A Classic Horror Story (2021)

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4 teste di cazzo degne della morte più cruenta e un rispettabile dottore finito in miseria per colpa d’uno sceneggiatore così politicamente corretto da meritare l’invito al raduno annuale delle fiche di legno sul lago di Como, si ritrovano assieme per il viaggio della vita morte in quel di Calabria perché vogliono risparmiare 10 euro sul prezzo di un treno intercity; una scelta giudia che costerà loro lingua, occhi e orecchie.

A Classic Horror Story (2021)

Come il titolo suggerisce, l’intenzione non era certo quella di creare qualcosa d’originale, ma semplicemente far venire nelle mutande quei malcapitati che si fossero avventurati nella visione per poi dar loro una forte mazzata sui coglioni mentre il sipario si apriva sulle facce stupefatte delle loro madri cagne.
Alla faccia degli scemotti che perseverano nel mantenere l’emozione della prima parte anche dopo il completo stravolgimento narrativo.

Quindi parliamoci chiaro: la pellicola non è niente di scandalosamente eccezionale, ma fa bene il suo lavoro, facendoti prima accanire di bestemmie contro le scelte idiote dei protagonisti per poi farti accanire di sorrisi come non ci fosse un Domani (giornale liberal-liberista sciacqua palle che cola bava e merda da tutti i pori).
Non bellissimo, ma godibilissimo; non Minofrio, Mismizzu e Misgarro, ma Osso, Mastrosso e Carcagnosso.

PS: ma chi mastrocazzo è Matilda Anna Ingrid Lutz?

VOTO:
3 scemotti e mezzo

A Classic Horror Story (2021) voto

Titolo italiano: Una classica storia dell’orrore
Regia: Roberto De Feo e Paolo Strippoli
Anno: 2021
Durata: 95 minuti

Autore: un Film una Recensione

I was Born, I Live, I will Die

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