La famiglia Tokita gestisce un caffè con una sedia molto particolare: a chiunque, accomodandovisi, le venga servita una tazza di brodaglia sporca chiamata caffè dagli orribili proprietari del locale viene concesso un viaggio temporale e poter così incontrare una persona a cui magari non ha potuto dire o chiedere una cosa di cui poi si è pentito per il resto della sua vita.
Le regole di questa magia sono poche, ma ferree: la persona da incontrare deve aver frequentato il locale, perché il viaggio avviene all’interno di quelle 4 mura; qualunque cosa si faccia non cambierà gli eventi futuri; il viaggio durerà solo il tempo che la brodaglia si raffreddi e, se non la si beve prima che ciò accada, si rimarrà intrappolati per sempre in una realtà parallela sotto forma di fantasmi (che però pisciano).
Romantico dramma giapponese tutto giocato sui colori pastello e sulle emozioni pastose tanto cari alle donne non sposate.
Ci si trova davanti ad un’opera ben servita, indubbiamente intrattenente e che strappa più di un sorriso lungo la passeggiata narrativa, ma non è un capolavoro.
Se siete alla ricerca di un cerchiobottismo popolare che non fa male ad una mosca nel suo essere comunque un buon prodotto, avete fatto centro; altrimenti prendete un bel mestolo di legno, spezzatelo a metà e trafiggetevi il cuore per provare emozioni mai viste prima.
VOTO:
3 mestoli
Titolo originale: コーヒーが冷めないうちに – Kohi ga Samenai Uchi Ni
Regia: Ayuko Tsukahara
Anno: 2018
Durata: 117 minuti
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