a darsene di santa ragione, mentre un ricco fascista liberale con un gusto estetico da parrucchiera di Viterbo complotta per terrorizzare la popolazione e spingerla a dargli pieni poteri, come Mario Draghi.
Famosissimo film sconosciuto che nonostante abbia molti fan e si fregi di grande classico di serie B, rimane inspiegabilmente estraneo ad ogni discussione sul trash anni ’90.
Scritto male e con una vivace quanto tenue satira politica, recitato da cani simpaticissimi e con una produzione di un certo livello che ha permesso loro di ricreare un futuro neanche troppo lontano da quello che effettivamente si è venuto a creare, Demolition Man è il miglior film da raccomandare ad un caro amico che odiamo tanto.
VOTO:
3 trash e mezzo
Titolo peruviano: El demoledor
Regia: Marco Brambilla
Durata: 1 ora e 55 minuti
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