Ritorno al futuro è un film straordinario diretto da Robert Zemeckis e prodotto da Steven Spielberg, due pallottole di grosso calibro che negli anni hanno sfornato grandi classici (Used cars, Chi ha incastrato Roger Rabbit? e appunto la trilogia di Ritorno al futuro).
Ma di cosa parla questo film?
Parla di un ragazzo sedicenne americano di una cittadina anonima chiamata Hill Valley (vallata collinare?), alle prese con i soliti problemi che affliggevano i giovani degli anni ottanta: bullismo a scuola, difficoltà nell’apprendimento, ragazze precoci, un talento musicale inespresso e tanta voglia di una macchina 4×4 per andare a scopare in collina il sabato sera.
Il suo unico vero amico è uno scienziato pazzo, Doc Brown, il quale riesce ad inventare una macchina del tempo adattando una DeLorean DMC-12, una macchina fallimentare degli anni ’80 resa celebre anche (e sopratutto) da questa pellicola.
Marty, questo il nome del ragazzo, assiste al riuscito collaudo della macchina in un parcheggio di un centro commerciale; sfortunatamente a rompere le uova nel paniere arrivano dei terroristi libici, alla guida di un furgoncino volkswagen, armati di bazooka e incazzati neri per non essere stati pagati dal dottore in cambio del plutonio da loro procurato, un plutonio che permette il viaggio nel tempo.
Confrontatisi coi libici, Doc muore con un mitragliata in petto e Marty decide bene di scappare usando la DeLorean la quale fa il suo sporco lavoro trasportandolo nel 1955, anno in cui i suoi genitori liceali si incontrarono per la prima volta.
A questo punto Marty deve fare due cose:
1- tornare indietro nel futuro (da cui il titolo).
2- fare sì che niente disturbi l’innamoramento dei suoi genitori, pena la sua scomparsa dalla storia.
Ritorno al futuro fu un tale successo che la Universal, studio produttore, decise immediatamente di cominciare la produzione per due altri titoli e completare così una trilogia mai pianificata in prima istanza (il finale col dottore che convince Marty a viaggiare nel futuro era solo uno scherzo, non un “cliffhanger” come poi è diventato).
Questa bomba commerciale inaspettata portò alla fama Robert Zemeckis, regista fino ad allora non di primo livello, e rese immortale una storia di fantascienza e amicizia intergenerazionale.
Purtroppo Hollywood ha da lungo tempo abbandonato il prolifico filone dei film scientifici e vagamente ribelli per abbracciare un populismo becero, sessista e nazional-socialista con solide punte capitaliste (Transformers, come al solito, su tutti).
Film come Ritorno al futuro, Gremlins, Navigator, Miracolo sull’8 strada (titolo originale *Batteries non included, tanto per dire che la religione non c’entrava un cazzo in inglese) rimangono esempi alti di come si può fare intrattenimento semplice per un pubblico vasto senza però sacrificare il messaggio e soprattutto glorificando lo sfigato, il deriso schiaffeggiato dalla vita per via dei soliti teppistelli che dopo il liceo si arruolano e vanno a sparare ai bambini Afgani mentre ascoltano Chris Brown.
Titolo originale: Back to the Future
Regia: Robert Zemeckis
Anno: 1985
Durata: 116 minuti
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