Il calamaro e la balena (2005)

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Una famiglia newyorkese degli anni ’80 si disintegra lentamente sotto il peso della personalità schiacciante del padre Bernard, professore di letteratura ed ex scrittore di successo in picchiata libera, mentre i figli Walt e Frank vengono logicamente coinvolti in questa spirale triste e profondamente caricaturale con conseguenze negative sulle loro vite, sui loro rapporti interpersonali e sui loro risultati scolastici.
Come se non bastasse poi, si viene a sapere che la madre si è dilettata e continua a dilettarsi con amanti dal basso quoziente intellettivo nella vana ricerca di un suo spazio culturale che le era sempre stato negato in famiglia, prigione dei sensi incentrata intorno alla figura sagace e insopportabile di Bernard.

Il titolo, in pure stile indie fichetto che solo io e gli amichetti miei del tribecca ci capiamo che il mondo intero è in mano ai cattivi e l’amore vince sempre sull’odio e vogliamo parlare delle foibe e dei campi di sterminio che qui siamo tutti ebrei ma non crediamo in dio perché quello no è da sfigati come nonno che è tornato col braccio tatuato e noi ci speculiamo sopra coi nostri filmetti di merda saccentelli e privi di un messaggio morale perché d’altronde che messaggio morale puoi covare quando passi dai campi di tennis le domeniche con papà quando sei piccolo alle feste coi bicchieri di carta con dentro la birra in un locale bello e sempre rigorosamente indie al Village quando sei adolescente fino a farti finanziare i filmetti saccentelli di cui sopra dai guru della saccenteria alternativ-hollywoodiana come Wes Anderson, il titolo dicevo fa riferimento all’enorme modello in esibizione al museo di storia naturale di New York: una balena e un calamaro gigante che si danno battaglia mortale, una scena che aveva sempre spaventato il figlio Walt quando ci andava da bambino con la madre e che solo ora ricollega al rapporto tormentato dei suoi genitori.

Girato secondo tutti i crismi indie del caso e oggettivamente ottimo sotto molti punti di vista, The Squid and the Whale soffre però della tipica “sindrome dell’alternativo finto coi soldi di papà”: facendo leva e sfruttando il bagaglio culturale passatogli per osmosi dalla famiglia e dall’ambiente culturale nel quale è cresciuto, il regista Noah (ebreo new yorkese, e cioè facente parte di un mondo profondamente esclusivo ed elitista) scrive e dirige una commedia dolce amara sui piccoli e superficiali drammi di una famiglia privilegiata alle prese con un divorzio.
Traendo spunto dalla sua personale esperienza (padre novellista e critico cinematografico e madre critica per il Village Voice) Baumbach aggiunge poco o nulla al già visto e già vissuto se non una certa dose di umorismo post 9/11 e uno stile che in più parti richiama quello del suo padre artistico Wes Anderson con il quale ha collaborato alla sceneggiatura di The life Aquatic with Steve Zissou e Fantastic Mr. Fox.

Se siete in vena di un film fintamente drammatico e che non tocca neanche con una pertica di 7 metri il vero nocciolo della disperazione umana, allora prego.
Altrimenti meglio un Woody Allen degli anni ’80 tipo September.

VOTO:
3 balene e mezza

Il calamaro e la balena (2005) voto

Titolo originale: The Squid and the Whale
Regia: Noah Baumbach
Anno: 2005
Durata: 81 minuti

I film sono visti rigorosamente in lingua originale.
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Autore: un Film una Recensione

I was Born, I Live, I will Die

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