Nel 1327 la vita era una merda.
Eri frocio, studiavi il greco, ti facevi prete, ti facevi un prete e finivi morto stecchito dentro una tinozza d’acqua col tuo cazzetto in bella vista e il tuo indice misteriosamente macchiato di nero.
Nel 1327 la vita era una merda.
Eri un francescano, c’avevi una capoccia tanta, t’eri fatto pure gli occhiali (roba che l’imperatore se li sognava), c’avevi un ciuchino niente male e però ti accusavano di eresia e vanagloria.
Nel 1327 la vita era una merda.
Eri cieco, eri spagnolo, eri oscurantista, eri vecchio, eri brutto, eri racchio, c’avevi il cazzo che è un abbacchio, ma non t’annava mai de ride.
Nel 1327 la vita era una merda.
Tutti sanno che questo film è tratto dall’omonimo libro di Umberto Eco; non tutti però sanno che il famoso scrittore ha dato il nome a 13069 Umbertoeco, un asteroide della fascia principale, la zona tra Marte e Giove.
Tolto quindi ogni dubbio sull’asteroide Umbertoeco, passiamo al film.
Le musiche di James Horner sono ispiratissime ed accompagnano per mano lo spettatore tra i meandri di una torbidissima storia costellata di bugie ed assassini(i), storia messa perfettamente in scena da un manipolo di attori in bolla tra i quali spiccano, oltre ai bravissimi protagonisti, un fantastico Ron Perlman nel ruolo della sua vita (Salvatore, il gobbo idiota) e le tette di Valentina Vargas, fortemente voluta da Christian Slater per le sue doti canore.
VOTO:
4 Salvatore
Titolo originale: The Name of the Rose
Regia: Jean-Jacques Annaud
Anno: 1986
Durata: 130 minuti
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