Walt Disney fu un grande figlio di mignotta: famoso per i suoi film d’animazione, il caro vecchio Walt era anche e soprattutto un capitalista alcolizzato che una volta si schiantò con il suo trenino giocattolo contro un muro della sua villa californiana in preda ai fumi dell’alcool.
Durante gli anni del Maccartismo, fu tra i più grandi informatori di Hoover e girò personalmente parecchi nomi all’FBI, nella stupida folle voglia di “depurare” Hollywood dalle spie russe.
Come se non bastasse, Mickey Mouse, il nostro Topolino, fu creato dal suo assistente Ub Iwerks e il nome Mickey fu suggerito dalla moglie; Disney voleva chiamarlo Mortimer Mouse… Mortimer.
Walt però, da bravo capitalista, era molto bravo in una cosa, a fare i soldi; fu così bravo infatti che oggi la “Walt Disney Corporation” è una delle più grandi e potenti industrie dell’intrattenimento, probabilmente la più grande.

Poco prima di morire, alla continua ricerca di una conferma terrena alla sua aurea divina, Walt volle creare un secondo meraviglioso parco giochi dopo Disneyland California; comprando molti piccoli lotti di terreno paludoso da poveri proprietari terrieri tramite società fittizie usate solo per ottenere prezzi stracciati, nel 1965 Disney prese possesso di un largo territorio vicino Orlando, in Florida.
Lì cominciò a costruire Disney World, il più importante parco dei divertimenti al mondo, il più tecnologico, il più futuristico.
Nel piano originale Walt voleva incorporare anche EPCOT, Experimental Prototype Community of Tomorrow, una piccola città futuristica dove poter sperimentare nuovi stili di vita e nuove tecnologie. Secondo i suoi piani, quella doveva diventare il prototipo dell’America del futuro.
Fortunatamente per il genere umano, Disney morì prima di impazzire definitivamente e scatenare una guerra atomica nel tentativo di purificare il mondo intero; Disney World però fu completato e “Spaceship Earth”, la grande palla da golf simbolo di EPCOT è ancora lì, un modernariato simpatico ma inquietante.
Ora, tutto questo cappello introduttivo serve a mettere in luce le intenzioni del regista di questo piccolo film indipendente girato in gran segreto proprio a Disney World: gli attori e la crew infatti non hanno detto nulla ai dirigenti del parco e si sono limitati a comprare biglietti d’ingresso stagionali per poter girare “a gratise” con semplici telecamere amatoriali dentro il parco, tutto ciò per parecchi giorni di fila.
E questa è la cosa più interessante di Escape from Tomorrow, la straordinaria tecnica segreta messa in atto dal team per poter girare un film in uno dei posti più sorvegliati al mondo.
La storia di un uomo sposato con moglie e due figli che scende pian piano nella follia non è purtroppo infatti all’altezza del caso e soffre in più punti di una leggera confusione; semplicemente si sgretola sotto la pesante aspettativa di un pubblico affamato di controversia.
E però l’idea di metterglielo in culo a Walt Disney, uno dei più paranoici americani mai esistiti, resta un capolavoro.
VOTO:
3 culi
Titolo originale: Escape from Tomorrow
Regia: Randy Moore
Anno: 2013
Durata: 90 minuti
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