Un ragazzetto con l’acufene tenta di coprire questo suo disturbo uditivo pompando musica a tutto volume dentro i padiglioni auricolari mentre sfreccia a tutto gas dentro una Detroit senza puttane cocainomani, quindi triste.
A ravvivare l’atmosfera da cinema di provincia ci pensa un mongoloide travestito da pupazzo mongoloide con l’atteggiamento di chi non si rende conto d’essere un mongoloide.
Mongoloide, figliolo. Mongoloide. Mongoloide.
Mi piace l’odore del mongoloide di mattina. Una volta, una collina, la bombardammo per dodici ore e finita l’azione andai lì sopra. Non ci trovammo più nessuno, neanche un lurido cadavere di mongoloide. Ma quell’odore… si sentiva quell’odore di mongoloide. Tutta la collina… odorava di… di mongoloide.
Questo mongoloide vestito di rosso, perché vogliamo far vedere che abbiamo studiato teoria dei colori anche quando in realtà non ci abbiamo capito un cazzo, sarà talmente una spina nei coglioni di protagonista e pubblico che finirà infilzato come uno spiedino in un contrappasso meritato ma insufficiente a ripagare i danni di guerra alle vittime della visioni di film dai quali ci si aspetta molto e che invece risultano così così.
Muore anche altra gente, ma non abbastanza.
Che dire…
da Edgar Wright mi aspettavo qualcosa di più, considerando la sua maestria nel girare in maniera maestra quei generi triti e ritriti, tipo i criminali che vanno in macchina veloci veloci.
Non è brutto, per carità; ci sono scene carine, qualche battuta azzeccata, protagonisti odiosi ma non da impiccare in pubblica piazza, una colonna sonora bella anche se io non ci capisco un cazzo di musica, ma per la madonna impestata lurida: che due coglioni.
Lino Banfi alla gogna.
VOTO:
2 macchine veloci veloci
Titolo originale: Baby Driver
Regia: Edgar Wright
Anno: 2017
Durata: 113 minuti
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