Questa è la storia vera di Ramòn Sampedro, un pescatore spagnolo della Galizia che, a seguito di un tuffo sbagliato in mare, è rimasto tetraplegico; per 28 anni è rimasto inchiodato a letto contro la sua volontà, la volontà di morire.
Ivi ne ripercorriamo gli ultimi anni di vita e la sua battaglia per il diritto all’eutanasia.
Questo film del 2004 fu un discreto successo globale, tanto da vincere quello stesso anno l’Oscar e il Golden Globe come miglior film straniero.
Le motivazioni di tale risposta di pubblico e critica sono facili da individuare: il tema trattato, l’eutanasia o suicidio assistito che dir si voglia, è un tema che sempre più si fa largo nell’opinione pubblica e nel dibattito politico (almeno nei paesi avanzati, non certo in Italia); la regia di Alejandro Amenàbar è ottima, con una tecnica cinematografica impeccabile e una storia construita a tavolino per emozionare ma soprattutto far pensare criticamente al problema; e poi l’interpretazione di Javier Bardem, nei panni di un uomo costretto a vivere una vita che per lui non aveva più senso, è fenomenale e molto toccante.
La pellicola ha ovviamente accesso le teste calde che non riescono a concepire come altre persone possano avere un altro punto di vista sulla questione dell’eutanasia; persone come il Papa, i preti, i benpensanti e tutti quelli che costantemente impongono la loro visione del mondo ristretta, bigotta e alquanto superata al resto della popolazione umana, contro la loro volontà.
Titolo: Mar adentro
Regia: Alejandro Amenàbar
Anno: 2004
Durata: 125 minuti
Se ti senti offeso, clicca qui