Crimini e misfatti (1989)

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Judah, interpretato da un grande Martin Landau, è un oftalmologo ebreo di successo il quale vive una relazione extraconiugale da due anni con una hostess dalla bassa cultura ma dalla forte carica emotiva.
Quando lei mette in pericolo gli equilibri della sua famiglia benestante volendo confessare tutto alla di lui moglie, Judah (nome non scelto a caso) decide di chiedere aiuto a suo fratello criminale per toglierla di mezzo.
Sopraffatto poi dai sensi di colpa, vorrebbe confessare alla polizia, ma poi il tempo passa e Judah vede che non c’è alcuna punizione divina ad aspettarlo, l’unica punizione verrebbe dalla sua morale, se l’ascoltasse fino in fondo.

Di polo opposto è il personaggio di Allen, Cliff Stern, un documentarista che non scende a compromessi con lo show business e detesta i lupi che si aggirano nel suo ambiente.
Lui vorrebbe lasciare la moglie, la quale non apprezza il suo lavoro e la sua passione politica, e mettersi con una produttrice con la quale invece condivide gusti e modi fare.
Alla fine però lei si metterà con un produttore di successo idiota che era stato ridicolizzato da Cliff in un breve doumentario e per il quale aveva perso l’unico lavoro redditizio da anni e Cliff si troverà solo, abbandonato anche dalla moglie.

Crimini e misfatti (1989)

Partendo dal famoso Delitto e castigo (Crime and punishment in inglese, titoli simili) nel quale Rodion Raskolnikov commette un omicidio per poi confessare tutto alla polizia e farsi 8 anni di lavori in Siberia, Woody qui gira le carte e fa dell’assassino un vincitore, nel rispetto della sua visione del mondo, un posto nel quale quelli senza scrupolo vincono e quelli con una morale soccombono.

Durante il film sono chiari i riferimenti religiosi, più che altro ebrei, sulla morale divina e quella umana; la prima onnipresente e lineare, la seconda sinuosa e sempre pronta a cambiare a seconda dei comodi degli esseri umani.

Brevemente si fa anche riferimento alla seconda guerra mondiale e al nazismo, tema ovviamente caro ad Allen, e di come i criminali possono farla franca in questo mondo se la legge morale non viene esercitata.
A questo proposito, bello il breve personaggio del rabbino Ben che sta diventando cieco ma che non si preoccupa; non si preoccupa perché crede in dio e sa che il mondo è da lui governato e alla fine il bene trova il modo di trionfare.
Una falsità ovviamente, dimostrata dal regista con il film stesso.

Un film stupendo, oltre che per l’ottima tecnica narrativa, per il messaggio che Woody lancia al suo pubblico: non siate spettatori passivi della storia, parteggiate e fatevi un finale vostro.
Una cosa che Hollywood odia fare perché lascia libertà a quelli che invece dovrebbero solo comprare biglietti e popcorn.

Titolo originale: Crimes and misdemeanors
Regia: Woody Allen
Anno: 1989
Durata: 104 minuti

I film sono visti rigorosamente in lingua originale.
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Autore: Federico Del Monte

I was Born, I Live, I will Die

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