La morte può attendere (2002)

James Bond è alle prese con la Corea del nord alla quale cerca di vendere diamanti africani in cambio di armi.
Scoperto il giochetto e ucciso il corrotto colonnello Moon con il quale stava contrattando, la spia inglese mutaforma viene imprigionata nelle spaventose segrete coreane dove viene sottoposto a ogni tipo di tortura nella speranza canti il nome del contatto occidentale col quale il colonnello Moon aveva intrapreso questa malefica joint-venture alle spalle del governo centrale.

Rilasciato dopo 14 mesi con uno scambio di prigionieri e scappato dalla base americana nella quale è stato rinchiuso per accertamenti, Bond parte alla ricerca della fottutissima talpa che lo ha venduto al colonnello per calmare questa sua sete di vendetta senza fine.

Di mezzo le solite due o tre scopate a caso senza preservativo.

La morte può attendere (2002)

Boicottato sia dalla Corea del nord (per comprensibili ragioni di diffamazione globale) e dalla Corea del sud (per incomprensibili ragioni di natura sessuale e cioè un bacio on screen condotto nelle vicinanze di una statua del Buddha… dio cristo), questo budello di vacca sporca è riuscito nell’imprevedibile impresa di farmi addormentare 2 o 3 volte di seguito.

Com’è il film?
Coreani cattivi in divisa militare, cubani corrotti col sigaro in bocca, donne inglesi frigide, camerieri neri con i rasta e chi più ne ha, più ne metta; questa è la fiera madre degli stereotipi, all’anima de li mortacci vostra.

Di tutta la vicenda, l’unica nota di colore in un’altrimenti buia giornata è la notizia che nel gennaio del 2006 il regista di questo film, Lee Tamahori, è stato arrestato a Los Angeles per adescamento e prostituzione visto che, vestito da donna, ha cercato di proporre un rapporto sessuale ad un poliziotto in borghese.

VOTO:
2 poliziotti in borghese

La morte può attendere (2002) voto

Titolo originale: Die Another Day
Regia: Lee Tamahori
Anno: 2002
Durata: 133 minuti
Compralo: https://amzn.to/2Ctviws

I film sono visti rigorosamente in lingua originale.
Se ti senti offeso, clicca qui

Autore: Federico Del Monte

I was Born, I Live, I will Die

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *