The Island of Dr. Moreau è ricordato come uno dei peggiori film della storia del cinema: Marlon Brando nei panni di Moreau con la faccia pitturata di bianco accompagnato da un nano deforme alto 70 centimetri su un’isola tropicale popolata da bestie antropomorfe create da Moreau stesso è una storia che solo nelle mani di un regista tanto geniale quanto stralunato avrebbe potuto materializzarsi come capolavoro.
Ed era quella la strada che la New Line aveva imboccato affidando a Richard Stanley il timone di un galeone alla deriva nei mari tempestosi australiani alla ricerca di un tesoro artistico leggendario e maledetto; purtroppo un cast composto da teste di cazzo presuntuose e l’inesperienza di un giovane regista troppo candido per la dura realtà hollywoodiana da coltellate sulla schiena hanno presto fatto naufragare un progetto forse troppo ambizioso per i modesti e perbenisti anni ’90.

Strambo documentario su un progetto cinematografico ancor più strambo: disseminato di interessantissimi aneddoti quali la folle idea (fortunatamente rigettata) di Brando d’indossare un alto copricapo per tutta la durata del film per rivelare poi nel finale una celata testa di delfino e di triste compassione verso un modo di fare cinema purtroppo incompatibile con i regimi hollywoodiani da moschetto napoleonico, questo Lost Soul è anche e soprattutto un testamento su quanto sia sottile la linea di separazione tra genio artistico osannato dalla critica alla Alejandro Jodorowsky e poveraccio squinternato interessato alla stregoneria e all’esoterismo come vie di fuga ad un’infanzia disastrata e una vita priva di punti di riferimento solidi alla Richard Stanley.
VOTO:
4 pazzi con infanzie disastrate
Titolo originale: Lost Soul: The Doomed Journey of Richard Stanley’s Island of Dr. Moreau
Regia: David Gregory
Anno: 2014
Durata: 97 minuti
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