Storia di un cavallo antropomorfo di mezz’età il quale fu famoso negli anni ’90 grazie ad una popolare serie televisiva su una famiglia molto particolare e che ora, nonostante viva comodamente di rendita, fatica a camminare a testa alta perché sono più di quindici anni che non fa un cazzo da mattina a sera… a parte bere e scopare saltuariamente.
A fargli compagnia abbiamo la sua ghostwriter, impegnata a seguirlo costantemente per raccogliere preziose informazioni da usare poi nella biografia che sta scrivendo; il nullafacente Todd che vive sul divano di casa sua da quando, imbucatosi ad una festa, non ha più lasciato il salone; e svariati altri personaggi più o meno umani i quali vivono tutti alla giornata in quella realtà surreale chiamata Los Angeles.
Simpaticissima serie televisiva raccomandatami da un lettore del blog (i consigli quindi sono sempre ben accetti) che trae la sua linfa vitale da una carrellata solo apparentemente sconclusionata di situazioni al limite del ridicolo e che invece nascondono, neanche troppo velatamente, una consistenza narrativa notevole: basti pensare ai tanti piccoli dettagli come il puff bruciato da Sarah Lynn nel salone di BoJack che vengono a ripetersi nel corso degli episodi e che tengono quindi conto dell’evolversi degli eventi narrati senza perciò resettare settimanalmente il mondo ivi ricreato come sono uso fare i TV serial.
Bello.
VOTO:
4 serial killer e mezzo
Titolo originale: BoJack Horseman
Stagione: prima
Creatore: Raphael Bob-Waksberg
Anno: 2014
Durata: 12 episodi da 25 minuti
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