Storia di una ragazzina che vuole affrontare il lungo e sofferto percorso che la condurrà a diventare una maiko, il gradino precedente alla geisha, nonostante la sua incipiente goffagine e il suo accento burino.
A darle manforte, nel senso di forti manate in volto, ci saranno la proprietaria della casa del tè in cui sta facendo apprendistato, le colleghe geishe e un professore porcellino con una voglia matta di ficcare le sue affusolate mani da pervertito dentro le fresche mutandine di una minorenne.
Il delizioso distretto storico di Kyoto fa da cornice ad una reinterpretazione di My Fair Lady (mi dicono dalla regia) che azzecca il tono e la forma del genere musicale per anime dolci.
Non è un capolavoro e non mi strapperò i capelli, ma risulta piuttosto interessante per dare un’occhiata dentro il misterioso mondo dell’antica (e in via d’estinzione) arte dell’intrattenitrice tradizionale giapponese.
VOTO:
3 capelli
Titolo: 舞妓はレディ – Maiko wa Lady
Regia: Masayuki Suo
Anno: 2014
Durata: 135 minuti
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