Dopo il successo di Lucignolo, Massimo Ceccherini si ritrova col dramma della seconda opera… specialmente quando si è privi d’ingegno e cultura.
Non sapendo che pesci prendere e scartata la pessima idea dello sceneggiatore ruffiano che modifica l’accento a seconda dell’artista con cui parla, Massimo Ceccherini decide di ricorrere al più triste e ritrito degli escamotage narrativi: la citazione scopiazzatura.
Passiamo quindi in rassegna Massimo-Ceccherini-Esorcista, Massimo-Ceccherini-Squalo, Massimo-Ceccherini-Fatina, Massimo-Ceccherini-Rocky, Massimo-Ceccherini-Cannibale-del-Congo col cazzo accorciato.
In questo sconquasso anale colmo di merda e sperma che non augurerei al peggiore dei miei nemici, Massimo Ceccherini riesce però a regalare un paio di momenti riusciti che strappano una mezza risata, tipo Vincenzo Salemme che lo vuole ricoprire di merda fino a soffocarlo, ed un breve ma riuscitissimo omaggio al padre imbianchino che quasi sfiora il poetico.
Per il resto siamo dalle parti del maschilismo inconsapevole da bar di provincia con interessanti capatine nell’autolesionismo artistico.
Non è una cacata, ma lo sconsiglio.
VOTO:
2 Salemme e mezzo
Titolo: d
Regia: Massimo Ceccherini
Anno: 2000
Durata: 95 minuti
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